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Cgil-Cisl-Uil su pensioni e sud verso lo sciopero generale.
22.09.2003

PENSIONI: SEGRETERIA CGIL, SÌ A SCIOPERO GENERALE
Se nell'incontro di domani tra governo e parti sociali venissero confermate le ipotesi finora circolate su Finanziaria e riforma delle pensioni, Cgil, Cisl e Uil dovranno incontrarsi per decidere una forte fase di mobilitazione e di lotta e definire le modalità di uno sciopero generale da fare in tempi stretti. E' quanto è emerso dalla riunione della segreteria della Cgil, che ha ribadito una 'fortissima preoccupazione' per la manovra economica e la riforma previdenziale che il governo si accinge a mettere in campo. "E' importante vedere domani cosa ci dirà il governo - ha spiegato il segretario confederale della Cgil, Giuseppe Casadio - ma non c'é dubbio che sul piatto ce ne è già abbastanza per avviare una decisa fase di mobilitazione, non solo su pensioni, ma anche su Finanziaria, inflazione e sviluppo. E sarebbe irragionevole escludere un grande momento generale di sciopero". Uno sciopero generale che - come hanno spiegato la segretaria confederale, Marigia Maulucci, e il responsabile per le politiche economiche della Cgil, Beniamino Lapadula - dovrà avvenire "in tempi ristretti". Dice Maulucci: "Ci troviamo di fronte a una situazione di particolare gravità sul fronte della manovra economica, su quello delle pensioni e su quello dell'inflazione, e come Cgil confermiamo la scelta di una mobilitazione unitaria con Cisl e Uil, compreso lo sciopero generale le cui modalità dovranno essere decise dalle tre organizzazioni sindacali dopo l'incontro di domani". Aggiunge Lapadula: "Lo sciopero dovrà avvenire in tempi utili, per tentare di incidere sulla linea del governo, prima che il Parlamento vari i provvedimenti in questione".

PENSIONI: ANGELETTI, VERSO SCIOPERO GENERALE
'Se fossero confermate le attuali notizie, vi chiediamo mandato a proclamare uno sciopero, anche generale, da concordare nei modi e nei tempi opportuni insieme a Cgil e Cisl'. Lo ha detto oggi Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, concludendo il suo intervento alla direzione nazionale dell'organizzazione: "L'aumento dell'anzianità contributiva richiesta per il pensionamento a partire dal 2008 è un'idea sbagliata. Innanzitutto è impensabile che si possa aumentare di colpo il requisito dell'anzianità contributiva. Inoltre, non tutti i lavori sono uguali e l'età contributiva può e deve variare, volontariamente, proprio sulla base del tipo di lavoro svolto. Non c'é inoltre nessuna ragione economica che giustificherebbe una tale scelta: la riforma Dini si è rivelata efficace e il sistema previdenziale è in equilibrio. Non solo. Quella proposta si basa su un convincimento errato e su una previsione pessimistica: non è affatto vero che tutti i lavoratori vanno in pensione con 35 anni di contributi, né che il tasso di crescita nei prossimi dieci anni non supererà l'1 per cento. Dunque, se il governo dovesse varare questo provvedimento, le ragioni sarebbero solo ed esclusivamente politiche: tener conto dei rapporti di alleanza piuttosto che del consenso sociale e dei lavoratori, dimostrare semplicemente all'Europa di saper fare una riforma di cui, in realtà, il paese non ha alcun bisogno. Temo, purtroppo, che non cambieranno opinione e che, dunque, dovremo mettere nel conto un'iniziativa di carattere sindacale". Angeletti ha poi espresso una valutazione anche sulla legge finanziaria riservandosi tuttavia un giudizio compiuto solo al termine dell'incontro con il governo fissato per domani. "Mi sembra una finanziaria poco attenta allo sviluppo", ha detto il leader della Uil ribadendo la preoccupazione per "l'incremento del costo della vita che sta pesando sui redditi dei lavoratori e delle famiglie molto più di quanto fosse prevedibile. Peraltro, l'aumento dei prezzi rende meno competitiva la nostra economia ed è anche per questo che chiediamo al governo l'attuazione di una politica contro la speculazione".

CISL NAPOLI, O IMPEGNI PER IL SUD, O SCIOPERO GENERALE
'Il governo deve rispettare gli impegni assunti, a partire dalle risorse da destinare agli investimenti nel Mezzogiorno. Se questo non avverrà, prenderemo in considerazione anche l'ipotesi di proporre lo sciopero generale'. E' questa la posizione della Cisl di Napoli, espressa oggi all'assemblea organizzativa e programmatica dal segretario generale Alfonso Amendola. La Cisl rilancia anche sui temi del rinnovo dei contratti nazionali di lavoro della sanità, degli enti locali, delle Agenzie delle entrate, del commercio, dell'Università e della ricerca, sulle 'regole quadro' da affiancare allo Statuto dei lavoratori per sancire i diritti per tutti i titolari di lavoro atipico e, soprattutto, chiede che non ci siano tagli alla spesa sociale. 'Su questo la Cisl non transige - continua Amendola - non servono misure di condono o una tantum che rischiano di determinare comportamenti distorti dei cittadini e dei contribuenti, ma va riproposta, invece, con determinazione la lotta all'evasione fiscale, come pure al sommerso e contro la criminalità organizzata'. Per il leader napoletano della Cisl occorre mettere in campo una politica di rilancio del sistema produttivo nell'area metropolitana: 'Va rilanciata la programmazione negoziata, rendendo operativa la regionalizzazione dei Patti territoriali, finanziando gli undici residui, i Contratti di Programma e il Piano triennale dei nuovi contratti di localizzazione destinati ad attrarre investimenti. E' necessario il rifinanziamento del sistema degli incentivi produttivi ed occupazionali con risorse certe e mirate e procedure automatiche che garantiscano tempi certi'. Amendola sprona poi istituzioni ed imprenditori a tramutare in fatti i progetti in cantiere, a cominciare dalla Regione che 'dovrebbe spendere i fondi strutturali dell'Unione europea (9,247 milioni di euro) nei tempi programmati, per realizzare interventi strutturali atti a valorizzare il territorio, creare sviluppo, crescita occupazionale e migliore qualità di vita'. Conclude Amendola: 'Con l'approvazione della variante al piano regolatore, la città oggi ha gli elementi di conoscenza della realtà urbana e le regole per la trasformazione e qualificazione del territorio e per gli insediamenti produttivi. L'inizio dei lavori di bonifica di Bagnoli è già un importante passo in avanti per la riqualificazione urbana e lo sviluppo produttivo di Napoli. Proprio nei giorni scorsi abbiamo avviato il confronto con la Stu Bagnolifutura, ma rimane ancora molto da fare, a cominciare dall'approvazione del Piano urbanistico esecutivo. Analogo discorso per l'Amministrazione Provinciale di Napoli con la quale attraverso il Patto di Intesa Sociale per lo Sviluppo, sono state individuate 10 aree di intervento per la crescita dei sistemi produttivi territoriali, che coinvolgono tutti i 92 Comuni della Provincia. Ed ancora occorre procedere con il completamento del sistema trasporti; all' attuazione della messa in sicurezza dell'area Vesuviana, Flegrea e Sorrentina; alla completa attivazione dei centri servizi per l'impiego, sviluppare Poli e Filiere Produttive, partendo dalle attività preesistenti dell'informatica, delle comunicazioni, del nautico, dell' orafo e dell'aeronautico'.

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