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E' nata l’associazione Democratici Universitari
29.05.2010

E' nata l’associazione Democratici Universitari
L’associazione “Democratici Universitari” vuole essere una piattaforma gestita da studenti militanti nel partito democratico che, vista l’incerta e fatiscente condizione in cui versa il partito a livello regionale, si propone come spazio autonomo per avviare discussioni e iniziative volte alla rinascita culturale e politica dello stesso PD. Come militanti politici ci riconosciamo nei valori della democrazia , della legalità e dell’uguaglianza dei diritti. Come studenti viviamo la politica universitaria come un’opportunità per rendere un servizio ai nostri colleghi battendoci per la tutela del Diritto allo studio e per migliorare la qualità della vita universitaria degli studenti. Il nostro lavoro si svolge sia all’interno dei Consigli, dove cerchiamo di portare, mediandole, le istanze di chi rappresentiamo, ma anche nei cubi e sul ponte dell’Università della Calabria, dove, invece, tramite iniziative, cerchiamo di creare uno spazio per discutere del nostro presente e per decidere del nostro futuro.

Il futuro più di ogni altra cosa ,oggi, ci appare nebuloso; nessuno investe più sulle nuove generazioni,che si vedono così costrette a vivere in un mondo vecchio, che si regge sulle rivoluzioni fatte anni prima dai loro padri e dai loro nonni, in una società poco dinamica in cui ci sentiamo vittime di un forte senso di impotenza, dato che ci è stata tolta la possibilità di avere progetti anche a breve termine. Vogliamo la nostra rivoluzione.
Siamo convinti che solo dall’energia e dalla freschezza culturale degli studenti e dei giovani in generale possa scaturire uno sconvolgimento dell’attuale situazione,e non un usuale e perseverante “cambiare tutto per non cambiare nulla”. La nostra associazione è aperta a tutti gli studenti che ne vogliano far parte, ma che siano capaci di esporre «idee forti» e non solo il «certificato di nascita» o, peggio, come spesso capita, essendo legati ad una certa corrente del partito, o a determinati personaggi politici, eseguono ciecamente gli ordini e assumono linee di pensiero e comportamenti strettamente legati ad un vecchio modo di fare politica che noi non condividiamo.

Troppo spesso il Pd rischia di risultare troppo simile ai suoi avversari. Abbiamo bisogno di messaggi nuovi e di comportamenti coerenti. Per far questo è indispensabile aprire il Pd alle nuove generazioni. L’età, di certo, non è l’unico elemento di rinnovamento. Servono contenuti, progetti in grado di cogliere le trasformazioni della società e trovare le risposte più opportune. Sarà vitale, per il Pd, investire su ragazze e ragazzi portatori di idee, linguaggi in sintonia con le nuove istanze della società e di pratiche che ci riconnettano a un universo giovanile estraneo dall’agire politico quotidiano. Bisogna ripartire da qui contro la delusione per la politica. Disagio avvertito nella lontananza dei giovani dalla politica , nel voto di protesta per le “liste Grillo” ed anche nel riconfermarsi della forza di liste, schieramenti e rappresentanti, della destra giovanile nelle elezioni universitarie.

Il PD non dimostra di essere debole solo nei territori, ma non riesce a radicarsi nemmeno nelle università in cui dovrebbe essere forte il risentimento e la rabbia verso il governo di centro-destra che ci ha sfilato dalle tasche il futuro. Tale debolezza è messa in evidenza insieme all’incapacità di unità nelle scelte politiche di fondo. In più non ci sono riferimenti culturali saldi, le correnti hanno preso il sopravvento,e le lotte interne spesso sembrano essere più importanti dei reali problemi del paese, in particolare in Calabria la volontà di amministrare il territorio è sempre messa in secondo piano rispetto alle necessità del singolo e il ricambio generazionale si prospetta lungo e doloroso.

Per quanto riguarda la situazione calabrese condividiamo in pieno l’iniziativa di quelle parti del partito che, tramite una petizione, ha richiesto al segretario Bersani di azzerare il PD calabrese nella sua totalità, azzerarne il tesseramento, poiché frutto di adesioni inquinate, e introdurre un commissariamento esterno alla realtà del territorio calabrese “al fine di consentire al PD di nascere da adesioni libere e da proposte politiche territoriali e non da reclutamenti clientelari”.

Nel contempo la nostra maggiore preoccupazione, in quanto studenti, è l’intollerabile situazione in cui imperversa l’università italiana; il duo Gelmini – Tremonti ha minato terribilmente il pubblico sapere con una riforma scellerata e con forti tagli economici ai danni delle già povere casse universitarie. Preoccupano parecchio anche le novità previste dal disegno di legge, un provvedimento che intende “scardinare il sistema nazionale dell’ Università pubblica, concentrando le scarse risorse in pochi Atenei ritenuti eccellenti e ridimensionando il ruolo di tutti gli altri”.
Ciò rende il diritto allo studio sempre meno un diritto e sempre più un privilegio per pochi.

Una riforma centralista e burocratica, che non crede nell’autonomia e nella responsabilità, e che soprattutto non investe nella nostra risorsa più preziosa: studenti, ricercatori e docenti di qualità.
I tagli del governo non si sono fermati solo ai finanziamenti agli atenei ma sono intervenuti anche sul fondo per le borse di studio che passerà dai 111 milioni del 2009 ai 76 milioni nel 2011 nonostante, ancora, soprattutto nel mezzogiorno, non è assicurata la copertura totale delle borse di studio agli idonei. Altra aberrante modifica riguarda l’introduzione del finanziamento di borse di studio tramite test nazionale per “premiare il merito” a scapito delle normali borse di studio basate su parametri di reddito e merito, così da rafforzare il prestito d'onore come strumento sostitutivo delle borse. Insomma è chiaro che una riforma di questo genere non è mirata a risanare la già misera situazione delle università statali, ma punta alla totale distruzione delle stesse.

Particolarmente significativo per descrivere l’attuale stato delle cose è il documento della recente assemblea nazionale del PD: “L’università italiana è in grave difficoltà. I dati internazionali sono impietosi: siamo agli ultimi posti, tra i paesi europei, per molti parametri: numero dei laureati e dei ricercatori, investimenti per studente, rapporto docenti/studenti, internazionalizzazione; investimenti in università. Ancor più preoccupante è la tendenza alla riduzione delle immatricolazioni universitarie dei giovani dopo la maturità: nell’ultimo anno accademico siamo a - 17.000 unità rispetto al precedente” e ancora “siamo in coda tra i paesi europei per investimenti, numero di laureati e di ricercatori, apertura del sistema all’esterno.”
Un quadro devastante che richiede delle proposte e dei provvedimenti volti a perseguire “la tensione tra equità e merito”.

Siamo fermamente convinti della necessità di una responsabile presa di coscienza da parte dell’attuale classe dirigente regionale e nazionale del partito. Se non si riuscirà ad avviare un serio e condiviso ricambio generazionale legato a nuovi modi di concepire il fare politico sarà impensabile sperare in una nuova stagione per il centro-sinistra.

Invitiamo tutti coloro i quali volessero partecipare a visitare il nostro sito internet www.democraticiuniversitari.it, la nostra pagina facebook www.facebook.com/demuni o a raggiungerci nella nostra sede ubicata presso il centro-residenziale dell’Unical (dietro la mensa di economia).

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