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Bella Ciao non si canta. Lettera aperta alla Preside Costetti
5.06.2010

Bella Ciao non si canta. Lettera aperta alla Preside Costetti di Sonia Alfano
Il 27 Maggio, un gruppo di alunni della scuola romana “Giuseppe Gioacchino Belli”, al termine di una manifestazione scolastica cui erano presenti alcuni dirigenti del Ministero dell’Istruzione, hanno messo in atto un particolare ‘fuori programma’ intonando ‘Bella Ciao’. La Preside dell’Istituto, inspiegabilmente turbata, ha ritenuto opportuno scrivere una lettera di richiamo e distribuirla a docenti e genitori degli allievi.
Le ho scritto una lettera aperta che trovate qui di seguito:
Gentile Prof.ssa Costetti,
Le scrivo in merito alla lettera con la quale ha ritenuto opportuno ‘rimproverare’ gli studenti della scuola che dirige, rei di aver intonato ‘Bella Ciao’ al termine di una manifestazione scolastica alla presenza del sottosegretario all’Istruzione Giuseppe Pizza, del capo della segreteria del ministro Pasquale Capo, e di due direttori generali del ministero dell’Istruzione.

Le scrivo nella speranza di indurLa ad una riflessione.
Il compito della scuola, oggi come ieri, dovrebbe essere quello di trasmettere ai ragazzi i valori sui quali si fonda la nostra civiltà, non quello di zittirli quando vogliono, com’è loro sacrosanto diritto, esprimere liberamente un’opinione.

Per questo mi chiedo a cosa aspirasse il suo intervento censorio. La canzone intonata dai suoi giovani allievi non è un manifesto partitico, ma una serie di note ispirate ai valori della Resistenza partigiana antifascista che, Le ricordo, è stata la svolta storica per questo Paese. La Resistenza, foriera di una rinnovata libertà. Responsabile, nell’accezione più positiva e brillante del termine, della nascita della democrazia italiana.

Io sono molto orgogliosa di questi ragazzi, diversamente sono rimasta fortemente delusa dal Suo gesto censorio, nel quale addirittura chiede le scuse dei genitori. Ritiene davvero che i genitori di un gruppo di giovani, ispirati da valori di libertà e democrazia, debbano chiedere scusa? Mi perdoni se mi permetto di chiederlo, ma… per cosa dovrebbero scusarsi? Per aver trasmesso ai propri figli i valori fondanti della nostra gloriosa Repubblica, valori per i quali moltissimi partigiani hanno sacrificato la propria vita? Perchè?

In un momento disgraziatamente buio per la nostra democrazia come quello odierno, i valori della Resistenza andrebbero ribaditi e bonariamente ‘inculcati’ agli studenti, non rimossi e gettati alle ortiche con superficialità.

Nella speranza di aver contribuito ad una Sua profonda riflessione Le offro un cordiale saluto augurandoLe buon lavoro,

Sonia Alfano
Deputato europeo – Membro della Commissione LIBE
Presidente Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia

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