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Brevetti su software senza miglioramenti i ds voteranno no
23.09.2003
Brevetti sui software. Il gruppo dei diesse proverà con gli emendamenti a migliorare il testo che si voterà a Strasburgo (la relazione della laburista Arlene McCarthy che ha preso in esame la proposta di direttiva proposta dal commissario Frits Bolkstein). Se però le proposte migliorative non passeranno, la delegazione italiana voterà contro.
«La posta in gioco è rilevante - ha detto l'onorevole Fiorella Ghilardotti, ds del Gruppo Pse - poichè si tratta di garantire che la ricerca e l'innovazione continuino ad essere libere, di stimolare le innovazioni e le invenzioni attraverso il software a tutti i livelli, di evitare la creazione di monopoli di produzione e commercio di prodotti frutto del software».
Del resto, non sono solo i diesse a sostenere che la proposta di direttiva rischia di essere pericolosa per la ricerca, per l'economia, per il funzionamento corretto e concorrenziale del mercato, per la libertà di pensiero e di parola. Ecco perché, il gruppo socialista ha presentato una serie di emendamenti – suggeriti in gran parte dalla delegazione italiana – che riflettono le perplessità manifestate da settori del mondo accademico, della ricerca, delle piccole e medie imprese produttrici di software e delle associazioni per il software libero. Più nel dettaglio: gli emendamenti si propongono di circoscrivere il diritto al brevetto per il prodotto frutto dell'invenzione e non per il programma del software.
E in più, sempre secondo la stesura del documento integrata dagli emendamenti, il prodotto che è derivato da un'invenzione, dovrà avere una chiara applicazione industriale.
Ma se tutto questo non fosse accolto, spiega ancora Fiorella Ghilardotti, «se gli emendamenti migliorativi non dovessero essere accolti, la delegazione DS voterà contro la relazione e la proposta di direttiva».
"É importante che il Parlamento si esprima in favore di una limitazione della brevettabilità del software. L'Europa, secondo quanto deciso al summit di Lisbona del 2000, deve favorire l'economia della conoscenza e non porre vincoli a questo processo di sviluppo".

da www.unita.it
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