15.06.2010
Calabria: procedimento penale dirigenti 'Marlane' La CGIL Nazionale con la CGIL Regionale della Calabria, la Camera del Lavoro di Castrovillari, la FILTEA Nazionale e la FILTEA di Castrovillari si sono costituite parte civile nel procedimento penale che ha investito i dirigenti che si sono succeduti a vario titolo alla direzione della Marlane, lo stabilimento tessile di Praia a Mare (Cosenza) dismesso già da alcuni anni, già appartenuto al Gruppo Eni e ceduto nel corso dell’87 alla Marzotto.
I reati contestati agli imputati sono: omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, disastro ambientale, violazione della legge sull'inquinamento e violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro.
Le indagini della Procura di Paola sono durate più di dieci anni e i periti della Procura avrebbero accertato un nesso di casualità tra la morte di 40 operai, i cui famigliari hanno presentato denuncia, e le esalazioni tossiche presenti nello stabilimento.
Il disastro compiuto negli anni da questa fabbrica non si ferma qui. Ci sarebbero altri 40 operai deceduti per la stessa causa e altri 60 malati di cancro ma, fortunatamente, ancora vivi.
L’indagine ha confermato fatti già denunciati quali la presenza di polveri di amianto prodotti dai sistemi frenanti delle macchine che si aggiungevano, come in un cocktail micidiale, con le “ammine aromatiche” altamente cancerogene che venivano esalate dai coloranti.
Il disastro ambientale contestato è quello che ha a che fare con l’inquinamento dei terreni circostanti lo stabilimento, compreso la spiaggia e il mare poco lontano. Risulta che nei terreni della Marlane, negli anni, sono stati interrate tonnellate di prodotti residui della lavorazione micidiali per la salute quali ad esempio il “cromo esavalente”.
Anche per questa ragione si ritiene che le vittime accertate non rappresentino la globalità del problema.
fonte: Cgil Nazionale
Welfare Italia
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