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Lanciata la petizione Energia per la vita. Green Economy
16.06.2010

Lanciata la petizione “ Energia per la vita” L’alternativa al nucleare e’ la green economy !
“Green economy per uscire dalla crisi. Efficienza energetica ed Energie rinnovabili.” Questo il tema del Convegno nazionale organizzato il 10 giugno 2010 a Cremona da AmbienteScienze e dal coordinamento di CreaFuturo.

Nella prima sessione è stato affrontato il nesso sviluppo sostenibile – occupazione, valutando i possibili scenari 2010-2020 secondo gli studi dell’Istituto di Economia e Politica dell’ambiente dell’Università Bocconi di Milano. A fronte di 8 miliardi di euro di investimenti ogni anno sulle energie rinnovabili e sul risparmio energetico, da oggi al 2020 è possibile creare in Italia fino a 175 mila nuovi posti di lavoro e altri 75 mila all’estero. Le variabili dipendono da quanta tecnologia l’Italia è in grado di creare o debba invece importare; ma anche dalla certezza delle norme che regolano il settore e dalle modalità di erogazione degli incentivi.
Onufrio di Greenpeace ha sostenuto che le energie rinnovabili sono alternative al nucleare che crea al massimo un decimo dei posti di lavoro e ha bisogno di ingenti soldi pubblici , anche se “mascherati”.
Cgil , Cisl e Uil hanno unitariamente sostenuto che le energie rinnovabili sono la “strada maestra” sia per produrre energia elettrica sia per farci uscire dall’ attuale crisi economica prima e meglio e con un consenso sociale più ampio.
La CNA ha sostenuto che per artigiani e piccola e media impresa non sono importanti tanto le grandi opere ma la produzione diffusa di energia elettrica e calore, le ristrutturazioni e i nuovi criteri per l’edilizia, per l’illuminazione, per i trasporti.

Nella seconda sessione Fisici del livello di Gianni Mattioli e Stefano Ossicini, responsabile del Tecnopolo per le nanoscienze dell’Emilia Romagna, hanno illustrato le nuove frontiere della Ricerca per quanto riguarda le nuove tecnologie e il solare. In particolare l’utilizzo di “nuovi materiali” sta già permettendo l’abbattimento dei costi di produzione, in particolare nel fotovoltaico di “terza generazione”, ed una resa molto più alta rispetto alle celle attuali. Il fabbisogno energetico italiano può essere ampiamente soddisfatto da un mix di fonti convenzionali o tradizionali come le centrali a ciclo combinato e l’idroelettrico e dalle nuove tecnologie da fonti rinnovabili, senza il ricorso al nucleare. Il nucleare è superfluo e ampiamente sostituibile anche per il futuro.

Nella terza sessione 5 imprenditori del fotovoltaico e del biogas hanno segnalato da un lato le enormi potenzialità dei loro settori che sono in grado in Italia di produrre ogni anno l’equivalente di una centrale nucleare modello EPR, dall’altro le lentezze o le vere e proprie latitanze della politica, al punto da sollevare il dubbio che in Italia si voglia “frenare” lo sviluppo delle rinnovabili, contrariamente a Germania, Spagna, Stati Uniti. A favore di chi ? Il Governo italiano sembra intenzionato non solo ad abbassare gli incentivi ma a porre un tetto di 700 MW all’anno per la produzione elettrica da fonti rinnovabili, impedendoci così di raggiungere gli impegni assunti con l’Unione Europea per il pacchetto Energia Ambiente 20-20.

Marco Pezzoni
Coordinamento cremonese di CreaFuturo

La petizione
Campagna “ Energia per la vita” L’alternativa al nucleare e’ la green economy !

Per firmare la petizione ha due possibilità:

Inviare il tuo sostegno con un tuo commento alla mail
aderiscopetizione@welfareitalia.it

Clicca qui ( e segui le istruzioni):

http://www.petizionionline.it/petizione/campagna-energia-per-la-vita-lalternativa-al-nucleare-e-la-green-economy-/1487

Il testo della petizione
Campagna “ Energia per la vita” L’alternativa al nucleare e’ la green economy !


Se sei contrario/a che l’Italia torni al nucleare
e a “questa” tecnologia nucleare
Se sei favorevole alle energie rinnovabili
al risparmio energetico e all’economia verde

Se sei contrario/a al commissariamento degli Enti
locali che rifiutano le nuove centrali nucleari

Se sei favorevole che a decidere su questioni
così rilevanti sia il pronunciamento popolare
Se sei contrario/a alla svendita della salute
e alla monetizzazione del rischio
Se sei favorevole alla sostenibilità sociale e
ambientale dei nuovi processi economici

firma e fai firmare l’appello:

Petizione per un’Italia libera dal nucleare per un Piano nazionale di green economy

Per firmare clicca qui
http://www.petizionionline.it/petizione/campagna-energia-per-la-vita-lalternativa-al-nucleare-e-la-green-economy-/1487
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Il testo della Petizione per un’Italia libera dal nucleare per un Piano energetico nazionale costruito con il consenso dei territori e basato su risparmio energetico ed energie rinnovabili

consapevoli che la scelta di costruire nuove centrali nucleari nel nostro bellissimo e difficile Paese è una grande questione democratica e nazionale, prima ancora che ambientale, economica e sociale;

convinti che le alternative al nucleare esistono e che le energie rinnovabili unite al risparmio e all’efficienza energetica sono in grado di sostituire del tutto l’apporto del nucleare al fabbisogno nazionale di energia elettrica, anche in futuro, e sono capaci di creare molti più posti di lavoro, contribuendo a farci uscire dall’attuale crisi economica in modo più equilibrato ed efficace;

convinti che la strada maestra per alleare “sostenibilità” ambientale e sociale e innovazione dei processi economici sia oggi quella della economia verde, da sostenere con incentivi e con un Piano energetico nazionale, così come stanno facendo i paesi più avanzati e moderni ;

sottolineando l’importanza strategica del Pacchetto Clima Energia 20-20 varato dalla Unione Europea sia come contributo alla riduzione della CO2 nella lotta al cambiamento climatico sia come riqualificazione delle politiche industriali del nostro continente e ricordando che in virtù degli accordi di Kyoto e di due precise Direttive europee ( la prima del 2006 per l’efficienza e il risparmio energetico, la seconda del 2009 per le rinnovabili) ciascuno dei 27 Paesi aderenti all’U.E. è tenuto quest’anno a presentare uno specifico Piano d’azione nazionale per le energie rinnovabili in relazione agli obiettivi 2010-2020;

giudicando assai poco responsabile il comportamento della Dirigenza Enel che si appresta a fare da garante e da “cassa” al finanziamento delle prime 4 centrali elettronucleari modello EPR, mettendo a rischio per questo obiettivo risorse provenienti da un diffuso azionariato popolare e da un consistente capitale pubblico detenuto da Cassa depositi e prestiti e dal Ministero dell’Economia;

ricordando a tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione che – malgrado l’Enel sia riuscita da tempo, finanziando centrali nucleari all’estero, a contravvenire apertamente ad almeno un obbligo definito con precisione da uno dei quesiti del Referendum del 1987 - per superare complessivamente il significato democratico di quello “storico” pronunciamento popolare sarebbe doveroso che tutte riconoscessero opportuno un nuovo pronunciamento di eguale portata costituzionale;

preoccupati per le inevitabili spaccature sociali che si verificheranno all’interno dei territori scelti per l’insediamento delle nuove centrali con pressioni, minacce di commissariamento e compensazioni, e tra questi e i territori confinanti che invece rifiutassero la monetizzazione del rischio e dei danni alla salute e all’ambiente;

ritenendo ingiusto, rispetto al diritto alla vita e al diritto all’uguaglianza di trattamento delle persone, esporre consapevolmente le popolazioni residenti in prossimità delle nuove centrali nucleari, anche se indennizzate, ad una quantità di radiazioni che innalzano significativamente la percentuale di probabilità di malattie genetiche, di tumori e di morte;

considerando l’intero territorio italiano di grande valore paesaggistico e difficilmente identificabili grandi aree scarsamente popolate; dunque non ritenendo moralmente accettabile creare una forte disparità di trattamento tra i cittadini che vivono in aree ad alta concentrazione urbana, tenute opportunamente il più lontano possibile dai nuovi insediamenti nucleari, e cittadini residenti in piccoli Comuni, costretti a subire la convivenza con il nucleare vicino casa e ad essere coinvolti in specifici “Piani di sicurezza ed evacuazione” che gli standard internazionali prevedono programmati, organizzati e periodicamente verificati fino ad un raggio di 15 chilometri dalla centrale;

considerando che “questo” nucleare modello EPR, definito di terza generazione-plus, per ammissione degli stessi tecnici e ingegneri che lo hanno progettato, non è che una evoluzione della generazione precedente di reattori, e che il dibattito del mondo scientifico internazionale è giunto ad affermare che il nucleare totalmente “sicuro” non esiste ancora; che soltanto il reattore nucleare di quarta generazione ( disponibile tra venti anni o più ) rappresenterà, forse, un salto di qualità per quanto riguarda la tecnologia di produzione e l’affidabilità dei meccanismi intrinseci di sicurezza;

sostenendo il valore intellettuale e pratico della Ricerca in tutti i campi della scienza, registrando con soddisfazione, in particolare in materia energetica, gli enormi passi in avanti compiuti sul terreno dei nuovi materiali che, migliorando le tecnologie, permetteranno entro pochi anni di abbattere i costi economici delle fonti energetiche rinnovabili e di moltiplicarne il rendimento;

apprezzando il fatto che molte Regioni italiane in questi anni hanno cominciato a promuovere e a sostenere le energie rinnovabili con Progetti e Accordi di Programma e che l’86% dei Comuni italiani vede installato sul proprio territorio almeno un impianto di produzione energetica da fonti rinnovabili;

richiamandoci ai principi che hanno ispirato sia la “ Carta della Terra”, sostenuta da tanti premi Nobel e approvata dall’Unesco, sia l’Enciclica “ Caritas in Veritate” per quanto riguarda la salvaguardia del creato, la democratizzazione dell’energia a livello globale, la sobrietà degli stili di vita, il rifiuto della violenza sull’ambiente, la tutela della salute e il rispetto della persona;

chiediamo

la costruzione di un Piano energetico nazionale che guardi con responsabilità al futuro dell’Italia, alle previsioni del nostro reale fabbisogno energetico, coinvolgendo sin dall’inizio della sua impostazione tutte le Regioni italiane e tutti i territori con un “modello ascendente” di programmazione partecipata : chiamando cioè Regioni, Province e Comuni ad essere soggetti attivi e propositivi in materia di piani di risparmio energetico e di iniziative a sostegno di quelle forme di energia rinnovabile più rispondenti alle caratteristiche del territorio e più condivise dagli attori locali, siano essi cittadini, associazioni, forze economiche e sindacali;

la rinuncia da parte del Governo a presentare il Programma nucleare nazionale per legittimare la costruzione delle prime 4 nuove Centrali nucleari che costeranno almeno 30 miliardi di euro ( pari a 60.000 miliardi delle vecchie lire) per concentrare invece ogni sforzo e le risorse finanziarie disponibili a sostegno del Piano d’azione nazionale per le energie rinnovabili, considerando che viviamo in un tempo di crisi e che è richiesto il massimo di responsabilità nell' uso delle risorse da parte di tutti;

il massimo di chiarezza nella individuazione delle priorità, ricordando che fra le varie opzioni per la riduzione della CO2 gli interventi di efficienza energetica sono fra i pochi a non avere costi sociali netti per tonnellata di CO2 ridotta. Tenendo conto inoltre che sono le misure praticabili nell’industria, nel terziario, nell’edilizia, nei veicoli di trasporto e soprattutto nelle infrastrutture di trasporto alternative alla strada, quelle che consentono veri salti di efficienza energetica;

la decisa iniziativa delle Regioni più virtuose, in forza dell’articolo 117 della Costituzione che affida loro un “potere concorrente” in materia energetica, non solo nel rafforzare e rilanciare i loro Piani di sostegno all’economia verde e, in particolare, nel promuovere progetti di efficienza energetica e di produzione di energia elettrica e calore da fonti rinnovabili, ma nel lanciare in Sede Conferenza delle Regioni la sfida del federalismo energetico sia in alternativa all’imposizione del nucleare sia come metodo democratico per comporre finalmente il Piano energetico nazionale con la partecipazione consapevole e attiva di Comuni e Province e dei soggetti sociali ed economici dei territori, superando così una interpretazione burocratica e punitiva del Burden sharing: cioè della suddivisione della quota minima di incremento dell’energia prodotta con fonti rinnovabili che ogni Regione deve assumersi per contribuire a raggiungere l’obiettivo nazionale del 17% entro il 2020;

un nuovo protagonismo dei Sindaci, sempre più costretti da vincoli finanziari ad appiattirsi sulla mera gestione del presente, sempre più ostaggio di equilibri politici decisi altrove, per recuperare la propria autonomia nel promuovere “Accordi per le rinnovabili”e “Patti per l’efficienza energetica e la riduzione dell’inquinamento” con quelle azioni prioritarie previste e lanciate dalla Commissione Europea nel 2008 e realizzabili in tutti gli edifici pubblici, ma proponibili nell’edilizia residenziale, nel terziario e nell’industria con la cogenerazione, la diffusione del teleriscaldamento e del fotovoltaico, anche ricorrendo al prestito ecologico;

il sostegno al movimento dei Sindaci promotori del “Comitato per un Po libero dal nucleare” che intende convocare entro quest’anno una Assemblea generale dei Comuni del Po con l’obiettivo di valorizzare la cultura, le tradizioni e l’economia legata al nostro fiume e promuovere un piano di difesa ambientale e sociale dei territori rivieraschi, mettendo al centro il valore dell’acqua come bene comune da salvaguardare per il nostro futuro;

l’attivazione di una grande e capillare Campagna nazionale di informazione e sensibilizzazione in previsione dell’EXPO 2015 - che potremmo chiamare “ Energia per la vita. Nutrire la Terra, la democrazia, la solidarietà ”- che promuova un adeguato dibattito pubblico a favore di una agricoltura sostenibile, della filiera corta, della sovranità alimentare, di una più equa ripartizione delle fonti energetiche, della green economy nella sua dimensione locale e internazionale;

la costituzione di una “ rete” orizzontale, diffusa su tutto il territorio nazionale, aperta a tutti i gruppi e le associazioni di volontariato civile, sociale, ambientale su piattaforme pluralistiche e inclusive non solo di diversità culturali ma di interessi economici e sociali vastissimi: dai sindacati agli ordini professionali, dai settori dell’edilizia ai giovani ricercatori, dagli azionisti di Enel alle imprese impegnate nelle fonti rinnovabili, dalle imprese agricole alla piccola e media impresa, dagli urbanisti alle associazioni dei consumatori, dai medici dell’ambiente e del lavoro agli oncologi, dai docenti agli esponenti del mondo scientifico;

la creazione in ogni Comune, in ogni provincia, in ogni Regione di un Tavolo di confronto e di iniziativa che susciti la più ampia partecipazione e svolga una azione di “servizio” disinteressato a sostegno della green economy e discuta di quale green economy abbiamo bisogno;

l’apertura di un dibattito libero e forte su Internet perché ci sia un movimento di pensiero e di opinione in grado di diventare comunicazione sociale e “onda democratica”;

la convocazione entro il 2011 degli Stati generali a livello nazionale di tutti quegli attori - singoli, gruppi, associazioni - attivi nel volontariato insieme ad esponenti del mondo economico, sociale, scientifico e giuridico ; di tutti quei portatori di una sensibilità democratica, ambientale e civile, a vario titolo, sostenitori dell’economia verde, del risparmio energetico e della mobilità sostenibile, delle fonti rinnovabili alternative al nucleare, della tutela del territorio e della salute, insomma dell’energia per la vita che unisce il Paese, mentre il nucleare lo spacca e lo divide;

il pieno rispetto e la più grande attenzione da parte di tutte quelle forze politiche, sindacali e imprenditoriali - davvero preoccupate per la coesione nazionale e interessate a promuovere insieme, per il futuro dell’Italia, un modello economico basato sulla sostenibilità sociale e ambientale - degli orientamenti e delle proposte che verranno discusse e decise autonomamente dagli Stati generali per vincere con la ragione la scelta nucleare: si tratti della messa sotto accusa di quelle Banche e della Dirigenza ENEL che sfruttano l’azionariato popolare per finanziare il nucleare; si tratti di modificare il quorum troppo alto previsto dall’articolo 75 della Costituzione o l’utilizzo comunque dello strumento del Referendum abrogativo cui ricorrere nel modo più unitario possibile ( non come avviene attualmente), magari come iniziativa “deterrente”; si tratti di un pronunciamento politico da richiedere a tutte le forze che si oppongono al nucleare attraverso una Dichiarazione solenne che le impegna a interrompere la costruzione dei nuovi impianti elettronucleari con la prossima Legislatura, qualunque sia lo stadio di avanzamento dei lavori;

la convocazione urgente della Conferenza delle Regioni in vista di una Conferenza straordinaria Stato-Regioni per definire obiettivi, sinergie e portata del Piano d’azione per le energie rinnovabili che l’Italia è chiamata a presentare all’Unione Europea entro il 30 giugno 2010 , cominciando a far funzionare quel federalismo energetico, democratico e solidale di cui il Paese ha bisogno; bocciando nel modo più assoluto il tentativo in atto di “frenare” la crescita delle energie rinnovabili perseguito con l’individuazione di un tetto annuale per il fotovoltaico di soli 700 MW; discutendo alla luce del sole del rifinanziamento degli incentivi siano essi i Certificati Verdi o il Conto Energia, in un quadro serio di valutazione costi-benefici ( benefici economici, sociali, ambientali), anche in funzione degli obiettivi 2020 ; sbloccando finalmente le Linee guida nazionali sulla Autorizzazione unica per gli impianti da fonti rinnovabili, obbligatoria secondo l’ultima Direttiva europea solo per gli impianti sopra 1 MW di potenza elettrica;

la sospensione da parte del Governo di ogni decisione riguardo all’ energia nucleare, in attesa di un Piano energetico nazionale, rigoroso e condiviso, che potrebbe renderla del tutto superflua e in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale sulla Legge 99 del 2009 che esautora totalmente le Regioni del loro potere “concorrente” in materia di produzione di energia, come invece stabilisce e attribuisce loro l’articolo 117 della Costituzione ;

la cancellazione da parte del Governo e della dirigenza Enel della campagna pubblicitaria unilaterale se non ideologica a sostegno della scelta nucleare che, secondo l’articolo 30 del Decreto Legislativo n. 31 del 15 febbraio 2010 coinvolge nell’operazione “convincimento” addirittura il Ministero della Scuola e l’ANCI, l’associazione rappresentativa di tutti, dicasi tutti, i Comuni italiani. Se ciò non avvenisse, chiediamo all’ ANCI nazionale di dissociarsi ufficialmente da questa collaborazione e di recuperare pienamente la propria autonomia, così come chiediamo a Presidi e insegnanti, studenti e genitori di vigilare su questo evidente e arrogante disprezzo dell’autonomia didattica.

Promotori:
Il Coordinamento cremonese di CreaFuturo è formato da Acli, AmbienteScienze, Amici della Terra, Arci, C.G.I.L., Federconsumatori, Italia Nostra, Legambiente, Medici per l’Ambiente, Movimento Federalista per un Po libero dal nucleare,
Pax Christi, Rete Lilliput, WWF.

www.creafuturo.net
info@creafuturo.net

Cremona 10 giugno 2010

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