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GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO: UNA SFIDA MONDIALE
21.06.2010

GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO: UNA SFIDA MONDIALE
di David Sassoli. La scorsa settimana Helen Clark, Amministratore Responsabile del programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNPD) ha partecipato alla riunione delle commissioni parlamentari congiunte DEVE (Sviluppo) e AFET (Affari Esteri) per parlare di Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) e cambiamento climatico. Questo dibattito coincide con il voto a Strasburgo, della relazione di Michael Cashman sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e anticipa di un paio di mesi la conferenza di alto livello che l'ONU terrà a New York a Settembre.

In occasione del vertice del Millennio del 2000 i paesi ricchi avevano fatto una serie di promesse ai paesi in via di sviluppo. I risultati verranno valutati nella conferenza dell' ONU di settembre che sarà l'occasione per fare il punto dei progressi fatti ed individuare i settori in cui é necessario concentrare gli investimenti.

L'Europa, intesa come istituzioni, svolge un ruolo da protagonista e avrà l'occasione, a settembre, di mostrarsi in maniera forte come partner mondiale per lo sviluppo.

I paesi più poveri hanno vissuto situazioni di grande difficoltà a causa di molteplici fattori: recessione mondiale, crisi alimentare, cambiamenti climatici con conseguenti catastrofi naturali.

Nel 2009, un miliardo di persone ha sofferto di fame cronica, in pratica 130 milioni in più rispetto all'inizio della crisi economica a cui si aggiungeranno altri 64 milioni secondo una stima della Banca Mondiale.

Come si vede ci sono sfide per tutti, ma le nostre ambizioni non devono diminuire. Bisogna essere decisi e trovare soluzioni.

L'obiettivo che si prefigge la Conferenza ONU di settembre é di continuare a coinvolgere tutti i grandi paesi donatori per dare nuovo slancio a questi obiettivi, anche perché ci sono nuovi leader che 10 anni fa non c'erano ed é fondamentale dare continuità al progetto.

Gli obiettivi del Millennio sono le sfide più ambiziose che il mondo abbia mai affrontato: povertà estrema e fame (la percentuale di persone che vivono con meno di 1.25 dollari al giorno é passata dal 42% al 25%), istruzione primaria universale (le iscrizioni alla scuola primaria sono passate dall'83% nel 2000 all'88% nel 2007), uguaglianza di genere (l'obiettivo di eliminare la disparità di genere nell'istruzione primaria e secondaria non é stata raggiunta nonostante i progressi fatti), mortalità infantile (il numero delle morti sotto i 5 anni é passato da oltre 12 milioni nel 1990 ai 9 milioni attuali), salute materna (i progressi fatti per evitare la mortalità materna sono stati trascurabili sopratutto nell'Africa subsahariana), AIDS e malaria (le morti causate da Hiv sono in calo anche se a livelli ancora troppo alti, la battaglia contro la malaria é quasi vinta), sostenibilità ambientale (le emissioni di CO2 nei paesi in via di sviluppo sono aumentate, il traguardo per l'acqua potabile é raggiungibile, diminuiscono sensibilmente gli abitanti nelle baraccopoli), partenariato globale per lo sviluppo (l'aiuto pubblico allo sviluppo -APS- é ancora troppo basso, l'obiettivo europeo dello 0.56% del PIL fissato per il 2010 rimane lontano e lascia interdetti il fatto che un paese come l'Italia sia scesa nel 2009 allo 0.16%).

Il messaggio di fondo é che "gli obiettivi possono essere raggiunti".

Una delle grandi sfide per i paesi poveri é legata al cambiamento climatico.

In molte parti del mondo i raccolti sono andati distrutti a causa di siccità, uragani o altri disastri. Ecco perché é necessario un adattamento ai cambiamenti climatici. In questo senso é fondamentale un accordo mondiale che tenga conto delle necessità dei paesi più poveri.

Ricordo che durante il vertice di Copenaghen di dicembre, sono stati stanziati 30 miliardi per il periodo 2010-2012 per affrontare i cambiamenti climatici in maniera sostenibile.

La strada é ancora lunga, ma la direzione é ormai tracciata. La collaborazione tra l'Unione Europea, l'ONU, i governi e le ONG ha portato risultati e vorrei ricordarne qualcuno: 2.2 milioni di bambini hanno avuto accesso a programmi di istruzione, 40 milioni di persone sono state aiutate nella lotta contro la fame, 85 milioni di persone hanno votato e sono stati aiutati profughi e sfollati in ben 40 paesi.

Raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio costituisce una grande sfida mondiale e l'Europa deve fare la sua parte. Bisogna essere concreti e realisti. Nel 2000 é stata fatta una promessa. Abbiamo il dovere e l'obbligo morale di mantenerla, sapendo che le difficoltà sono enormi e la crisi economica non aiuta un mondo solidale.

David Sassoli

fonte: http://www.partitodemocratico.eu:80/canali.asp?id=349

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