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Le decisioni del Consiglio europeo del 17 giugno 2010
24.06.2010

Le decisioni del Consiglio europeo del 17 giugno 2010
Il Consiglio Europeo, tenutosi il 17 giugno, ha assunto decisioni rilevanti
su quattro campi:
– quello relativo ai criteri di sostenibilità da assumere in vista della stesura
del nuovo Patto di Stabilità;
– quello che introduce una tassazione delle banche al fine di finanziare in
futuro eventuali salvataggi, evitando così che le conseguenze degli
errori dei banchieri ricada solo sulle spalle dei cittadini;
– l’applicazione anche in Europa degli stress test alle banche di
dimensione transnazionale per una maggiore trasparenza;
– l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie per limitare i
movimenti speculativi.
Non passa l’idea francese di trasformare l’Eurogruppo in una specie di
«supergoverno» economico. Idea fortemente avversata sia dalla Gran
Bretagna sia dalla Polonia. Tuttavia, i Ventisette si sono impegnati a
coordinare con la Commissione i propri bilanci annuali in primavera, prima
di sottoporli all’esame dei Parlamenti. I capi di governo si sono comunque
intesi su un inasprimento della disciplina di bilancio e un maggior
coordinamento delle politiche economiche. Il maggiore accento è stato
posto sull’entità del debito e sulla sua «sostenibilità complessiva», proprio
tenendo conto anche dell’indebitamento privato e soprattutto della
sostenibilità della spesa pensionistica, che nei bilanci di alcuni paesi non
appare nel computo del debito pubblico.
Criteri per il Nuovo Patto di Stabilità
È passata la proposta italiana di considerare l’ammontare complessivo
dell’indebitamento di ciascun paese. D’ora in avanti si terrà conto anche
del debito e del risparmio privato, del debito interno ed estero, nonché dei
debiti impliciti connessi ai sistemi di sicurezza sociale e quindi si terrà
conto della sostenibilità dei sistemi pensionistici.
Non è prevista, almeno al momento, una modifica del Trattato di
Maastricht e quindi il debito pubblico continuerà ad essere ritenuto il
parametro fondamentale che farà scattare l’allarme della Commissione, il
nuovo parametro allargato della sostenibilità varrà invece per l’avvio della
procedura anti-debito eccessivo e sulle sanzioni per il mancato rispetto
degli impegni assunti.
Il debito pubblico italiano negli ultimi 3 anni è cresciuto meno di quello
degli altri principali paesi europei, ma si attesta comunque al livello più
alto (115,8% del PIL nel 2009 e secondo le previsioni del FMI 118,6% nel
2010). Al contrario il debito privato delle famiglie pur crescendo
notevolmente nel corso di tutti gli anni Duemila, si attesta a livelli molto
più bassi delle altre principali economie avanzate (39,5% del PIL e circa il
60% del reddito disponibile nel 2009, quando tutti gli altri paesi
industrializzati hanno superato il 100%). Non a caso il livello del risparmio
e un settore bancario più “chiuso” e tradizionale, in Italia, hanno
contribuito ad arginare la crisi finanziaria. Ma la solidità del risparmio delle
famiglie italiane nasconde una forte iniquità nella distribuzione del
patrimonio, che la Banca d’Italia ricorda essere per oltre il 45% solo nelle
mani del 10% delle famiglie. Il rapporto tra questa ricchezza netta media1 e
il reddito è il più alto d’Europa, e questo significa che troppe risorse sono
“imprigionate” nelle mani di pochi2. È ormai riconosciuto da tutti gli
1 Per ricchezza netta si intende la somma delle attività reali (abitazioni, oggetti di valore, fabbricati non
residenziali, terreni, etc.), che rappresentano circa il 63% della ricchezza lorda, e le attività finanziarie
(moneta, depositi, titoli, azioni, etc.), al netto delle cosiddette passività finanziarie (mutui, credito al
consumo, altri prestiti, riserve tecniche di assicurazione, etc.).
2 Il livello di indebitamento così elevato indica un aumento delle famiglie che registrano un risparmio
negativo. In assenza di interventi di sostegno al reddito, nella crisi, le famiglie o si indebitano o
utilizzano il cosiddetto risparmio precauzionale a scapito del ciclo vitale del risparmio [F. Modigliani
1958]. Nella teoria economica, però, si insegna che esiste una strettissima relazione tra risparmio e
investimento. Gli economisti ortodossi affidano alle variazioni del tasso d’interesse il compito di portare
all’equilibrio investimento e risparmio. J. M. Keynes, invece, affermava l’indipendenza dell’investimento
dal risparmio e indicava nella variazione del reddito reale il meccanismo capace di adeguare il risparmio
all’investimento. Ad un aumento del risparmio, infatti, non corrisponde sempre un aumento
dell’investimento: se i risparmi vengono messi da parte infruttuosamente, sotto il cosiddetto materasso, o
comunque non vengono depositati presso un intermediario finanziario, come ad esempio una banca, non
c’è possibilità che tali risparmi vengano utilizzati per investire dalle imprese. Ciò significa che il
risparmio può aumentare senza aumentare l’investimento (inteso al netto delle scorte) possibilmente
causando una diminuzione della domanda e quindi recessione, anziché crescita economica.
2
economisti, però, che l’origine della crisi risiede proprio nell’allargamento
delle disuguaglianze nella distribuzione del reddito (e della ricchezza),
generando, da un lato, l’eccesso di indebitamento delle famiglie, dall’altro
la deregolazione e deregolamentazione della finanza privata.
Tassa sulle banche
Viene introdotta una tassa sulle banche per finanziare eventuali salvataggi
futuri. Le modalità di impiego saranno decise a livello dei singoli paesi
membri.
Va ricordato che, in relazione alle manovre correttive dei diversi paesi
europei, sono state già messe in programma alcune misure proprio in
direzione di una maggiore tassazione delle banche e dei capitali. La
cosiddetta euroausterity non è fatta solo di tagli alla spesa e sacrifici per gli
statali, ma anche di aumenti delle tasse per i più ricchi e per le banche.
Alcuni esempi:
¡ Francia: correzione del deficit (-7,5 del PIL nel 2009) del 4,9% in 4
anni, dal 2010 al 2013. Tra i provvedimenti previsti, si congela la spesa
pubblica, si prevede un parziale blocco del turn-over per gli statali e una
riforma graduale delle pensioni. Ma si annuncia un altro prelievo
straordinario sui più ricchi e sulle banche, dopo aver già varato
un’imposta straordinaria (50%) sui bonus dei manager ed una ritenuta
alla fonte (50%) per chi si stabilisce nei paradisi fiscali.
¡ Germania: correzione del deficit (-3,3 del PIL nel 2009) del 1,8% in 4
anni, dal 2011 al 2014. Tra i principali provvedimenti tagli alla spesa
sociale e alle sovvenzioni. A fronte di ciò si annuncia un aumento
dell’aliquota marginale IRPEF più alta; si tassano le società energetiche;
accanto alla tassa sulle banche spinta dalla Merkel si è già imposto un
tetto ai compensi dei manager delle banche salvate dallo Stato.
¡ Spagna: correzione del deficit (-11,2% del PIL nel 2009) del 1,5% in
due anni, nel periodo 2010-2011. Tra i provvedimenti previsti, il taglio
del 5% medio ai salari dei funzionari pubblici, stretta sull’IVA,
congelamento delle pensioni, ma anche istituzione di una nuova Tassa
sui patrimoni il cui valore superi un milione di euro, nuove aliquote sui
redditi più alti e un aumento della tassazione sul capitale.
¡ Regno Unito: correzione del deficit (-11,5% del PIL nel 2009) del 0,7%
nel 2010. Le misure sono essenzialmente in direzione del pubblico
impiego e di una stretta fiscale. Si prevede però anche una nuova
aliquota massima del 50% oltre le 150mila sterline una tassa sulle
banche e sui compensi dei manager bancari.
3
Stress test
Secondo W. Munchau (Presidente di Eurointelligence e Vicedirettore del
Financial Times) l’esposizione totale delle banche extra-UE a Grecia,
Spagna, Irlanda e Portogallo supererebbe i 2.000 miliardi di dollari, non
necessariamente di debiti inesigibili, ma sicuramente di cui non se ne
conoscono i dettagli, comprese le banche che nel mercato interbancario
rifiutano di concedere prestiti. Questo può generare di nuovo una crisi di
fiducia e di liquidità come per i subprime. Ecco perché la necessità di
trasparenza sui bilanci e sulle attività della banche, ecco perché gli stress
test. Sull’argomento è intervenuto anche il Governatore della Banca
d’Italia M. Draghi: «Sono felice che in Europa si faccia avanti l’idea di
pubblicare gli stress test. È una procedura che ho sostenuto fin dall’inizio
e che in Italia seguiremo. Noi abbiamo tutto da guadagnare perché finora i
paesi con una buona struttura finanziaria hanno tutto da perdere da un
contagio. Le banche italiane, ha affermato il Governatore, sono in buone
condizioni e hanno tutto da guadagnare dalla pubblicazione dei risultati di
questi test condotti per dimostrare la capacità di resistenza alle crisi
finanziarie e ristabilire così la fiducia degli investitori. (…) Le banche
devono essere trasparenti verso i loro clienti che vogliono sapere
esattamente il modo in cui impiegano i soldi. Questo è il motivo per cui gli
stress test sono diventati così importanti».
Tassa sulle transazioni finanziarie
Si propone una tassa sulle transazioni finanziarie, che fu immaginata per la
prima volta da Tobin3 per limitare i movimenti speculativi, sarà proposta
dall’Unione Europea al G20. La maggioranza dei membri dell’UE (non
l’Italia) si è dichiarata determinata ad introdurla anche se dovesse fare
questa scelta solo l’Unione Europea.
Nella piattaforma CGIL di riforma fiscale “Per un fisco giusto” presentata
nel 2009 era stata già proposta, accanto all’istituzione di un’imposta sulle
grandi ricchezze e all’armonizzazione europea della tassazione sulle
rendite, l’introduzione di adeguate imposte finalizzate a disincentivare le
transazioni finanziarie a breve termine sostenute da efficaci controlli
amministrativi sui movimenti di capitale. Tutto questo al fine di operare
3 Il premio Nobel per l’Economia James Tobin propose nel 1972 una tassa su tutte le transazioni valutarie
con un’aliquota tra lo 0,05% e l’1%. L’idea era, da una parte, di penalizzare le posizioni a breve
puramente speculative e, dall’altra, di generare introiti cospicui da destinare allo sviluppo dei paesi
poveri. Caldeggiata dal movimento no-global, la Tobin tax è stata ripresa nel 2009 dal Presidente della
Financial services authority inglese, Lord Adair Turner, il quale ha proposto di imporre nuove tasse sulle
banche per ridurre i loro utili e, di conseguenza, limitare stipendi e bonus eccessivi dei banchieri.
4
un’equa redistribuzione del carico fiscale e del reddito a favore dei
lavoratori dipendenti e dei pensionati, sostenendo così anche la domanda
interna e la ripresa. Proprio nella crisi che stiamo attraversando sarebbe
peraltro indispensabile una riforma che sposti il peso eccessivo della
pressione tributaria che grava su quella parte della popolazione – la
maggior parte – fatta di lavoratori dipendenti e pensionati verso quelle
famiglie in cui è concentrato il patrimonio e la ricchezza privata. Uno
spostamento del carico fiscale verso quella parte di paese che impedisce la
giustizia fiscale, nuovi investimenti, la crescita, lo sviluppo e l’equilibrio
stesso del sistema economico.
Alcune valutazioni
Per esprimere un giudizio più approfondito sulle decisioni del Consiglio
Europeo bisognerà attendere la loro formalizzazione. Si può però già da
subito affermare che si tratta di decisioni positive, anche se ancora una
volta si è persa l’occasione per mettere in campo una politica economica
dell’Eurozona capace di contribuire alla crescita. La decisione relative ai
nuovi parametri di sostenibilità renderà meno gravoso per il nostro Paese
l’abbattimento dello stock di debito pubblico, abbattimento che, comunque,
resterà impegnativo e condizionerà in modo sensibile per molti anni ancora
le nostre possibilità di sviluppo.
Le decisioni sulle banche e sulle transazioni speculative rappresentano una
indubbia novità. Per la prima volta viene accolta, anche se in modo
parziale, la proposta avanzata da tempo, sia dalla CES che dalla CIS,
rispetto alla limitazione dei movimenti di capitale a fini speculativi. Sulla
tassazione delle banche, invece, per una valutazione compiuta, soprattutto
in rapporto al sistema bancario italiano, si richiederebbe maggiore
approfondimento, tenuto conto della discussione in atto su Basilea 3.
Ad ogni modo, si registra il primo segno che la politica non è più
disponibile a tollerare l’inerzia dei regolatori finanziari. A venti mesi dal
fallimento di Lehman Brothers non hanno ancora varato nuovi criteri sui
fallimenti bancari e sui relativi interventi di salvataggio che dovrebbero
essere concertati tra America, Europa e Asia.
Il Presidente degli Stai Uniti B. Obama con una lettera al G-20 chiede,
inoltre, all’Europa di accelerare gli sforzi per completare la necessaria
riforma finanziaria, sottolineando che risolvere le incertezze in corso sulla
trasparenza dei bilanci delle banche e sull’adeguatezza del loro capitale,
soprattutto in Europa, aiuterà a ridurre la volatilità dei mercati finanziari e i
costi di finanziamento. Tra i dissensi che i paesi del G-20 sono chiamati a
chiarire rapidamente c’è anche l’aggressivo taglio ai budget varato da
5
alcuni paesi europei. Tagli che rischiano di frenare l’economia e di non far
ripartire la domanda, cardine del modello di sviluppo che sta cercando di
intraprendere la nuova America. Nella lettera di Obama si legge: «Un forte
recupero dell’economia globale deve essere costruito su una equilibrata
crescita della domanda».

Fonte: Nota Cgil Nazionale

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