6.07.2010
Manovra, sanità “Caro paziente, la nostra protesta ti riguarda” I medici scrivono una lettera aperta ai cittadini. “Il nostro servizio sanitario sta per essere travolto da provvedimenti che avranno pesanti effetti sulla vita delle persone”. I più ricchi pagheranno, i meno abbienti “dovranno mettersi in fila” “Caro cittadino, ancora una volta sentiamo la necessità di rivolgerci direttamente a Te per illustrarti i motivi che spingono i professionisti della sanità a protestare contro la manovra economica varata dal Governo Berlusconi.” Inizia con queste parole la lettera aperta inviata dai medici ai cittadini e pazienti italiani per spiegare la protesta del 19 luglio, quando il servizio sanitario si fermerà per lo sciopero nazionale dei sindacati medici e della dirigenza. “Il nostro servizio sanitario – scrivono i medici - sta per essere travolto da una serie di provvedimenti che metteranno a rischio i servizi oggi garantiti con pesanti effetti sulla vita delle persone”. La manovra – ricordano i camici banchi – “taglierà i trasferimenti economici dallo Stato alle Regioni e ai Comuni e di conseguenza ridurrà le prestazioni nei settori della disabilità , della salute mentale e degli anziani fragili; condizionerà negativamente anche i servizi sanitari ospedalieri e territoriali e scompariranno le politiche della prevenzione”. Inoltre, se non dovessero esserci modifiche in Parlamento, “porterà al licenziamento di migliaia di medici precari impegnati nei settori dell’emergenza e al pensionamento di 30mila medici e dirigenti sanitari con l'impossibilità di assicurare la continuità assistenziale e l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza a causa della riduzione dei posti letto e delle sedute operatorie e comporterà l’allungamento delle liste di attesa anche per le prestazioni radiologiche di alta tecnologia”. Il risultato finale – si legge ancora nella lettera – “sarà la riduzione della qualità e della quantità delle prestazioni erogate ai cittadini italiani. “Chi può contare su adeguate condizioni economiche si rivolgerà al privato, ma chi vive in condizioni economiche disagiate o del proprio stipendio di dipendente o di una modesta pensione si dovrà mettere in fila.” La lettera è firmata da Anaao Assomed, Cimo-Asmd, Aaroi-Emac, Fp Cgil medici, Fvm, Fassid, Fesmed, Anpo-Ascoti, Fials medici, Sds Snabi, Aupi, Sinafo, Fedir sanità , Sidirss.
fonte: http://www.rassegna.it/articoli/2010/07/5/64398/caro-paziente-la-nostra-protesta-ti-riguarda
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