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PREMI, A-BUSI E ISTRIONISMI di Antonio V. Gelormini
11.07.2010

PREMI, A-BUSI E ISTRIONISMI
di Antonio V. Gelormini
Forse è arrivato il momento di affrontare l’argomento con più sobrietà. “Calvinianamente” con più leggerezza di pensiero e contemporaneamente con la serietà e la serenità di decisioni destinate a garantire una prospettiva più o meno lunga, larga o profonda al Premio Città di Bari.
La vicenda che ha visto contrapposti l’istrionismo “isterico” dello scrittore Aldo Busi alla giuria del Premio letterario levantino, ed allo stesso Comune di Bari, contribuisce a rendere l’approccio sul futuro della manifestazione decisamente meno provinciale e necessariamente più professionale. Il Premio Città di Bari è tra i pochi a non avere ancora un proprio sito internet.
Forse è arrivato il momento di ammettere con coraggio che il nome di Pinuccio Tatarella, ispiratore amato e stimato del Premio, per il peso della personalità indubbiamente più politico che letterario, costituirà sempre una sorta di zavorra, per il decollo di un’iniziativa legata al riconoscimento del talento artistico di autori, poeti e scrittori.
Avendolo conosciuto, e avendone apprezzato le doti raffinate di mediazione politica, ho buone ragioni per credere che lo stesso Tatarella non abbia mai avuto in mente di legare il proprio nome alla manifestazione. Voluta per dare lustro alla città che più volte lo ha eletto tra i suoi più autorevoli rappresentanti parlamentari. Ed ho altrettante buone ragioni per credere che, se fosse ancora tra noi miserevoli mortali, sarebbe il primo a fare il passo funzionale alla ricercata armonia e utile al successo adeguato della sua “creatura”: il Premio Letterario Città di Bari.
Proviamo, allora, a ricordarlo con la stessa simpatia e lo stesso sorriso che ne caratterizzavano la familiarità e il legame con Bari, con la sua Puglia e i suoi tantissimi amici. Creando, per esempio, una sezione speciale del Premio a lui intitolata, legata magari al saggio politico o alla letteratura politica. O, meglio ancora, facendo ricorso alla sua giovialità.
Celebrandolo nella forma più popolare e più vicina alla memoria e all’affetto di quanti a lungo ebbero modo di frequentarlo. Penso a un grande torneo nazionale, da organizzare a Bari, di Scopa o di Scopone scientifico, dedicato al Pinuccio Tatarella più autentico e più intimamente meridionale, nell’accezione più nobile del termine. Forse il modo migliore per sentirlo ancora vicino, ascoltandone la risata, leggendogli negli occhi passione, arguzia ed eterno entusiasmo. E perpetuandone nella giocata di ognuno, verace e provocante, l’incisività d’azione socializzatrice.
(gelormini@katamail.com )

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