Welfare Italia :: Il punto :: SEN.CE ANNA FINOCCHIAROSU . No alla manovra Invia ad un amico Statistiche FAQ
4 Maggio 2024 Sab                 WelfareItalia: Punto laico di informazione e di impegno sociale
Cerca in W.I Foto Gallery Links Documenti Forum Iscritti Online
www.welfareeuropa.it www.welfarecremona.it www.welfarelombardia.it www.welfarenetwork.it

Welfare Italia
Home Page
Notizie
Brevi
Il punto
Lettere a Welfare
Cronaca
Politica
Dal Mondo
Dalle Regioni
Dall'Europa
Economia
Giovani
Lavoro
Cultura
Sociale
Ambiente
Welfare
Indian Time
Buone notizie
Radio Londra
Volontariato
Dai Partiti
Dal Parlamento Europeo
Area Iscritti
Username:
Password:
Ricordami!
Recupero password
Registrazione nuovo utente
Brevi

 Foto Gallery
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia

Ultimi Links







SEN.CE ANNA FINOCCHIAROSU . No alla manovra
15.07.2010

DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE SEN.CE ANNA FINOCCHIAROSU MANOVRA 2010 - 15 luglio 2010
FINOCCHIARO (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, una parola di verità come esordio. Noi non abbiamo mai messo in discussione né la necessità della manovra né la sua consistenza. Spero che affermarlo in questa sede così autorevole valga a fugare ulteriormente ogni dubbio e ogni strumentalizzazione.
Abbiamo invece insistito, e continueremo a farlo, sul fatto che questa manovra sia fortemente ed evidentemente iniqua e che essa sia recessiva, destinata cioè ad impoverire il Paese di ogni prospettiva di crescita e di sviluppo.
Poiché sono nell'età nella quale posso consentirmi di fare la persona saggia, vorrei guardare all'iniquità di questa manovra, alla sua straordinaria povertà di effetti nel tempo, al suo essere davvero così circoscritta all'oggi, a questo momento, parlando di una questione che non ricorre normalmente nei dibattiti parlamentari e che non ricorre, anzi, nelle parole della politica.
È una questione riguardante i ragazzi e le ragazze di questo Paese. Non c'è una misura, in questa manovra, che riguardi le giovani generazioni, i ragazzi e le ragazze italiane. Eppure, nel 2009, il 63 per cento dei posti di lavoro persi è riconducibile a lavoratori dipendenti a termine, collaboratori a progetto, ragazzi, ragazze normalmente. Nella fascia di età tra i 19 e i 29 anni, la perdita di occupati ha raggiunto le 300 mila unità, che corrispondono al 79 per cento della flessione complessiva e portano il tasso di disoccupazione giovanile in Italia al 25,4 per cento, una percentuale che è più del triplo del tasso di disoccupazione nazionale e molto al di sopra di quello europeo (che è del 19,8 per cento).
Secondo l'ultimo rapporto dell'ISTAT, dal 1983 ad oggi, si sono triplicati i ragazzi tra i 30 e 34 anni che vivono con i genitori, a testimonianza di una perdita di autonomia, ma anche di una perdita di fiducia senza precedenti nelle giovani generazioni italiane. Deteniamo il primato europeo per coloro che vengono definiti dall'acronimo NEET, cioè i ragazzi tra i 15 e i 19 anni che sono al di fuori dal mercato del lavoro, fuori da ogni percorso di istruzione, fuori da ogni percorso di formazione. In Italia, essi sono due milioni.
Io potrei continuare, ma mi fermo qui. Abbiamo presentato i nostri emendamenti a correzione parziale di questi drammatici dati e di questo trend ma, ovviamente, sono stati da noi presentati e discussi e da voi serenamente bocciati. Né c'è traccia di una misura riguardante i giovani italiani nel maxi emendamento che sottoporrete, serenamente, al voto di fiducia.
Invece, su questo aspetto io voglio insistere. Sarebbe poi troppo facile (sarà troppo facile) dire che mi occupo di tale questione perché sono una donna e perché sono una madre, ma non potrete così sfuggire, voi che siete, come me, padri e madri di figli privilegiati in questo Paese (oltre ogni misura privilegiati e per ogni ragione privilegiati) al dato essenziale che state venendo meno alla prima responsabilità di una classe dirigente, quella cioè di creare un'altra classe dirigente e - dico di più - un popolo, che fra 15 anni si assuma la responsabilità dell'Italia. (Applausi dal Gruppo PD).
Questa è una responsabilità politica, che non ha niente a che fare con il resto.
E non c'è una misura sul Mezzogiorno. Avete vinto anche in Sicilia - lasciamo perdere quello che avete fatto dopo in Sicilia - sull'onda del Ponte sullo Stretto; ebbene - articolo 46 - gli unici soldi che ci sono, quei pochi che ci sono, sono destinati al MOSE; il resto, se guardiamo all'esperienza fatta in questi anni con i fondi FAS, li destinerete serenamente a spesa corrente.
E questo mentre alle donne italiane, con i tagli peraltro alle Regioni e ai comuni, togliete servizi indispensabili per rendere tollerabile, sostenibile il mettere insieme il lavoro di curare la famiglia ed i figli ed il lavoro all'esterno, ed esse ringrazieranno vivamente, perché avete aumentato, fuori da ogni ragionevole previsione e fuori da ogni progressività, di almeno cinque anni il termine per andare in pensione.
Nessuna misura per la crescita, per gli investimenti, per lo sviluppo: i miei colleghi sono molto più bravi di me e ve lo hanno spiegato in ogni modo, in Commissione e in discussione generale.
E allora vediamola, l'Italia che racconteremo dopo questa finanziaria. Cosa è accaduto in questi anni, quali sono le grandi riforme di cui il Governo Berlusconi può fregiarsi? La riforma sul federalismo, vero ministro Calderoli? Quanto ci abbiamo lavorato, Ministro, per partire da un testo che noi non condividevamo e arrivare ad un testo che può rappresentare e rappresenterà, in questa legislatura, l'unica occasione in cui le due parti, le opposizioni e la maggioranza, che si incontrano in quest'Aula, ma di più, le due parti del Paese, si sono parlate, si sono capite e sono arrivate ad un testo condiviso? Con i tagli alle Regioni e ai comuni quel federalismo lì, che è coerente con i principi di sussidiarietà e solidarietà, che dà un'occasione al Mezzogiorno e alle sue classi dirigenti di mostrare responsabilità e buon governo, che dà prospettive di sviluppo e nuovi poteri ai cittadini e capacità di controllo sulle istituzioni pubbliche, è sepolto! (Applausi dal Gruppo PD). Quello che torna qui - e per questo non fate una piega anche voi - è di nuovo la pistola in mano alle Regioni ricche: l'esecuzione stavolta è affidata alle Regioni ricche e ai cittadini delle Regioni più povere ed in difficoltà toccherà una mattanza di diritti e di cittadinanza.
La stessa riforma della pubblica amministrazione: un punto valeva a qualificarla come espressione di una politica moderna e avanzata, ed era quello di riorganizzare secondo efficienza, merito e produttività. Era l'unica parte che distingueva e dava un segno della innovazione alle politiche di questo Governo: l'avete ovviamente sospesa. (Brusìo).
Capisco che i colleghi abbiano molti argomenti di cui interessarsi, preferirei avere un poco di silenzio, Presidente. Presidente Schifani, non riesco a parlare con questo brusìo. Presidente Schifani! Non riesco a parlare con questo brusìo e non riesco a farmi sentire da nessuno. (Proteste del Gruppo PdL).
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
FINOCCHIARO (PD). Sentite cari colleghi, se a voi non interessa che questo sia il luogo in cui anche voi costate una «n», è affare vostro: noi, da questa parte, pretendiamo che quando si alza una voce qualunque, di chiunque di noi qui dentro, gli altri ascoltino! (Applausi dai Gruppi PD e IdV). E peraltro, guardate che vi sta guardando ed osservando il Paese e non date, ve lo giuro, un bello spettacolo!
Ma perché questa manovra? Ora, il ministro Tremonti più volte, con la sua autorevolezza anche scientifica, e ancora ieri ha detto tre parole, parole che condividiamo e sulle quali i nostri Governi precedenti hanno costruito politiche anche dure per il Paese: Europa, austerità, rigore. Bene, benissimo. Ma le parole non sono polisenso, ministro Tremonti, le parole hanno un solo netto significato: l'Europa non può valere per il saldo contabile e non valere per il Trattato di Lisbona, non può valere per il saldo contabile e non valere per il diritto allo studio, alla formazione e all'istruzione, non può valere per il saldo contabile e non valere per il lavoro e per i suoi diritti. Che Europa è? (Applausi dal Gruppo PD).
E l'Europa certo che dice bene; ha ragione. È ovvio che l'Europa dica bene e che bene dicano tutti gli altri organismi che guardano a come l'Italia fronteggia una crisi economica e un debito pubblico spaventoso e una spesa pubblica fuori controllo, certo, fuori controllo anche con voi; con voi, anzi, il tasso di aumento della spesa pubblica è stato più vistoso e più consistente. Ma l'Europa non controlla le politiche. Cosa importa se per arrivare alla fine del mese affamate i figli piuttosto che rinunciare all'auto di lusso. Non le importa. All'Europa importano solo i saldi.
E altri Paesi in Europa, a cominciare dalla Germania, all'interno di una manovra rigorosissima, forse, anzi certamente, più rigorosa di quella che qui si sta facendo, hanno inserito politiche per lo sviluppo, per la crescita, una sola, ripeto, una sola che riguarda ancora una volta le giovani generazioni (Applausi dal Gruppo PD e della senatrice Giai): lo studio, la formazione, la ricerca, con un vincolo addirittura alle Regioni del 10 per cento della spesa destinata a questo fine.
PRESIDENTE. La prego di concludere, senatrice.
FINOCCHIARO (PD). Ho finito.
E allora qual è il perché profondo? Ve lo dico in maniera brutale e anche molto sbrigativa. Il perché profondo è che in questa manovra non c'è alcuna strategia politica. Questa è una manovra contabile e, secondo me, non è fatta neanche tanto bene. Non siete neanche stati capaci di presentarla come si deve.
Ministro Tremonti, le sue parole, austerità e rigore, risuonano, con il carico di significato che hanno, se sono insieme ad un'altra parola che pure lei ha usato, ed è quella che riguarda la giustizia, la giustizia della manovra, il fatto di gravare allo stesso modo e progressivamente, come dice la Costituzione, su chi ha poco o quasi niente e sugli sterminati patrimoni e le ricchezze e le rendite che da questa manovra non vengono tassati neanche per un euro.
E poi hanno anche un altro significato. Austerità e rigore sono parole che hanno un suono e hanno avuto un significato per la storia di questo Paese quando venivano pronunciate da persone come - me lo lasci dire - Enrico Berlinguer e Carlo Azeglio Ciampi. Non è riferito a lei, ministro Tremonti, la prego di credermi. Allora avevano un significato. Ma dette oggi, mentre ci si squaderna sulle pagine di tutti i giornali, il sottobosco parassitario che cresce sotto il trono di chi intende regnare e non governare, come fa e continua a fare il presidente Berlusconi (Applausi dal Gruppo PD), questo pullulare di personaggi strani, di gente che ciascuno di voi, io credo, avrebbe difficoltà ad incontrare anche solo per il caffè e che vengono accreditati per influire, condizionare, suggerire, telefonare, spingere, pressare sulle più alte cariche dello Stato, sui massimi dirigenti della magistratura italiana, sul Consiglio superiore della magistratura, sulla Corte costituzionale...
PRESIDENTE. Senatrice Finocchiaro, la prego di concludere.
FINOCCHIARO (PD). Ho finito, Presidente, ho finito, ma non c'è cosa che non vada guardata politicamente in un contesto e se devo guardare a questa manovra in questo contesto nel quale in due mesi due Ministri e un Sottosegretario di questo Governo sono stati davanti all'Italia costretti alle dimissioni per la vergogna, io le dico che se non ci fosse da piangere, sarebbe davvero grottesco e ridicolo. (Applausi dai Gruppi PD e IdV e della senatrice Giai. Molte congratulazioni. Commenti dal Gruppo PdL).

fonte. Sen.ce Cinzia Fontana

Welfare Italia
Hits: 1801
Il punto >>
I commenti degli utenti (Solo gli iscritti possono inserire commenti)
Terza pagina

Sondaggi
E' giusto che Bersani si accordi con Berlusconi per le rifome ?

Si
No
Non so
Ultime dal Forum
La voce del padrone di Lucio Garofalo
Salotti culturali dell'Estate bolognese
Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?
NO LEADER, NO PARTY di Luigi Boschi
UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO di A.De Porti
POESIA DI VITA di Luigi Boschi
La vita spericolata del premier di Silvia Terribili
Romea Commerciale di Orlando Masiero
Sondaggio, 15mila i voti finora espressi
Buon che? di Danilo D'Antonio
L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini
Il reality scolastico su "Rai Educational"
Vuoto indietro diventa proposta di legge,





| Redazione | Contatti | Bannerkit | Pubblicità | Disclaimer |
www.welfareitalia.it , quotidiano gratuito on line, è iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 393 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti