18.07.2010
FESTIVAL VERDI 2010: DOV'E' IL FILO ROSSO CHE CONDUCE ALL'OPERA? Cosa può essere Verdi nel XXI secolo? Quale può essere il pensiero distintivo del Festival Verdi di Parma rispetto agli allestimenti del Teatro alla Scala, anziché della Fenice, del Maggio Musicale Fiorentino o dell'Opera di Vienna, tanto per citarne solo alcuni? La sfida è indubbiamente ardua soprattutto se riferita ad uno fra gli autori più conosciuti e rappresentati al mondo. Ma la circostanza non sembra interessi la Fondazione Teatro Regio di Parma visto il programma presentato pur ricco e articolato. Non si può certo parlare di ricerca artistica o di aver individuato un percorso culturale originale e caratterizzante... E d'altra parte non lo si è mai fatto in questi anni. Si è sempre preferita, e non si è andati oltre, la forma celebrativa.
Come tradurre sul palcoscenico nel 2010 la straordinaria tensione drammaturgica delle opere di Verdi? Come conferire oggi forza alla parola scenica verdiana attraverso quello straordinario insieme di musica, canto, teatro e immagini che è il melodramma ottocentesco? Quale interpretazione culturale? Quali allestimenti? E mi chiedo perché qui, a Parma, se come dice Meli, tutti ci guardano, non si tenti una qualche fuga in avanti, anziché un riarrangiamento del passato? Perché, ad esempio, non si percorre la nuova strada della sperimentazione delle più moderne tecniche cinematografiche applicandole all'opera? L'unico filo conduttore sembra la produzione in alta definizione per il 2013 della raccolta completa di tutte le opere di Verdi registrate e prodotte in questi anni. Certo apprezzabile ma insufficiente, direi quasi scontato, nell'era digitale e con i mezzi impiegati. (CONTINUA : http://www.luigiboschi.it:80/?q=node/33800 )
Luigi Boschi
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