29.07.2010
Sovvertire il diluvio: I precari dell’Ispra raccontati da Isabella Borghese | di Isabella Moroni Un racconto-reportage su uno degli eventi che stanno modificando il mondo del lavoro in Italia: la protesta dei precari dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che, alla fine del 2009, sono saliti sul tetto del loro Istituto nel tentativo di bloccare 250 licenziamenti dopo i duecento già portati a termine e i tagli previsti per la ricerca ambientale. “Sovvertire il diluvio“ pubblicato da 18:30 edizioni nella collana Microlit, è il libro che narra tutto questo. L’autrice, Isabella Borghese, che ha trascorso tempo e condiviso pensieri con i precari, parla del loro coraggio, della loro determinazione, della loro protesta. Racconta una giornata tipo delle cinquantanove trascorse sul tetto dell’Ispra. Un racconto che rende l’immagine di una generazione di lavoratori: la loro quotidianita’, le tende per dormire, il cibo da spartire, le assemblee a cui partecipare, ma soprattutto mette in luce il disinteresse di una repubblica fondata sul lavoro proprio nei confronti dei lavoratori. I precari dell’Ispra attendono ancora e fra incontri, tavoli e proposte disattese, ma con la loro storia, con il loro “diluvio” hanno dato voce a tutti i lavoratori a rischio d’Italia. Ne parliamo con Isabella Borghese. Di tutte le azioni che negli ultimi tempi i lavoratori precari o a rischio hanno portato avanti per difendere il lavoro e la dignità , perchè proprio l’ISPRA? Conosco molti precari dell’ISPRA. Sono stata a trovarli sul tetto e quel giorno ho pensato di dar voce, con il mio progetto e i miei canali, alla loro protesta. Racconta come è nato il progetto di questo libro. Sovvertire il diluvio ha avuto origine grazie alla conoscenza di alcuni precari. Questo è stato chiaramente l’input iniziale considerando che è da più di un anno che seguivi le loro proteste. Tra le altre cose la condizione di precariato come hai già accennato tu ad ampio raggio coinvolge moltissimi settori. E questo è stato il secondo elemento importante, motore del progetto. Da quale motivazione (o emozione) sei partita per scriverlo? Dall’affetto, dalla solidarietà , ma anche il coraggio e la determinazione che hanno sostenuto i precari lassù, in ogni momento dell’occupazione. Cosa hai provato trattando un argomento con così tanti risvolti, e così strettamente legato al controllo sull’ambiente? Io seguo l’attività di alcuni amici dell’Ispra quotidianamente e ogni tanto da vicino. Sono capitata spesso nei loro laboratori, sono a conoscenza delle loro missioni, chiaramente l’aspetto principale a toccarmi è credere che si possa fare a meno della ricerca e della protezione ambientale, o comunque ridurla nettamente, in un periodo in cui, tra l’altro le condizioni climatiche e i cambiamenti sembrano tutt’altro che di poco conto. Come è stato accolto dai precari-protagonisti? Con entusiasmo, curiosità . E anche con gratitudine per aver dato voce alla loro protesta. E direi anche con entusiasmo. Stiamo collaborando molto insieme. Cosa resta di quei giorni sul tetto? Le trattative stanno portando a qualcosa di concreto? Proprio il 13 luglio ero con loro al ministero dell’ambiente. Si sono riuniti per consegnare le firme della petizione (circa 4500) a Nicotra e avere e chiedere chiarimenti sui concorsi. Molti di loro tra le altre cose hanno i contratti in scadenza di nuovo a dicembre.
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