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Migranti, i volti della diaspora africana in Italia
29.07.2010

Migranti, i volti della diaspora africana in Italia
Una comunità eterogenea e dinamica che si sta strutturando nei settori dell'economia, della cultura e della politica del nostro Paese. E che spesso si scontra con lo scoglio di un'integrazione difficile se non impossibile.
Le storie Creatività e impegno politico
L'immigrazione dinamica dei laureati. Molti di loro studiano in Italia per poi tornare in patria e contribuire allo sviluppo economico del Paese d'origine. Altri decidono di restare per tutelare i diritti delle comunità.
Il progetto
Mida, per un cambio di mentalità
L'Oim sostiene chi vuole partecipare concretamente alla crescita del proprio Paese d'origine. Per dimostrare che l'Africa può camminare da sola. Soprattutto quando le donne sono protagoniste dello sviluppo.
Gli immigrati in Italia sono il 7 per cento della popolazione: 4,3 milioni su 60,2. La diaspora africana conta per il 20 per cento con poco più di 870mila unità, di cui 600mila dal Maghreb. Dell'Africa subsahariana le comunità più numerose sono la senegalese (67mila) e la nigeriana (44mila). Ma non solo numeri. Sono le tante Afriche: a tutti gli effetti rappresentanze in Italia di almeno 26 dei 53 Stati indipendenti, oltre al Territorio del Sahara occidentale. Per la mentalità europea, tormentata dalla necessità di ricondurre tutto all'unità, è come leggere un libro di storia, di cultura, di costume attraverso la lente di un caleidoscopio. Il risultato è un dramma che si riflette nella cronaca quotidiana di un processo di integrazione talmente ricco e dinamico, che coglie tutti impreparati. Indipendentemente dalla buona fede. Eppure questa comunità così eterogenea si sta strutturando nei settori dell'economia, della cultura e della politica del nostro Paese.

Imprenditoria etnica
Secondo l'Organizazzione internazionale delle Migrazioni (Oim), gli immigrati titolari d'impresa sono 165.114 e ogni anno aumentano. Edith Elise Jaomazava, nominata 'Imprenditore immigrato dell'Anno' dalla MoneyGram, la societa' di trasferimenti internazionali di denaro che ogni anno premia l'eccellenza dell'imprenditoria etnica. Di origine malgascia, Jaomazava, 40 anni, gestisce da sei anni 'SA.VA', un'azienda di spezie a Moncalieri, in provincia di Torino. L'impresa è in piena crescita: nel 2009 le vendite sono aumentate del 62,8 per cento. Oltre a sfidare la crisi in Italia Jaomazava, sposata con un italiano e madre di quattro figli, si fa promotrice dello sviluppo in Madagascar: la vaniglia e la cannella coltivate nel nord di quel Paese danno lavoro a 300 persone. "Le difficoltà sono state molte. Come fare a raccontarle?", scrive sul suo sito online, "la lingua e le leggi, la diffidenza dei clienti che si fermano al colore della pelle e non riescono a vedere la serieta' del lavoro. E poi la famiglia, che non si può certo trascurare". Edith Elise Jaomazava guarda lontano. Nel 2011 prevede di aprire una nuova sede in Madagascar per migliorare la logistica della filiera con l'Italia.
L'eritreo Hannea Gemal Ali è il re dell''halal'. Arrivato in Italia nel 2002, anche lui e' stato premiato dalla MoneyGram come 'Giovane imprenditore 2010'. E' titolare della 'Zula Italy Food', azienda che produce e commercializza generi alimentari 'halal', ossia cibi che rispettano i dettami della religione musulmana. Nel 2009 le vendite non solo non hanno risentito della crisi ma sono aumentate del 30%. L'azienda, che conta appena su tre dipendenti, lavora principalmente con l'Europa.
Francis Sietchiping, gastroenterologo camerunese trasferitosi a Milano, nel 2007 decide con alcuni amici di fondare una banca etica per gli africani, la Unicontinental Bank. E' la prima in Italia della diaspora africana. "L'idea", racconta Sietchiping, "nasce
dalla nostra volontà, da noi africani d'Italia. Abbiamo voluto creare uno strumento di microfinanza e per farlo dovevamo fondare una banca ad hoc. L'intuizione iniziale era facilitare i trasferimenti di valuta tra l'Italia e l'Africa, oggi costoso e anche rischioso". Sietchiping, calcolatrice alla mano, ha fatto un po' di conti:ogni anno gli africani della diaspora nel mondo spediscono a casa circa 48 miliardi di dollari. Una somma importante su cui prendono le provvigioni società come la Western Union o la MoneyGram. Il progetto di Sietchiping e' ancora in fase di 'start up'. "Stiamo selezionando 5.000 africani pronti ad acquistare azioni per un minimo di 600 euro. Speriamo di chiudere le prenotazioni entro giugno e di aprire la banca per la fine dell'anno", ha spiegato Ibrahima Camara, membro del comitato di garanzia. "Come diceva Thomas Sankara (ex presidente del Burkina Faso, ndr), dobbiamo produrre e consumare africano". Un progetto, dunque, di ispirazione panafricana: la banca etica sara' posseduta all'80 per cento da africani. I fondatori prevedono di aprire un'agenzia in Senegal e più sedi in Italia, con il placet della Banca d'Italia.

per leggere l'intero articolo clicca qui
- http://www.agimondo.it/migranti-i-volti-della-diaspora-africana-in-italia  

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