14.08.2010
I lettori al fianco di Rassegna Edit Coop, la cooperativa editrice di Rassegna.it e Rassegna Sindacale, vive un momento difficile a causa dei tagli al settore. Firmati i primi accordi con la Fnsi e la Regione Lazio sulla riorganizzazione. Le lettere di stima, gli equivoci da chiarire
La notizia è di un mese fa, ma vale la pena di tornarci per aggiornare il quadro e chiarire alcuni aspetti. Edit Coop, la cooperativa editrice del settimanale della Cgil Rassegna Sindacale (fondato oltre 50 anni fa da Giuseppe Di Vittorio), di Rassegna.it e del mensile per la sicurezza 2087, ha dichiarato lo stato di crisi per evitare che il bilancio, finora sempre in equilibrio, venga destabilizzato irreparabilmente dal drastico taglio dei contributi all’editoria cooperativa. A dire la verità siamo in buona compagnia. Lo stesso nostro percorso è stato intrapreso non solo (ed è comprensibile) da Manifesto, Carta e altri quotidiani e periodici cooperativi, ma anche da grandi gruppi editoriali come l’Espresso, Rcs Corriere della Sera e da ultimo il Giornale, che si è prenotato per attivare lo stato di crisi.
Dopo il mandato dell’assemblea dei soci per l’apertura della nostra crisi biennale, con annesso progetto di rilancio, il 29 luglio è stato raggiunto un primo accordo con Mediacoop, Fnsi e Associazione stampa romana. L’intesa ha poi avuto il via libera della Regione Lazio che, in un incontro del 5 agosto, ha potuto constatare la presenza di tutti i requisiti per accedere alla legge 62/2001. Dal prossimo 10 settembre, dunque, partirà il piano di 24 mesi che ci consentirà , ne siamo certi, di continuare a dare notizie sul lavoro, come facciamo con orgoglio e senza interruzioni ormai da 17 anni. Prima con il settimanale, poi con tutti gli altri prodotti da noi ideati come Rassegna.it, 2087, agenda mia, oltre a svariati supplementi e numeri speciali collegati con il settimanale ma provvisti di un’identità autonoma.
C’è però un equivoco che va chiarito. Il peso di questa crisi non ricadrà in alcun modo sulle casse pubbliche, come certi forum hanno scritto liquidando la faccenda con il semplicistico “tanto paga Pantalone”. Non è così. Nel nostro piano non si fa ricorso ai prepensionamenti (tutti i colleghi che lasceranno il lavoro lo faranno per raggiunti limiti d’anzianità o vecchiaia), perciò niente esborsi pubblici. Medesime conclusioni per il discorso sulla cassa integrazione: riguarderà tutti i giornalisti per un massimo di tre giorni al mese, ma a “pagarla” saranno gli stessi redattori che dal 1993 versano regolarmente i contributi e che hanno deciso di abbassarsi lo stipendio, sempre rimasto al minimo contrattuale, per mantenere in vita tutte le testate.
Della nostra vicenda ha parlato anche Il Manifesto nell’edizione del 3 agosto (“L’allarme di Rassegna, “I tagli di Tremonti ci strozzano”, leggi l’articolo) e la notizia, pubblicata su Rassegna Sindacale e su questo stesso sito, è stata ripresa da più parti anche sul web. In redazione sono giunti numerosi attestati d’incoraggiamento e di stima, oltre al supporto di molti tramite le donazioni. Ringraziamo tutti, ecco alcune lettere:
Carissimi, desidero che sappiate quanto la vostra realtà sia fondamentale per noi tutti noi che vi leggiamo, noi che condividiamo le vostre posizioni, noi che lavoriamo per e con voi, noi che non possiamo pensare di non leggervi più. Noi vogliamo che continuiate ad essere i compagni di avventura di sempre e per sempre. Con affetto fraterno. Susanna Sulis
La mia solidarietà nella speranza che Rassegna continui a svolgere la sua funzione di strumento di informazione e di dibattito per la Cgil e per tutto il mondo del lavoro. In bocca al lupo. Antonio Ruda
per leggere tutto l'articolo clicca qui: -- http://www.rassegna.it/articoli/2010/08/13/65681/i-lettori-al-fianco-di-rassegna
Al i siti del welfare espirimo solidarietà e vicinanza a Ressagna Sindacale
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