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Partiti e movimenti, intesa necessaria di Paolo Sylos Labini
19.04.2003

E' sotto gli occhi di tutti in Italia e all´estero, di amici e di nemici: il Cavalier Silvio Berlusconi si dibatte in una grave crisi. E che fanno gli esponenti dell´opposizione? Litigano su tutto, anche sulle terribili questioni su cui in via di principio sono d´accordo, come la guerra in Iraq. È incredibile, ma è così.
Non sono stato mai mosso da ambizioni propriamente politiche e mi sembra perciò di avere le carte in regola per "fare la predica", come dice a Gloucester re Lear quando impazzisce. Pacatamente dico a quei leader: ma vi rendete conto che coi vostri litigi e i vostri personalismi aiutate il Cavaliere ad uscire dalla crisi? Comprendete che così facendo vi beccate la maledizione (laica) delle persone civili di oggi e di domani? Certo, anche raggiungendo un minimo di coesione non è detto che in tempi brevi Berlusconi possa essere battuto. Ma oggi quel che soprattutto importa è di fornire un punto di riferimento a gente disorientata e delusa, ciò che può preparare un ricambio credibile e civile all´attuale governo. Già ora un tale mutamento ha un importante valore politico poiché può rafforzare la resistenza a misure pessime come quelle adottate nell´interesse di Berlusconi, della famiglia e dei suoi soci.
L´ultimo progetto pessimo è quello che prevede il ripristino dell´immunità parlamentare che era stata modificata in termini accettabili nel ´93. Inutilmente Franco Cordero, in un dibattito trasmesso pochi giorni fa da La7, ha spiegato perché quell´immunità in passato aveva una precisa ragion d´essere che poi ha perduto: oggi serve solo a due imputati eccellenti, Berlusconi e Previti. Il 9 aprile la Camera ha approvato un progetto di Boato – un rivoluzionario molto "ex" – che mira a ripristinare, peggiorandola, la vecchia legge. È vero: il progetto Boato così com´è non serve direttamente al nobile scopo di tutelare Berlusconi e Previti: occorre integrarlo, ciò che esponenti della Casa delle impunità hanno dichiarato di voler fare al Senato. E che diavolo fa l´opposizione in tutto questo? Invece di chiedere subito il rinvio, per l´inesistenza di qualsiasi urgenza, o almeno di votare contro, si astiene. Per di più Maccanico cerca di appropriarsi di un compito che spetta a Pecorella e a Taormina e prepara un progetto perfino peggiore di quello di Boato perché garantisce l´immunità parlamentare di Berlusconi sebbene i processi siano in corso in Italia e in Spagna e cancella il principio costituzionale dell´eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Se vuole recuperare la buona considerazione di cui godeva, non solo deve ripudiare quel progetto, ma deve combatterlo; sul piano del diritto, chieda lumi a Cordero. È anche vero che Casini si è dichiarato pronto a "stoppare" quel progetto; ma io attendo i fatti: l´esperienza delle nomine Rai è stata penosa. Casini sta lì perché è stato eletto nelle liste della Casa delle impunità e Berlusconi coglie ogni occasione per ricordarglielo e ricondurlo all´obbedienza.
La critica principale – lo sdegno – riguarda l´opposizione. Perché non hanno fatto valere l´inesistenza di ogni urgenza? E perché si sono astenuti? E poi si meravigliano per la crescita dei movimenti di opposizione civile!
Sabato scorso si è tenuta un´Assemblea di rappresentanti di partiti e di movimenti. Nelle precedenti settimane avevano avuto luogo due riunioni con quei rappresentanti, con lo stesso obbiettivo: cercare di trovare ciò che ci unisce e dar vita ad un nuovo Ulivo, con partiti più coesi e allargato ai movimenti. Il movimento cui appartengo, "Opposizione civile", aveva proposto da almeno un anno la formazione di una Costituente, aperta a tutti, con pari dignità. Non pochi movimenti preferiscono una "piazza grande", un Forum, dove ciascuno discute, senza impegni, chi discute non rischia, chi decide sì. Altri, riconosciuta l´estrema gravità della situazione, sono pronti a correre il rischio di essere strumentalizzati, avviando la creazione di una Costituente che al principio dovrebbe avere un minimo di regole e pochi punti programmatici. In una delle precedenti riunioni il rappresentante di uno dei movimenti aveva proposto solo due punti, battere Berlusconi ed appoggiare le posizioni simili a quelle della Francia e della Germania per l´Iraq e per il ruolo dell´Onu. I rappresentanti di "Opposizione civile" hanno parlato di una posizione non diversa a quella del Comitato nazionale di liberazione, con due o tre punti programmatici in più rispetto ai due appena richiamati ed avviando il processo costituente con un agile comitato provvisorio per vincere le diffidenze e muovere i primi passi. Ha portato avanti con forza e abilità tutte queste proposte, arricchendole, Pietro Scoppola, che aveva promosso la riunione a nome dei "Cittadini per l´Ulivo". Erano presenti quasi tutti i leader dei partiti, c´era anche Giovanni Berlinguer, ma, purtroppo, non c´era Cofferati. Oramai tutti i leader responsabili sembrano aver capito che partiti e movimenti possono vincere solo se si mettono insieme. Ha detto giustamente Scoppola che il nuovo Ulivo deve mirare in primo luogo a far proseliti fra le persone che non sono mai state, o non sono più, nei partiti.
Sia ben chiaro: nessuno di noi pretende che le differenze fra partiti e movimenti e all´interno degli uni e degli altri vengano represse. Io stesso qualche anno fa ho avuto una dura polemica col vertice dei ds e in particolare con D´Alema; ma già in quel tempo avevo messo bene in chiaro che «tutte le forze di opposizione sono nella stessa barca», che la polemica mirava a modificare la strategia, come poi in una certa misura è avvenuto specialmente grazie a Berlusconi, e che eravamo «pronti a collaborare»; come ricordo nel mio recente libro, scrivevo nel novembre 2001, ma quelle considerazioni valgono oggi perfino più di ieri. E chi aspira a sostituire gli attuali leader operi con la persuasione e senza assai sgradevoli forzature.
Intervenendo nell´Assemblea, D´Alema ha detto che lui diffida del doppio binario, Forum e Costituente, ed è favorevole solo al processo costituente: al nuovo Ulivo occorre una nuova Casa comune. Sono affermazioni che mi trovano del tutto d´accordo. Checché ne dicano i (pochi) critici appartenenti ai partiti e quelli, più numerosi, dei movimenti, che preferiscono parlare piuttosto che affrontare i rischi di decidere, la via della Costituente è l´unica da seguire per vincere una battaglia che prima di coinvolgere gl´interessi dei singoli e dei gruppi è una battaglia di civiltà.

daRepubblica 19 aprile 2003


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