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La verità secondo il sen. Luigi Bobbio
28.09.2003

Carissimi, ho avuto l'autorizzazione a diffondere questo testo che ho trovato particolarmente brillante, oltre che molto chiaramente esplicativo
del significato pratico dell'emendamento Bobbio (quant'è difficile accettare questa omonimia!).
A presto
Simona di Communitas
----
Sull'interpretazione secondo Bobbio, magistrato, sostituto procuratore


Sono assolutamente certo che l'on. Senatore Luigi Bobbio, oltre che "magistrato - sostituto procuratore" e parlamentare assai attivo - come
ampiamente illustra la sua scheda personale pubblicata, con la rituale (ma, in questo caso, decisamente bella) foto, sul sito del Parlamento
italiano - è altresì giurista di fine preparazione e profonde letture.

Egli, certamente, sa del vivace dibattito, giurisprudenziale e dottrinario, sviluppatosi negli Stati uniti, sin dai tempi del New deal roosveltiano,
poi durante la presidenza Warren della Corte Suprema e tuttora aperto durante l'attuale, lunghissima, presidenza di William H. Renquist, sul rapporto
tra la Costituzione, la legge, intesa come massima espressione della volontà popolare espressa dal Congresso, e l'interpretazione del giudice; e ancora
sulla "storicità " del testo normativo raffrontata con la necessità di applicarlo a casi diversi da quelli previsti dal legislatore, e sui limiti connaturali (o non) alla judicial review. Egli, di certo, ha letto i recenti contributi sul punto, fra gli altri, di Ronald Dworkin, di Cass Sunstein,di Richard Posner, come sa della interpretazione secondo il "costituente storico" propugnata dal Justice Scalia, e conosce il parallelo dibattito apertosi nel 1998 nel Regno unito, dopo l'entrata in vigore dello Human
Rights Act che, secondo alcuni Autori, avrebbe introdotto forme di judicial review anche in quell'ordinamento, sino ad allora considerato immune da
tale contagio.

Sono altresì convinto che il senatore Bobbio, "magistrato - sostituto procuratore", conosce benissimo le teorie, tanto appassionatamente
sostenute, con argomenti diversi, nel diritto civile italiano ed europeo, in ordine alla interpretazione delle "clausole generali" del codice e delle
leggi, dalla buona fede alla correttezza, dall'equità alla ragionevolezza.
Non gli saranno certo sfuggite neppure le letture degli artt. 2043 e segg. del codice civile che hanno portato alla introduzione, per via di
abominevole interpretazione del chiaro testo di legge, del cd "danno biologico". Neppure al Bobbio, "magistrato - sostituto procuratore" e fine
giurista, saranno sfuggite alcune recenti e meno recenti aberrazioni delle Corti europee, da Strasburgo a Lussemburgo, che invitano apertamente il
giudice nazionale a interpretare il suo diritto nazionale alla luce dei Trattati e della Convenzione CEDU, se del caso (non sia mai !) disapplicandolo se ritenuto ad essi contrario, con ciò andando contro alla volontà del "popolo sovrano", che è ben rappresentato da sì attenti e colti giuristi. Infine le notti del Nostro, tra una Commissione di indagine sull'inquinamento del fiume Sarno ed una seduta della Commissione Telekom, saranno certamente trascorse nell'analisi della giurisprudenza della Corte
costituzionale, malauguratamente non ancora "regionale", quando, del tutto incautamente, invita il giudice alla interpretazione costituzionalmente compatibile delle norme o, peggio, effettua una delega di bilanciamento dei valori all'interprete a valle e, quindi, al volubile collega, di cui il Bobbio conosce bene la propensione a "sbarellare" .
Mosso da giusta preoccupazione per tanto vasta e tanto perigliosa propensione alla libera interpretazione della (di per se chiara, come ognun sa) volontà del "popolo", e volendo por argine a questa invasione continua di campo, che tante perdite di tempo causa alla giustizia, il Bobbio, "magistrato- sostituto procuratore", due giorni or sono ha trovato l'uovo di Colombo; non potendo, ma solo per ragioni di tempo, intervenire a correggere la U.S. Supreme Court di Washington o la House of Lords di Londra, non
potendosi neppure recare a Strasburgo, a Lussemburgo o all'Aja per indicare a quei giudici gli sbagli in cui incorrono, e non essendo neppure stato
invitato alle lectures di diritto costituzionale comparato della New York University o di Oxford, come pure avrebbe ben meritato per la sua instancabile attività scientifica, ha deciso di stroncare alla radice, almeno in Italia, il nefasto fenomeno. Ritenendo che "si debba porre termine al fenomeno deplorevole dei giudici legislatori" (come da resoconto stenografico testuale della seduta della Commissione Giustizia del Senato, che mai, come questa volta, riporta esattamente il Pensiero del
Proponente), e ben sostenuto da altri due legislatori insigni quali sono il Ministro della giustizia, on. Senatore Castelli, "ingegnere acustico", e il Presidente stesso della Commissione, on. Senatore Caruso, "avvocato", il nostro "magistrato- sostituto procuratore" ha quadrato il cerchio proponendo: "si proibisca al giudice di sbarellare !".
In questo modo, con poche ma sentite parole del Presidente Caruso, "avvocato" ("è apparso altresì opportuno sanzionare sotto il profilo disciplinare, anche in considerazione di molti casi di abuso avvenuti, quell'attività di interpretazione delle norme di diritto che in modo palese ed inequivoco si ponga in contrasto con la lettera e lo spirito della legge o abbia contenuto creativo, per la ragione che in tali casi non si può più correttamente parlare di interpretazione ma si tratta in realtà di
svolgimento di un'altra funzione, non attribuita dalla legge ai giudici, quale è la funzione legislativa che, come è noto, compete in via primaria al
Parlamento") si è inferto un meritato e decisivo colpo allo sbarellamento giudiziario, semplicemente proibendolo.

Ora, quando sarà chiamato dalle parti a verificare la compatibilità della norma interna a quella comunitaria, il giudice eviterà inutili (e costosi,
come certamente avrà pensato l'ing. Castelli) rinvii pregiudiziali a Lussemburgo, e potrà dire, semplicemente e con minor dispendio di energie:
"che me ne importa, basta guardare sulla Gazzetta" (ufficiale, non dello Sport, malpensanti che siete).

E quando gli si porrà il problema della interpretazione costituzionalmente compatibile di una norma che gli appare (ma solo perché è un ignorante)
oscura, andrà a leggere i lavori parlamentari, vedrà cosa voleva davvero dire il proponente, leggerà il parere della competente commissione, e il
caso sarà risolto in quattro e quattr'otto, senza tanti impicci. A meno che dai lavori parlamentari non si capisca nulla, ma in tal caso potrà sempre
telefonare al Relatore, anche a casa, se necessario, e chiarezza sarà fatta.
Meno chiaro cosa succederà per le clausole generali del codice civile; ma, forse, verranno abrogate con successiva iniziativa dell'on. Senatore
Bobbio, "magistrato- sostituto procuratore". In fondo, non se ne sente il bisogno e complicano la vita.

Un interprete creativo pentito.
Ignazio Juan Patrone, Magistrato

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