Nuovo panino di McDonald’s Alberto Lupini
La mozzarella sarà italiana?
Ve lo ricordate l’uomo sandwich che promuoveva il McItaly, il famoso panino della McDonald’s che avrebbe dovuto rappresentare la nuova via per la promozione dell’agroalimentare italiano? Da ex ministro delle Politiche agricole si trova ora a fare il Governatore del Veneto, ma quella brutta scivolata di Luca Zaia ha lasciato il segno. Dopo avere di fatto certificato la bontà dei prodotti utilizzati dal colosso americano per farcire i suoi panini, magari un po’ dubbi (e sui quali avevamo espresso non poche perplessità), ci piacerebbe sentire il parere del nuovo Doge di Venezia dopo avere appreso che McDonald's preparerà un nuovo panino italiano, stavolta con la mozzarella. Si chiama "Mozzarillo” ed è in verità una focaccia all’origano farcita con mozzarella di latte 100% italiano e hamburger, anch’esso dichiarato come made in Italy.

Bene, si potrebbe pensare, un altro passo verso una riqualificazione dell’offerta alimentare. Se non fosse che questo formaggio potrebbe essere taroccato. A produrre questa mozzarella sarà infatti la Lat-Bri, azienda brianzola di Usmate che è tra i principali importatori di latte e semilavorati stranieri (coi quali fa anche mozzarelle). Azienda, va sottolineato, a cui era stata sospesa la licenza per le attività legate alla produzione e al commercio di formaggio perché nei due pozzi veniva utilizzata acqua contaminata e per il caso di mozzarella blu trovata in un supermercato a Milano.

Certo da McDonald’s assicurano che la mozzarella che sarà in vendita da oggi a Milano sarà fatta solo con latte italiano. A garantirlo è la Lat-Bri, dicono. Vista la realtà dell’azienda ci chiediamo se qualche controllino in più dei Nas potrebbe non essere inutile... Giusto per garantire i consumatori e il buon nome di Lat-Bri e McDonald’s. Tanto più che ora a tessere le lodi dell’operazione e a farne da garante non c’è più Zaia...

E a proposito degli interventi promozionali di Zaia nei confronti di McDonald’s, va ricordato che questi erano avvenuti più o meno insieme all’avvio del maxi investimento ministeriale, attraverso BuonItalia, per sostenere l’adozione di menu regionali nella prima classe di Alitalia. Un’operazione da qualche milione di euro che è stata però cassata giusto in queste ore dal ministro Giancarlo Galan, che ha ritenuto non più sostenibili certi costi promozionali. Meglio, dice, tutelare i prodotti sul serio.

E così alcuni dei più forti exploit d’immagine di Zaia vengono uno dopo l’altro archiviati, mentre sul tavolo del suo successore restano intatti, e forse aggravati, i problemi di un settore che non aveva solo come emergenze il Prosecco o le quote latte (con gli imbroglioni che hanno fatto inserire in Finanziaria un ennesimo rinvio per le multe che devono pagare). Pensiamo solo ai pomodori italiani sepolti sotto montagne di prodotti cinesi o di altre provenienze che vengono spacciati come nostri o al dramma dei pastori che, non avendo finora trovato adeguati sponsor politici, sono in piena crisi mettendo a repentaglio un settore che, come quello ovino, ci è invidiato in tutto il mondo.

E a proposito delle manifestazioni di questi giorni dei pastori ricordiamo che il consumo di un solo mezzo chilo di vero pecorino italiano in più a famiglia nell'arco di un anno sarebbe sufficiente per salvare la pastorizia italiana e il valore culturale, ambientale ed economico che rappresenta. Ma a fronte di ciò cosa fa lo Stato italiano? Attraverso la società Simest ha un'industria in Romania che con latte romeno e ungherese produce formaggi di pecora venduti sui mercati europeo e Usa. Forse è davvero tempo che Galan, oltre a tagliare i rami secchi delle promozioni, avvii quella politica di tutela e valorizzazione che farebbe della filiera agroalimentare italiana un’occasione di sviluppo per l’intero Paese, a vantaggio di produttori e consumatori.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net

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