Welfare Italia :: Il punto :: Un'altra scuola si può fare Invia ad un amico Statistiche FAQ
9 Maggio 2025 Ven                 WelfareItalia: Punto laico di informazione e di impegno sociale
Cerca in W.I Foto Gallery Links Documenti Forum Iscritti Online
www.welfareeuropa.it www.welfarecremona.it www.welfarelombardia.it www.welfarenetwork.it

Welfare Italia
Home Page
Notizie
Brevi
Il punto
Lettere a Welfare
Cronaca
Politica
Dal Mondo
Dalle Regioni
Dall'Europa
Economia
Giovani
Lavoro
Cultura
Sociale
Ambiente
Welfare
Indian Time
Buone notizie
Radio Londra
Volontariato
Dai Partiti
Dal Parlamento Europeo
Area Iscritti
Username:
Password:
Ricordami!
Recupero password
Registrazione nuovo utente
Brevi

 Foto Gallery
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia

Ultimi Links







Un'altra scuola si può fare
14.09.2010

"Un'altra scuola si può fare". Associazioni e sindacati in protesta davanti al Miur. ( di Maurizio Minnucci)
"In classe manca tutto, dagli armadi alla carta igienica". Poi l'annuncio: 8 ottobre cortei e manifestazioni in tutta Italia

Giuliana Lilli è docente precaria al nono giorno di sciopero della fame. E sul suo viso si vede. Ieri era alla manifestazione sullo Stretto di Messina, oggi (13 settembre) è tornata a Roma per partecipare al sit-in davanti al ministero dell'Istruzione contro i tagli della riforma Gelmini. "In Sicilia – racconta - eravamo tantissimi, è stato importante per il Sud. Per farci sentire abbiamo bloccato i traghetti e anche una parte dei binari. Purtroppo c'è stato qualche tafferuglio e 25 colleghi sono stati denunciati, io stessa ho visto che a molti sono state chieste le generalità. Perché continuo a protestare? Semplicemente lo ritengo doveroso, il mio sciopero della fame è un atto simbolico per chiedere più informazione su questo tema che certe volte sembra dimenticato".

Tante e diverse le bandiere e i simboli dei manifestanti, circa 500, che si sono radunati davanti al Miur il giorno in cui è suonata la prima campanella: Rete degli Studenti, Cobas, Unione degli studenti, Comitati dei precari, Flc Cgil, Rifondazione e Fgci. "Un'altra scuola si può fare", recita lo striscione più grande sulla scalinata del dicestero. "La scuola è pubblica e non si tocca, la difenderemo con la lotta", scandiscono i manifestanti. Alcuni di loro hanno anche bloccato per una decina di minuti la strada davanti al Miur, lungo viale Trastevere al centro di Roma, fermando la corsa del tram 8. Ma in generale la protesta si è svolta in modo pacifico senza alcun problema con le forze dell'ordine schierate davanti all'ingresso del ministero.

Quando sulle gradinate prende la parola Andrea, giovanissimo rappresentante dell'Uds, la sua voce è un misto di emozione e fermezza: "Il nostro 'no' alla riforma – scandisce - è un 'no' sensato, vogliamo una scuola diversa, non come quella attuale che a volte siamo costretti a subire". La parola d'ordine è unire, unire i giovani, i precari, i professori di ruolo e il personale Ata "contro la divisione dall'alto, per una riforma che non sia dettata dal ministero dell'Economia". È proprio su questo tema, sulla necessità di una lotta che unisca tutte le parti in causa, che insistono tutti quelli giunti qui a protestare, genitori (pochi per la verità), alunni e insegnanti.

Emblematico il racconto del primo giorno di scuola di Francesca, nella doppia veste di insegnante precaria e madre di due figli che frequentano le elementari: "Abbiamo lasciato i nostri bambini in un'aula piccolissima, stipati in 25, ci entravano a malapena. I maestri ci hanno detto che manca tutto e ci hanno addirittura chiesto di fare una colletta per comprare almeno un armadio e la carta igienica. Ecco come sta la scuola pubblica". La prima campanella, per lei, è stata particolarmente dura: "Come se non bastasse, come docente per me il primo giorno di scuola non c'è stato proprio, perché dopo tanti anni d'insegnamento non sono rientrata nelle liste".

Paola Cola, altra precaria, racconta di una situazione al limite della decenza: "Che manchino i professori ormai è chiaro a tutti. Ma qui ci sono anche problemi di sicurezza: nel mio istituto, quando è venuto il responsabile che controlla l'agibilità, ci ha fatto capire chiaramente che mancano i soldi, e ci ha detto che sette scuole su dieci, in realtà, non avrebbero i requisiti per restare aperte. Per non parlare dei bidelli che mancano: il preside ci ha detto che se un bambino vuole andare in bagno dobbiamo aspettare che siano un po' a chiederlo, farli mettere in fila e portarli tutti insieme, altrimenti saremmo costretti ogni volta a bloccare la lezione".

per leggere tutto l'articolo clicca qui:

fonte: http://www.rassegna.it/articoli/2010/09/13/66392/prof-e-studenti-non-ci-fermeremo

Welfare Italia
Hits: 1859
Il punto >>
I commenti degli utenti (Solo gli iscritti possono inserire commenti)
Terza pagina

Sondaggi
E' giusto che Bersani si accordi con Berlusconi per le rifome ?

Si
No
Non so
Ultime dal Forum
La voce del padrone di Lucio Garofalo
Salotti culturali dell'Estate bolognese
Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?
NO LEADER, NO PARTY di Luigi Boschi
UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO di A.De Porti
POESIA DI VITA di Luigi Boschi
La vita spericolata del premier di Silvia Terribili
Romea Commerciale di Orlando Masiero
Sondaggio, 15mila i voti finora espressi
Buon che? di Danilo D'Antonio
L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini
Il reality scolastico su "Rai Educational"
Vuoto indietro diventa proposta di legge,





| Redazione | Contatti | Bannerkit | Pubblicità | Disclaimer |
www.welfareitalia.it , quotidiano gratuito on line, è iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 393 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti