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DEVE CAMBIARE IL SISTEMA, NON LE MAMME E I PAPÀ
14.09.2010

DEVE CAMBIARE IL SISTEMA, NON LE MAMME E I PAPÀ
Un convegno per discutere di un sistema che non funziona più
Trento. Il GRUPPO CULTURALE U.C.T. (Uomo Città Territorio) organizzerà il
convegno "GENITORI E FIGLI di fronte al TRIBUNALE per i MINORENNI - IL CASO
DI TRENTO" presso la sala Aurora di palazzo Trentini. Interverranno gli
avvocati: Chiara Arman, Mario Giuliano, Beppe Pontrelli, Francesco Romano,
Fabio Valcanover del foro di Trento e Francesco Miraglia del foro di Modena
(difensore dei coniugi Camparini, che recentemente avevano 'rapito' la
figlia Anna Giulia, esasperati dalle inutili lungaggini del tribunale dei
minori di Bologna). Sarà presente anche Michele Valenza di Cles (padre di
cinque figli, giudicato "genitore inadeguato") che porterà la sua
testimonianza. Il dibattito sarà coordinato dallo psicoterapeuta Giuseppe
Raspadori.
Sulla base di varie denunce ricevute dal nostro comitato, quando si passa da
una valutazione oggettiva dei fatti a un'analisi soggettiva, come nel caso
delle perizie e relazioni di natura psicologica-psichiatrica, gli abusi sono
inevitabili. Il nostro comitato ha raccolto parecchie segnalazioni di abuso
nel campo della salute mentale e a questo proposito vorremmo segnalare la
vicenda di un noto psichiatra considerato uno dei migliori professionisti di
Trento. Nel caso di una mamma, che ha chiesto l'anonimato ma che ci ha
fornito tutta la documentazione, in un colloquio di soli 45 minuti questo
psichiatra ha diagnosticato un «serio disturbo di personalità nel quale
convivono aspetti depressivi e narcisistici». Nel caso di un'altra mamma,
che invece è disposta a fare nomi e cognomi, in soli 15 minuti ha
diagnosticato dei «chiari indici psicopatologici». In entrambi i casi queste
perizie hanno avuto molto peso nella decisione del giudice.

Più in generale, leggendo alcuni documenti giuridici potreste scoprire che:
il disegno di un albero a punta è un "chiaro indice di abuso", una bambina
che vince premi musicali internazionali sta "sublimando la sua sofferenza
nella musica", un papà che porta il figlio dalla nonna non riesce ad essere
"emotivamente vicino al figlio", una mamma che sta troppo attaccata al
figlio ha "comportamenti troppo accuditivi", ecc. ecc. Valutazioni
psichiatriche e psicologiche che potrebbero far sorridere se non fossero
alla base della sottrazione dei figli da parte dei tribunali dei minorenni.
E in molti casi anche le relazioni dei servizi sociali si basano su
considerazioni di natura psicologica e soggettiva. Possiamo capire
l'incredulità della gente comune e di molti professionisti, ma questi sono
esempi reali tratti da veri documenti giudiziari. Spesso si è convinti che
la sottrazione di minori sia dettata da oggettive condizioni di degrado. Si
da per scontato che la decisione del giudice si basi su abusi gravi e
oggettivi. Ma leggendo attentamente le sentenze si scopre che in parecchi
casi la motivazione è di natura psicologica, soggettiva, e alquanto
questionabile.

Della vicenda della mamma di Trento a cui hanno sottratto il figlio appena
nato sono state dette molte cose. Spero sia ormai chiaro a tutti che la
motivazione non era di natura economica, ma forse le motivazioni addotte
dovrebbero farci preoccupare ancora di più. Preoccupazioni espresse anche
dall'avvocato Annamaria Bernardini De Pace, membro dal 1987 del Giurì di
Autodisciplina Pubblicitaria e autrice di sette libri divulgativi del
diritto: «Secondo la legale della donna, i servizi sociali le imputano
'immaturità' e 'povertà materiale ed emotiva'. A parte l'indigenza, perché
non ho mai sentito che un figlio fosse tolto ai genitori per questo motivo,
se gli altri elementi potessero bastare avremmo mille casi come questo al
giorno».

Secondo le stime del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, in Italia
la percentuale di bambini sottratti per "inidoneità genitoriale"
("incapacità e metodi educativi non idonei", "impossibilità dei genitori a
seguire i figli", ecc. ecc.) è di circa l'80%. Ormai nessuna famiglia è
veramente al sicuro. Il caso di B. (che vede imputate cinque persone
che hanno permesso che due bambini -fratello e sorella- fossero strappati
alla famiglia sulla base di un disegno osé imputato falsamente alla bambina)
ci insegna che anche una famiglia perfettamente normale potrebbe vivere
questo dramma.

Purtroppo il sistema si affida ciecamente a queste valutazioni e relazioni,
sebbene sia noto che la psichiatria e la psicologia non sono discipline
scientifiche. Per una vera soluzione del problema le perizie
psicologiche-psichiatriche dovrebbero avere solo valore di opinioni e non
essere considerate direttamente come "accertamento della verità". Un bambino
dovrebbe essere sottratto solo sulla base di fatti gravi ed accertati o solo
dopo l'acquisizione di prove oggettive attendibili.

Silvio De Fanti
Vice presidente Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus
www.ccdu.org
info@ccdu.org

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