Sciopero generale di 4 ore il 24 ottobre

Sciopero generale di quattro ore il 24 ottobre. E\' questa la proposta che Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti avanzeranno sabato alla segreteria unitaria convocata per decidere le iniziative di lotta contro la riforma delle pensioni.

In una nota congiunta, i tre leader sindacali, criticano duramente il messaggio di ieri di Silvio Berlusconi: parole non condivisibili \"e che non corrispondono alla verità\" e danno appuntamento al 4 ottobre (manifestazione dei sindacati europei a Roma, in occasione dell\'apertura della Cig) per la prima occasione di protesta in piazza; chiedendo per quel giorno la diretta televisiva.

Prima dello sciopero generale ci saranno assemblee unitarie in tutti i luoghi di lavoro. E\' l\'avvio di una mobilitazione, scrivono i leader sindacali, \"che durerà per tutto il tempo necessario per contrastare e modificare le scelte che il governo ha deciso di assumere\".

I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil replicano al presidente del Consiglio: \"Non c\'è nessuna emergenza previdenziale, il nostro sistema è in equilibrio ed è tra i più sostenibili in Europa\". La manifestazione della Ces del 4 ottobre, sottolineano, \"sarà la prima occasione per mobilitarsi contro le scelte del governo e ristabilire, sui fatti, quella verità che si tende ad occultare con un\'informazione a senso unico\": anche per questo \"si rende necessaria la trasmissione in diretta della manifestazione\".

Nella dichiarazione congiunta, Pezzotta, Angeletti ed Epifani fanno appello alla mobilitazione di tutti, \"lavoratori, giovani e pensionati perché si difenda \"un sistema che non va stravolto, pena l\'acuirsi di tensioni nel mondo del lavoro, proprio mentre permangono inaccettabili privilegi e la totale assenza di un disegno organico e di riforma degli ammortizzatori sociali\". C\'è un richiamo forte anche alla decontribuzione per i nuovi assunti prevista dalla delega che \"mette a rischio per il futuro il pagamento delle pensioni in essere\".

Sotto accusa non è solo la riforma della previdenza ma anche \"le scelte del governo sulla Finanziaria. Il ragionamento però è centrato tutto sulle pensioni: secondo i leader sindacali, gli orientamenti del governo \"non trovano fondamento nei fattori di equilibrio della spesa previdenziale ma sono dettate dal bisogno di coprire con questa manovra la propria incapacità di rispettare una corretta politica di finanza pubblica\".

Si tratta, insistono i sindacati, una decisione di intervenire in maniera \"pesante e immotivata sulla riforma Dini\" scaricando errori e responsabilità sui lavoratori. In un quadro complessivo \"aggravato dalle decisioni delle aziende di liberarsi di lavoratori che già a 50 anni vengono considerati vecchi e inutilizzabili per le attività produttive\".

\"Il percorso proposto dalle organizzazioni sindacali resta – si legge ancora - invece quello più valido e più equo: garantire da subito la possibilità di costruire una previdenza integrativa per tutti i lavoratori pubblici e privati; intervenire per correggere le immotivate differenze delle aliquote contributive fra tutti i lavoratori per arrivare, su questa strada, alla verifica del sistema previdenziale nel 2005 già prevista dalla riforma Dini\".