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IL DEBITO PUBBLICO NON E’ PIU’ SANABILE di A.De Porti
21.09.2010

EURO 1.800.000.000.000 = Lire 3.600.000.000.000.000
IL DEBITO PUBBLICO, A MIO PARERE, NON E’ PIU’ SANABILE. A MENO CHE….di ARNALDO DE PORTI
Sono abituato, ahimè, come mi rimprovera abbastanza spesso anche la moglie, a fare delle riflessioni su problemi di ordine economico-sociale, anche perché, forse per devianza professionale, avendo lavorato in contesti centrali che dovevano e tuttora devono spaziare e soprattutto avere efficacia a largo spettro sulle persone alla pari degli… antibiotici, sono solito immedesimare i miei personali pensieri in quelli di larghi strati della realtà sociale. E mi pare che ciò non sia un male, ma anzi che ciò esprima un condivisibile sentimento civico-sociale.
Voglio dire che non sono certo uno che ragiona a questo modo: . ” che gli altri si arrangino, quando sto bene io, sono a posto con tutto ”. Ragionamento quest’ultimo che non solo aleggia nel contesto populistico, ma anche - e purtroppo – in chi fa della politica una mera professione, non badando al bene comune. E mi fermo qui per non…sproloquiare, sperando solo che detto preambolo possa introdurre meglio nella riflessione che segue.
Ormai è noto a tutti che il nostro debito pubblico ammonta a circa 1.800.000.000.000 di Euro. Per chi non ha le idee chiare, per debito pubblico si intende il debito dello Stato nei confronti dei vari soggetti, individui privati, imprese, banche, od anche stranieri, che hanno sottoscritto obbligazioni, BOT e CCT ecc.ecc. destinate a coprire il fabbisogno finanziario, ovvero il deficit pubblico. Forse il discorso richiederebbe qualche riga in più, ma mi pare che di ciò ne siano sufficientemente tutti al corrente..
Ebbene, si provi a riflettere sulla predetta cifra di 1.800 miliardi di euro che, suddivisa per i circa 60 milioni di cittadini italiani, sta a significare che, appena uno nasce, ha un già un debito pari a 30.000 Euro circa, quasi fosse una…tassa per emettere il primo vagito prima di insediarsi in questo mondo, (a cui non siamo poi tanto lontani da questo con le imposizioni fiscali mascherate di questo governo, ma questa è solo una boutade provocatoria).
Mi chiedo se anche gli altri, come il sottoscritto, si chiedono (scusate il bisticcio) come sarà possibile, se davvero lo sarà, sanare questo maledetto e macroscopico debito.
Tenuto conto che il numero degli occupati, (diciamo occupati oggi in qualche modo, a cui includerei un buon numero di sottoccupati) si aggira intorno ai 22.000.000 su circa 60.000.00 di soggetti che fanno parte della popolazione, ciò starebbe a significare - salvo errori ed omissioni – che sarebbe necessario che gli occupati, per sanare il debito pubblico, stessero circa 6-7 anni senza retribuzione…Ovviamente questo è un conto fatto alla carlona, tenendo conto solo delle buste paghe dei lavoratori e non già delle somme a carico per legge dei datori di lavoro..
Ed allora che facciamo ? Come si può anche semplicemente immaginare che il debito venga sanato ? Le strade, se vuoi anche dicendolo con una punta forte di provocazione, sarebbero queste:
1) Fare a meno (evento impossibile) di pagare gli stipendi per 6-7 anni circa o, come fanno le aziende in difficoltà, lo Stato-“azienda” (come immagina di possedere un nostro politico) dovrebbe chiedere una sorta di concordato preventivo con i debitori, ipotizzando che questo venga concesso dai Tribunali nella misura del 50, 60, 70 %, o dalle altre Istituzioni demandate allo scopo ;
2) Non restituire nulla ai debitori, posto che…accettino in nome di quel “cristiano”… altruismo in nome del quale vogliono dimostrare profonda gratitudine per il fatto che, bene o male, l’Italia concede loro si sopravvivere ancora;
3) Oppure, come ultima spiaggia, posto che non sia possibile ottenere il concordato di cui sopra, non esiste altro iter se non il fallimento, atteso che UE e FMI non sempre potrebbero essere disponibili a concederci degli aiuti, come è stato fatto per la Grecia. Con la differenza che, con la Grecia il rimborso (se ci sarà in maniera regolare) è stato rateizzato, mentre per l’Italia si richiederebbe forse un prestito a…fondo perduto. Dalla cui ipotesi, senza fare dell’allarmismo, non siamo poi tanto lontani.
Ditemi voi se c’è una strada diversa da quelle sopra ipotizzate. Io non la vedo. Di certo non si potrà continuare a pagare, ogni anno, 75 miliardi di Euro per interessi, stante il fatto che, ad un certo momento, non saremmo più in grado di pagare neanche quelli: tutto infatti ha una fine come sta nell’ordine delle cose.
A meno che il …padrone d’Italia non paghi tutto lui, magari a rate, per farsi vedere un bravo statista.
ARNALDO DE PORTI

P.S. Le basi di calcolo ovviamente sono molto approssimative, essendo state estrapolate dai mass-media, ma il contenuto del suddetto articolo è verosimilmente molto realistico nella sostanza..

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