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Coop Arcobaleno accusata di sperpero di denaro pubblico
10.10.2010

Coop Arcobaleno accusata di sperpero di denaro pubblico Ape donato a Coop di Rom del Montenegro: è polemica
Legacoopsociali Fvg al /Piccolo/ di Gorizia: "speculazione giornalistica contro l'intero comparto"
Gorizia
Un motocarro Ape donato ad una Cooperativa sociale di Rom del
Montenegro fa scattare la polemica. Progetto internazionale ProCoop nel
mirino, la Cooperativa sociale arcobaleno di Gorizia accusata di
"sperpero di denaro pubblico e non massimizzazione delle spese", ma
l'associazione regionale che riunisce le Coop sociali del Friuli Venezia
Giulia insorge. "E' un esempio scandaloso di disinformazione
giornalistica -- tuona Gian Luigi Bettoli, presidente di Legacoopsociali
Fvg, che accusa -: quella messa in atto dal quotidiano Il Piccolo,
edizione di Gorizia, è una campagna scandalistica ingiusta".*

*I fatti secondo Bettoli. *"Una Cooperativa sociale goriziana - spiega
il presidente di Legacoopsociali regionale - dona ad una Cooperativa
sociale del Montenegro, costituita da persone di etnia rom, un motocarro
Ape, dismesso da un'Azienda pubblica di servizi, la Iris, sempre di
Gorizia. Il valore dell'Ape è di poche decine di euro, praticamente
ferrovecchio".
Accade così che "la Cooperativa Sociale goriziana lo aggiusti, trasporti
e consegni a sue spese, alcune migliaia di euro. Dal nulla risorge,
grazie al riciclo, una possibilità operativa da parte di persone
svantaggiate in un Paese in via di sviluppo". Il tutto avviene
all'interno di un evento pubblico e "nell'ambito del progetto
internazionale ProCoop, finalizzato al sostegno ed alla riqualificazione
del Movimento Cooperativo in vari Paesi balcanici, intra ed
extraeuropei". All'evento partecipa anche "e non certo con funzione
secondaria il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo
Tondo", che, come ben ricorda Bettoli (che nella Presidenza Nazionale di
Legacoopsociali è anche responsabile per la Salute mentale, le
Dipendenze e le Nuove marginalità), è "buon conoscitore e sostenitore
della Cooperazione, particolarmente di quella sociale".
La Cooperativa sociale in questione è la Arcobaleno di Gorizia, "una
realtà storica della Cooperazione sociale friul-giuliana ed italiana,
sorta proprio 30 anni fa grazie all'impegno di don Alberto De Nadai,
uomo di punta della Arcidiocesi goriziana nel campo della solidarietà".
Lo stesso De Nadai -- prosegue il presidente di Legacoopsociali Fvg --
"fondatore negli anni successivi di numerose e qualificate altre
iniziative a favore dei poveri, dei tossico ed alcool dipendenti, dei
carcerati".
A presiedere oggi la Cooperativa sociale Arcobaleno, "fiore
all'occhiello di Legacoop in quella provincia", è Fabrizio Valencic,
cooperatore triestino con un lungo passato nella Cooperazione sociale
nata dal Movimento di deospedalizzazione psichiatrica e manicomiale
promosso da Franco Basaglia grazie anche alla Legge 180. Valencic ha
esperienza peraltro anche di Cooperazione internazionale tra Cooperative
ed Imprese sociali.
*Le accuse di Legacoop sociali Fvg contro l'edizione goriziana de Il
Piccolo. *"Il quotidiano Il Piccolo, edizione goriziana, inizia il 1°
ottobre -- afferma Bettoli - una campagna scandalistica a proposito
dell'iniziativa. Il succo degli articoli è che ci sia stato sperpero di
denaro pubblico. Non massimizzazione delle spese utilizzate per convegni
ed incontri internazionali già progettati, approvati dalle superiori
istanze, e programmati da tempo, ma il contrario. Praticamente una
specie di "volo di stato", di quelli cui ci ha abituato ordinariamente
la politica italiana".
Il risultato di tale posizione del quotidiano goriziano sarebbe, sempre
stando alle affermazioni del presidente di Legacoopsociali Friuli
Venezia Giulia, quello "di far apparire con la "c" minuscola
un'esperienza storica, che non a caso abbiamo voluto descrivere con
singolare sovrabbondanza di maiuscole".
Ma il presidente di Legacoopsociali Fvg va oltre. "Il sospetto è che se
non si fosse trattato, come beneficiario, di una Cooperativa sociale di
Rom, non ci sarebbe forse stata polemica. Quegli stessi Rom -- incalza
Gian Luigi Bettoli - che sono stati le vittime delle recenti Guerre
Balcaniche, massacrati da ognuna delle parti in conflitto ed assai
maltrattati anche dai regimi sorti successivamente. Non a caso masse di
Rom sono fuggiti in gran numero nel nostro Paese: si fa un gran parlare
di aiutare i migranti nel loro Paese ma poi, se lo si fa sul serio, e
per di più con poca spesa, si viene insultati gratuitamente a mezzo stampa".
Bettoli ricorda altresì che Gorizia è stata "l'unica città italiana che
ha avuto il raro, e non gradito, "privilegio" di vedere qualche sua
piazza attraversata dai proiettili della Guerra di Indipendenza della
Slovenia, vista la contiguità tra Gorizia e Nova Gorica, nome della
gemella città slovena scritto con diversa grafia ma da leggersi
esattamente come il nome italiano, solo senza le seconda "i"!". Ebbene,
prosegue Bettoli, "chiunque fosse stato testimone degli effetti
"italiani" della battaglia sul piazzale del posto di confine della Casa
Rossa, sarebbe diversamente sensibile ai temi della Cooperazione
Internazionale e della stabilizzazione dei Paesi balcanici".
La chiosa di Bettoli sull'informazione locale è amara e riguarda il
pericolo della presenza del "germe, da cui, per fortuna, la maggioranza
della categoria è vaccinata, del demagogo populista, dedito a fustigare
i deboli ed a lasciare indenni i potenti. Questo germe non si chiama
"giornalismo", ma - con termine slavo, per l'appunto -- dizinformacija,
leggasi: disinformaziia, con la "s" dura".

Legacoopsociali Fvg



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