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Il governo pensa alla “legge delega” su export armi
19.10.2010

Il governo pensa alla “legge delega” per il recepimento di una direttiva UE
Il Governo Berlusconi intende modificare da solo la legge sull’export di armi: Rete Disarmo chiede trasparenza e discussione
pubblica ed in Parlamento

Con l’approvazione in Consiglio dei Ministri il 17 settembre
scorso, il Governo ha messo in atto (si attende una prima firma del
Presidente Napolitano per l’ingresso in Parlamento) la modifica
della legge 185 del 1990, cioè la legislazione che da venti anni pone
l’Italia all’avanguardia sul controllo del commercio di armi. Una
delegazione di Rete Italiana per il Disarmo è stata convocata
venerdì 15 ottobre dal Consigliere Militare di Palazzo Chigi,
Ammiraglio Picchi, per un incontro con le strutture tecniche che hanno
seguito la stesura del provvedimento ricevendo la spiegazione a grandi
linee, dei contenuti del Disegno di legge delega.

L'iniziativa legislativa - hanno spiegato i tecnici del Consigliere
Militare - nasce dalla necessità di recepimento di una direttiva
comunitaria (la Direttiva 2009/43/CE che "semplifica le modalità e le
condizioni dei trasferimenti all’interno delle Comunità di prodotti
per la difesa") ed intende armonizzare le legislazioni di tutti i
paesi UE e soprattutto favorire una integrazione del mercato
comunitario di questa industria. Con il rischio di una perdita di
trasparenza ed informazione, soprattutto per l’Italia.

L’Europa ha infatti introdotto nuovi tipi di licenze per le vendite
internazionali di armi o di parti di armi: con la licenza globale e
quella generale si potranno autorizzare una volta per tutte
trasferimenti di alcune classi di prodotti o trasferimenti originati
da una singola industria. Con i controlli tutti spostati alla fine del
processo. Una dinamica che, se non ben controllata, rischia di far
partire una serie di triangolazioni verso paesi problematici
sfruttando come trampolino di lancio paesi europei in cui i controlli
sono meno precisi.

"Al di là degli aspetti tecnici, che ci riserviamo di approfondire
e commentare una volta letto il testo del Disegno di Legge di
iniziativa governativa - afferma Chiara Bonaiuti ricercatrice di OSCAR
Ires Toscana –non condividiamo la forma della Legge Delega, con la
quale si riduce il potere del decisore legislativo di regolamentare
una materia che tocca i temi della politica estera italiana e della
human security, sottraendo al Parlamento e alla società civile una
titolarità che era stata la centro di tutto l’impianto della legge
n. 185/90”.

La prima richiesta della Rete Italiana per il Disarmo è quindi
quella di un ripensamento sull’iter della legge, anche perché a
nostro parere un Disegno di Legge normale avrebbe anche strada più
veloce garantendo il recepimento nei tempi dettati dalla Unione
Europea (30 giugno 2011), una delle preoccupazioni maggiori
esplicitate dai rappresentanti governativi durante l’incontro.

“Il punto vero è cercare di cogliere questa necessità come
un’occasione positiva di un rilancio (anche a livello
internazionale) del controllo degli armamenti quello che ad oggi ci
sembra sia trattato solo come obbligo di natura comunitaria”, hanno
affermato durante l’incontro padre Alex Zanotelli ed Eugenio
Melandri, partecipanti all’incontro nella delegazione di Rete
Disarmo perché protagonisti a suo tempo di quella grande spinta della
società civile che portò all’approvazione della legge 185/90.
“Non dimentichiamoci che in questo biennio è in discussione
all’ONU il Trattato sui Trasferimenti di Armi (ATT) e che l’Europa
stessa non ha un sistema vincolante di norme sulle armi: la Posizione
Comune attualmente in vigore non è vincolante né sanzionatoria e non
possiede un sistema omogeneo di dati. L’Italia potrebbe mettersi
alla testa di un grande rinnovamento e miglioramento della situazione
internazionale, ma ciò deve partire da un ampio dibattito sia
nell’opinione pubblica che in parlamento”, hanno concluso i due
esponenti a margine dell’incontro. L’Italia potrebbe mettersi alla
testa di un grande rinnovamento e miglioramento della situazione
internazionale, ma ciò deve partire da un ampio dibattito sia
nell’opinione pubblica che in parlamento”, hanno concluso i due
esponenti a margine dell’incontro. Achille Tagliaferri delle ACLI,
intervenuto in rappresentanza di Tavola della Pace ha poi ricordato
che “la recente crescita esponenziale del nostro export militare non
ci può lasciare indifferenti in un mondo dominato dai conflitti e in
cui le spese belliche stanno aumentando mentre la crisi economica è
così profonda”.

“Di certo il nostro ruolo non vuole essere quello della difesa
alla lettera della legge attuale - sottolinea Giorgio Beretta esperto
della Rete sui dati di export italiano - ma sicuramente del suo
spirito e soprattutto dei suoi alti standard di trasparenza: non
vogliamo perdere nulla delle informazioni che già vengono fornite ed
anzi vogliamo stimolare una regolamentazione ancora più precisa dei
dati che dovranno essere pubblicati ogni anno, chiedendo con forza che
l’Italia si faccia promotrice di un’armonizzazione virtuosa degli
standard informativi presso tutti i paesi UE. Inoltre non vogliamo che
‘spariscano’ come successo recentemente tabelle e dati che ci sono
utili ad analizzare per esempio i flussi finanziari di appoggio al
commercio di armi. Non va dimenticato, infatti, che quelle
informazioni furono introdotte nella legge 185/90 a seguito degli
scandali di trasferimenti di armamenti verso Iraq, Iran e Sudfrica che
all'epoca era sotto embargo: i fondi di questo traffici arrivavano tra
l'altro alla filiale della Banca Nazionale del Lavoro di Atlanta
(USA)". E in tempi di terrorismo internazionale il controllo e la
trasparenza sulle transazioni bancarie è quanto di più necessario",
conclude Beretta.

Il disegno di Legge prevede poi il recepimento di una posizione
comune UE del 2003 sugli intermediari di armi (i cosiddetti broker):
solo le aziende avranno titolarità ad intermediare in tale commercio.


“il principio ci sembra interessante e positivo - conclude
Francesco Vignarca coordinatore di Rete Disarmo - ma il problema vero
è che in tutto questo provvedimento le armi piccole e cosiddette
leggere restano escluse. Sono queste le vere armi di distruzione di
massa in giro per il mondo, le più pericolose e quindi quelle che
andrebbero maggiormente controllate. Perciò anche a questo riguardo
come Rete chiediamo di cogliere l’occasione e inserire sotto un
unico sistema articolato di controlli anche queste tipologie di
armi”.

La Rete Italiana per il Disarmo annuncia che farà partire a breve
una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e del
Parlamento, che dovrà nei prossimi giorni iniziare a farsi carico del
percorso di discussione del Disegno di Legge. Le richieste centrali di
tale mobilitazione saranno:

1) No alla Legge Delega come strumento per sistematizzare la materia
dell’export di armi

2) Si all’occasione del recepimento della direttiva UE per
determinare con certezza controlli e strumenti di pubblicazione dei
dati sull’export militare italiano. L’Italia dovrebbe farsi
promotrice in seno UE (anche per la grande esperienza di venti anni di
185!) di un innalzamento forte degli standard di trasparenza sulle
armi.

3) Si al recepimento della posizione comune UE sugli intermediari di
armi, con le limitazioni ad aziende per questi tipi di affari, ma solo
se anche le armi piccole o leggere saranno ricomprese nella stessa
normativa

DOCUMENTI

Il comunicato sul provvedimento del Consiglio dei Ministri del 17
settembre
http://www.governo.it/Governo/Provvedimenti/dettaglio.asp?d=59836

Il testo in vigore della legge 185/90 (e successive modifiche)

http://www.governo.it/Presidenza/UCPMA/doc/legge185_90.pdf

La Direttiva UE 2009/443/CE

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2009:146:0001:0036:it:PDF

IL COMUNICATO IN PDF

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