16.12.2010
ALFANO (IDV): “SCILIPOTI PERSONAGGIO VICINO A COSCHE CALABRESI” Palermo, 16 Dic. “Che io non abbia mai avuto stima dell’on. Scilipoti lo sanno anche i sassi, ma quello che sta venendo fuori su questo ambiguo personaggio merita ulteriori commenti e denunce. C’era da aspettarsi un voltafaccia da parte di questo anonimo deputato visto che corteggiamenti e abboccamenti sono in atto già da tempo”. Lo ha detto Sonia Alfano, europarlamentare e responsabile nazionale del Dipartimento Antimafia di Italia dei Valori.
“In perfetto stile berlusconiano Scilipoti aveva presentato il 22 novembre scorso un’interrogazione parlamentare con la quale sosteneva l’ingiustizia dell’arresto dell’ex sindaco di Furnari (ME) Salvatore Lopes, che è Forza Italia, come il fratello Armando, attuale presidente del consorzio intercomunale Tindari-Nebrodi. Ad una manifestazione di questo consorzio ha presenziato, al fianco di Armando Lopes, il senatore condannato per mafia Marcello Dell'Utri - sottolinea - che nell'occasione è stato presentato da Lopes ai sindaci della zona lì presenti”.
“L'amministrazione comunale di Furnari guidata dall'amico di Scilipoti - aggiunge Alfano - è stata sciolta per mafia l'anno scorso e Salvatore Lopes, arrestato nell'operazione antimafia della Dda di Messina denominata ‘Torrente’ è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa”. “In ultimo, ma non per gravità , cito un fatto: Scilipoti è segnalato, in modo non molto onorevole, nella relazione prefettizia che portò al decreto di scioglimento firmato dal Presidente Ciampi per il comune di Terme Vigliatore grazie ad una battaglia di legalità portata avanti dall’indimenticato Prof. Adolfo Parmaliana, concittadino di Scilipoti. Gli ispettori ministeriali - afferma - ritengono il deputato vicino ad esponenti delle più importanti cosche di Reggio Calabria. E’ triste che al Parlamento, da perfetto Dr. Jekill e Mr. Hyde, sia giunto Scilipoti, mentre il prof. Parmaliana, come ultima denuncia contro il potere mafioso imperante in quel territorio, ha dovuto togliersi la vita il 2 ottobre 2008. Ripensare alla selezione del ceto politico è un modo, oggi - conclude - per chiedere pubblicamente scusa ad Adolfo Parmaliana”.
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