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Chi ha tempo non aspetti tempo..
8.10.2003

Chi ha tempo non aspetti tempo

Cosa nasconde il decreto Moratti e come cambierà (in peggio ) la scuola dei nostri figli.

La questione del tempo ha assunto un aspetto fondamentale nelle vicende legate alla riforma della scuola.

Sono dovute passare 3 settimane dall’approvazione in prima lettura del Consiglio dei Ministri, perché si conoscesse la versione ufficiale del primo decreto attuativo che riguarda la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado.

Sempre legate al tempo saranno le prime scelte che i genitori dovranno fare in applicazione della legge Moratti. Infatti passeranno almeno 3 mesi prima che il decreto ottenga tutti i pareri e possa essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Giusto in tempo per le iscrizioni e la definizione dell’organico per il prossimo anno scolastico (nel 2003/2004 non cambierà assolutamente nulla).

I genitori dovranno decidere circa l’iscrizione anticipata o meno e circa il tempo scuola,cioè a che età mandarli a scuola e per quanto tempo. Scelte importanti e difficili alle quali le famiglie dovranno pensare in tempo utile.

Per quanto riguarda l’iscrizione anticipata alla scuola dell’infanzia (sempre che la Conferenza Stato Regioni dia l’ok che non ha dato per il 2003/2004), mi preme sottolineare che i genitori potranno decidere se far frequentare il proprio figlio per due anni, grazie all’anticipo, oppure per quattro, grazie al posticipo. Infatti chi compie i 6 anni dopo il 31 agosto non sarà più obbligato ad iscriversi in prima, ma potrà farlo l’anno dopo quando avrà ormai 7 anni e nel frattempo continuerà a stare per il quarto anno consecutivo alla scuola dell’infanzia. Quando poi andrà in prima avrà una differenza di venti mesi rispetto all’età dei suoi compagni di classe che avranno scelto l’iscrizione anticipata.

Per quanto riguarda il tempo scuola i genitori dovranno scegliere tra più orari di funzionamento. Per la scuola dell’infanzia si va da un minimo di 875 annue ad un massimo di 1700 ore, il doppio circa. Tradotto in pratica vorrà dire che ci saranno scuole che staranno aperte solo 4/5 ore al giorno, ed altre fino a 10 ore giornaliere.

Queste scelte dei genitori saranno fondamentali per decidere l’organico di una scuola,perché è chiaro che per far funzionare una scuola per 5 ore al giorno basta una sola maestra. Per la scuola primaria l’orario annuale delle lezioni, comprensivo dell’insegnamento della religione cattolica e della quota riservata alle regioni(che verrà definita con la legge sulla devolution di Bossi) sarà di 891 ore, ovvero 27 ore settimanali, di cui solo 25 per le discipline visto che due vanno utilizzate per la religione cattolica.

A queste 27 ore settimanali obbligatorie per tutti si potranno aggiungere fino a 3 ore settimanali, la cui scelta è facoltativa e opzionale. Anche in questo caso però l’orario non comprende il tempo eventualmente dedicato alla mensa. La scelta per le famiglie è facoltativa: ciò significa che nella stessa classe ci saranno bambini che frequenteranno per 27 ore,altri per 28, altri per 29 e infine altri per 30 ore settimanali.

Ma queste 3 ore aggiuntive oltre che facoltative sono anche opzionali, il che significa che la famiglia potrà decidere cosa far fare al proprio figlio: per cui ci sarà chi farà la ventottesima ora di motoria, la ventinovesima di musica e la trentesima di educazione all’immagine. Infatti il decreto prevede che per svolgere queste attività richieste dalle famiglie, le scuole possano fare contratti di prestazione d’opera con esperti.

E il tempo pieno? Il decreto all’articolo 16, comma 4, dice che è abrogato l’articolo 130 del Testo Unico, quello cioè che prevedeva il tempo pieno di 40 ore settimanali.

Molti non vorranno credere che di colpo possa scomparire un modello di scuola preferito da oltre l’80% delle scuole elementari modenesi. Invece tecnicamente sarà possibile, basterà che il decreto diventi esecutivo prima della definizione degli organici per l’anno prossimo. Per tenere aperta la scuola per 27 ore settimanali, anziché per 40, bastano poco più della metà delle maestre oggi in servizio.

Nel mio Circolo, che è tutto a tempo pieno, il Dirigente ha fatto le proiezioni, tenendo anche conto del fatto che molte di queste maestre saranno prevalenti, cioè dovranno fare non meno di 18 ore nella stessa classe, ed è risultato che l’anno prossimo ne basteranno 47/51 rispetto alle attuali 81.

L’operazione sarà assolutamente però indolore: non sarà necessario licenziare nessun insegnante di ruolo. Basterà non riassumere le molte supplenti oggi in servizio e risolvere così anche il problema del precariato. Tutto questo se i tempi di approvazione del decreto saranno rispettati.

Arturo Ghinelli

L'autore è maestro in una scuola di Modena.

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