14.10.2003
Lettera a Silvio Berlusconi
Con l'intervista a Spectator (quella dei "magistrati doppiamente matti") si potrebbe pensare che Berlusconi abbia toccato il fondo, anche se a New York, nei giorni successivi, ha sostenuto che, grazie alla sua "discesa in campo", evitò all'Italia "un futuro illiberale e soffocante" e, di recente, alla riunione di Forza Italia, ha detto che, prima di lui, l'Italia contava zero. Trattasi di agghiaccianti mistificazioni: l'Italia è un paese illiberale oggi, come è evidente agli occhi di tutti. L'Italia, con i precedenti governi illuminati, aveva acquistato credito e prestigio. Ebbero il coraggio di imporre enormi restrizioni agli italiani per uno scopo ben preciso e ambito: l'entrata dell'Italia nell'Europa. Ma quegli uomini si chiamavano Ciampi, Prodi, Amato e Dini. Le cialtronerie fanno parte del personaggio, abituato a fare spettacolo. Ma quel vilipendio ai magistrati definiti, tra l'altro, "mentalmente disturbati", è di gravità inaudita e ha lasciato il segno. Quell'attacco deve aver impressionato anche i suoi stessi sostenitori, tanto che la sua popolarità ha registrato un forte calo (emblematica è la valanga di "basta con Berlusconi" a "Domenica in"). Forse anche lui se ne è accorto. Infatti usa linguaggi meno aggressivi e ha promesso di inviare a tutti gli Italiani una lettera... Se arriverà vi invitiamo a rispedirla al mittente e, nell'attesa, anche noi abbiamo pensato di scrivergli, in forma concisa. Volete farlo anche voi?
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Palazzo Chigi Piazza Colonna - 00100 ROMA
Ill.mo Sig. Presidente, Lei ha promesso di inviare una lettera a tutti gli Italiani. Noi Le consigliamo di lasciar perdere, intanto si capisce che si tratta di propaganda. Piuttosto, in considerazione: - dei vistosi insuccessi del Governo da Lei presieduto; - del dissesto delle casse dello Stato, i cui introiti sono diminuiti perché i contribuenti sono incentivati ad evadere le tasse nell'attesa dei condoni; - della Sua evidente mancanza di capacità di governo, come ha provato l'autorevole Economist che Le ha rivolto delle circostanziate domande a cui Lei non ha ancora risposto,in ragione di tutto questo, ed altro ancora, la invitiamo a ritirarsi dalla politica che è vana se non è orientata alla ricerca del bene comune. Alessandro Morelli, Giorgio Di Liberto
Movimento Università -opinione
muoge@libero.it
Genova, 13 ottobre 2003
|