15.10.2003
Manodopera qualificata e capace di adattarsi ai cambiamenti. Questo l'elemento chiave dello sviluppo futuro dell'occupazione e della produttivitÃ
Una manodopera qualificata, capace di adattarsi, con accesso alla formazione, allo sviluppo della carriera, alla mobilità , a un'organizzazione flessibile del lavoro e dotata di un senso di sicurezza dell'occupazione rappresenta l'elemento chiave per incrementare la produttività in Europa, favorire la creazione di posti di lavoro e l'aumento dei tassi di occupazione. È questa la conclusione della relazione della Commissione sull'occupazione in Europa nel 2003. I mutamenti del mercato del lavoro europeo dalla fine degli anni '90 - incremento della partecipazione delle donne e dei giovani, livelli di istruzione più elevati e maggior ricorso a metodi di lavoro flessibili, di più ampia portata - ne hanno sviluppato maggiormente l'elasticità al momento della crisi economica rispetto a quanto si era verificato nell'ultima recessione all'inizio degli anni '80. Politiche attive del mercato del lavoro quali un sistema di assicurazione-disoccupazione e un investimento nel capitale umano, possono aiutare a compensare la crescente instabilità dell'occupazione e favorire ulteriormente la flessibilità del mercato del lavoro.
Anna Diamantopoulou, Commissario responsabile dell'Occupazione e degli Affari sociali, ha dichiarato che: "I risultati della relazione costituiscono un utile incitamento per i lavori attualmente in corso a livello europeo, al fine di stimolare l'occupazione. Essi dimostrano che, anche nel difficile contesto economico attuale, la nostra strategia europea per l'occupazione e la strategia di Lisbona per rendere l'Europa l'economia mondiale più dinamica e competitiva vanno nella direzione giusta".
Ovviamente rimangono delle differenze fra Stati membri: nel 2002 la crescita dell'occupazione va dal 3,2% del Lussemburgo al 0,7% della Danimarca, sebbene la media per l'Unione Europea sia appena positiva, con un tasso dello 0,4%. Nel corso degli ultimi anni la disoccupazione è diminuita nella maggior parte dei paesi in via di adesione, fatta eccezione in particolare per la Polonia, in cui il tasso è aumentato fino a raggiungere quasi il 20%.
L'attenzione particolare per lo sviluppo delle competenze e la flessibilità dell'occupazione riguarda anche altri settori esaminati nella relazione:
• I modelli occupazionali dei lavoratori più giovani e di quelli più anziani sono simili, il che dimostra che i lavoratori più anziani non possono essere considerati dei sostituti, ma hanno piuttosto un ruolo complementare nel mercato del lavoro. Il tasso di occupazione per i lavoratori più anziani molto qualificati (61%) è quasi il doppio di quello dei lavoratori meno qualificati (31%). Inoltre i lavoratori meno qualificati abbandonano la vita attiva prima (a 58,7 anni, rispetto a 62,3 anni). L'aumento del tasso di occupazione dei lavoratori più anziani nel corso degli ultimi anni è connesso ad una maggiore incidenza del lavoro parziale. I lavoratori più anziani hanno bisogno di una formazione molto meno importante dei lavoratori più giovani. • Nel 2002 in Europa si è registrata una crescita della produttività più elevata di quella degli Stati Uniti nelle industrie produttrici di tecnologia dell'informazione e della comunicazione (TIC), mentre il tasso di crescita della produttività è risultato inferiore nelle industrie utilizzatrici di TIC. • Rispetto ai cittadini dell'UE, il tasso di occupazione dei lavoratori che non sono cittadini dell'UE è inferiore di circa 14 punti di percentuale, mentre la loro occupazione è orientata verso settori a basso reddito e con scarse qualifiche. Tuttavia si osserva una tendenza al cambiamento dal momento che di recente gli immigrati tendono ad essere più qualificati. L'elevata percentuale di abbandono scolastico precoce (35,1% rispetto alla media europea del 16,7%) desta anch'essa preoccupazione - impedisce l'adattamento ai cambiamenti strutturali e l'integrazione nella società europea. • Nei mercati del lavoro europeo si riscontra tutta una serie di condizioni di flessibilità dell'organizzazione del lavoro. Il 18% dei lavoratori europei lavora part-time, il 13% occupa posti temporanei, fra cui oltre la metà non volontariamente e oltre un terzo con un contratto della durata massima di 6 mesi. Il 15% dei lavoratori europei fa regolarmente ore straordinarie, di cui oltre la metà non retribuite. Un quarto di tutti i lavoratori, in particolare coloro che sono occupati nei servizi e nelle vendite, lavoratori manuali qualificati e lavoratori non qualificati, lavora regolarmente al di fuori dell'orario fisso. Infine, l'8% dei lavoratori a pieno tempo nell'Unione Europea - oltre il 20% nel Regno Unito - di solito lavora più di 48 ore alla settimana. • Il tasso di occupazione femminile ha raggiunto il 55,6% nel 2002, mentre quello dei lavoratori di sesso maschile ha registrato una leggera diminuzione. Nei mercati del lavoro dell'Unione europea persistono differenze nella retribuzione a seconda dei sessi, circostanza che non può essere giustificata da differenze nella produttività . La relazione sull'occupazione in Europa, che viene pubblicata ogni anno, presenta un panorama dell'evoluzione recente dei mercati del lavoro europei. Questa è la 15a edizione della relazione e la prima in cui sono quasi interamente integrati nell'analisi i paesi in via di adesione e i paesi candidati. Come nelle edizioni precedenti, vi è un allegato statistico dettagliato con gli indicatori chiave dell'occupazione, gli indicatori macroeconomici e le proiezioni a breve termine.
Il testo completo della relazione, con l'allegato statistico, è disponibile alla voce "Documenti chiave" sul sito web della Direzione Generale Occupazione e Affari sociali: http://europa.eu.int/comm/dgs/employment_social/key_en.htm
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