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Una finanziaria contro comuni, province e regioni |
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15.10.2003
Ieri, lunedì 13, si è tenuta al centro Congressi Frentani a Roma, l’assemblea degli amministratori locali del centrosinistra: Ulivo, Rifondazione e Italia dei Valori si sono incontrati per discutere della posizione degli enti locali all’interno della Finanziaria del 2004, in un iniziativa importante che unisce i partiti del centrosinistra e che rappresenta un punto di partenza unitario per affrontare la terza finanziaria del governo Berlusconi.
Una finanziaria da rispedire al mittente, questo il giudizio unanime dell’assemblea. Gli enti locali governati dal centro sinistra rifiutano una finanziaria che non recepisce nessuna delle loro richieste e decidono di chiamare a raccolta tutti i sindaci, i presidenti di province e regioni, indipendentemente dal partito di appartenenza, e anche i sindacati, in vista di una grande mobilitazione per richiamare l’attenzione pubblica sui rischi che questa finanziaria prospetta all’orizzonte.
Primo fra tutti la scelta non condivisa dall'assemblea di privatizzare le aziende degli enti locali effettuata senza alcuna forma di garanzia a tutela di un ingente patrimonio dei comuni italiani e della natura pubblica dei servizi industriali erogati ai cittadini.
“Non basta – chiarisce Antonello Cabras, responsabile enti locali dei DS, dare a una famiglia un bonus per il secondo figlio quando poi si paga di più per gli altri figli che devono andare all’asilo o alla materna”.
E da Vincenzo Vita, assessore alla cultura e ai sistemi informativi della Provincia di Roma, l’allarme si estende anche alle attività culturali. Per Vita “questa finanziaria è terribile, ma tra le sue lacune più gravi vi è il taglio alle attività culturali, che renderà molto complicata l’iniziativa degli amministratori locali nel 2004. Questa destra – conclude Vita – ha portato le strutture culturali allo sbando; ormai l’Italia è sempre più una colonia dove conta più Murdoch che un museo.
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