Ogni sette secondi in qualche parte del mondo un bambino muore per gli effetti diretti o indiretti della fame. È il triste bilancio stilato dal relatore speciale dell'Onu sui diritti all'alimentazione Jean Ziegler (nela foto), che ha presentato alle Nazioni Unite il suo terzo rapporto annuale, alla vigilia della Giornata Mondiale dell'alimentazione.
«Ogni giorno 100mila persone muoiono di fame o per le sue conseguenze e ogni quattro minuti un uomo perde le vista per mancanza di vitamina A», ha continuato Ziegler, denunciando il fatto che il numero delle persone sottoalimentate è cresciuto dal 2001 al 2002 da 810 milioni a 840 milioni.
Zielger ritiene che l'obiettivo della comunità internazionale di ridurre da qui al 2015 della metà il numero di persone che soffrono la fame non verrà raggiunto. «Questa situazione è assurda: la Fao sostiene che il pianeta può nutrire senza problemi dodici miliardi di esseri umani e noi siamo 6,2 miliardi», ha deplorato il sociologo svizzero.
«Non è una fatalità , non c'è alcuna legge della natura che spieghi questo massacro quotidiano», ha aggiunto il sociologo, sottolineando che delle 1,2 miliardi di persone che vivono sotto la soglia della povertà assoluta definita dalla Banca mondiale, il 70 per cento sono contadini.
Ziegler ha criticato le società multinazionali sottolieando che il capitale privato ha un ruolo essenziale nella non realizzazione del diritto all'alimentazione nel mondo. «Le multinazionali sono sempre più forti grazie alle privatizzazioni e alla globalizzazione e i deboli governi dei Paesi poveri non possono fare niente per circoscrivere il loro potere. È arrivata l'ora di fare leggi che limitino gli abusi di potere delle multinazionali, perchè un bambino che muore di fame viene assassinato dall'ordine del mondo».
da www.unita.it