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Aspettiamoci quest'anno un'altra manovra
21.04.2003

Intervista a Vincenzo Visco da www.unita.it
Hanno rivisto le stime all’ultimo minuto, «mentre noi a settembre avevamo già avvertito che le stime erano troppo ottimistiche». Dicono che vogliono rispettare il Patto di stabilità, «ma nei fatti cercano di forzarlo in tutti i modi, per farlo saltare, contando anche sulle difficoltà degli altri Paesi, ignorandolo e facendo una tantum per stare a posto almeno formalmente. Questa è la strategia». Una scelta, quella sul Patto, che per l’Italia sarebbe fatale. Ancora: «A bocce ferme, con le informazioni che abbiamo, quest’anno andrà come l’anno passato. Siamo sulla stessa rotta, il fabbisogno riesplode, lo stock del debito aumenterà di 40 miliardi di euro, quindi c’è da aspettarsi altre manovre correttive in corso d’anno». In due parole: i conti vanno male, i primi tre mesi sono andati male. Questa secondo Vincenzo Visco è la conclusione realistica sui conti pubblici a leggere i dati della trimestrale. «Che poi le fanfare di questo governo dicono altro significa una cosa sola - conclude l’ex ministro del Tesoro - Che la caratteristica più evidente di Berlusconi e Tremonti è quella di essere dei bugiardi». L’unico elemento positivo è che dal punto di vista contabile, formale, l’impalcatura sembra stare in piedi. «È la cura Grilli - commenta Visco - almeno formalmente non si fanno brutte figure».
A proposito di fanfare, ieri il Corsera ha avanzato l’ipotesi che il ministro Tremonti si sia deciso a chiedere scusa per le cartelle pazze per non somigliare a lei, che viene considerato un Dracula.
«Mi pare che il giornale non abbia fatto un buon servigio al ministro. Nel senso che Tremonti ne esce impacciato e spaventato. Quello che è successo non ha giustificazioni di sorta: è stato persino compromesso l’esito del condono. Non mi sono sentito assolutamente colpito da quelle dichiarazioni: la verità è che si tratta di un ulteriore tentativo (maldestro) del ministro di giustificarsi. Prima si scusa, poi tenta di spiegare perché si scusa. Il ministro ha imposto per legge l’uso di un archivio che era inutilizzabile a quei fini: è lui che ha detto di spedire queste cartelle. La legge era sbagliata. Lui non sarà Dracula, ma è un incompetente. Le cartelle pazze sono state ricreate ad arte da Tremonti, dopo che noi avevamo rimesso a posto le cose con il fisco telematico».
Tornando alla trimestrale, le stime confermano quelle dell’Ue.
«La prima notazione che farei è che diffondere di venerdì santo la trimestrale di cassa significa evitare un dibattito politico, e rinviare la cosa a quando non sarà più una notizia. Secondo punto: le stime vengono abbassate all’ultimo minuto, quando proprio non si può farne a meno. Un governo serio si comporta in un altro modo. Nel 2002 stavamo per chiudere l’anno a 0,4, come si poteva pensare di arrivare al 2,3%? Oggi sono costretti a darci ragione. È anche divertente prendere i dati di previsione che ci hanno propinato in meno di due anni».
Prendiamoli
«Nel Dpef del 2002 la crescita per quest’anno era al 3,2, poi nella relazione previsionale scende a 3, nel Dpef arriva a 2,9%, nella nota di aggiornamento scende a 2,3 e adesso all’1,1%. Un terzo circa di quello che credevano all’inizio. Dovrebbero stare un po’ più attenti. Così come per l’indebitamento, nella relazione previsionale per il 2002 si prevedeva il pareggio di bilancio per quest’anno, con l’impegno del ministro a dimettersi se ciò non fosse avvenuto. Naturalmente non ci ha creduto nessuno: nessuno prende sul serio gli impegni di Tremonti. Dopo il pareggio, si è passati allo 0,8, poi all’1,5 e adesso al 2,3. Dato che è molto ottimistico, perché in realtà le cose stanno andando molto peggio».
Secondo lei quanto è il deficit, sopra o sotto il 3%?
«Più o meno siamo lì, anche dando per buoni i condoni. Tutto questo non può essere attribuito interamente alla congiuntira internazionale. Comunque noi stiamo facendo i nostri calcoli e a giorni li annunceremo».
È realistico l’1,5% di crescita a sud?
«Significherebbe che in anno di stagnazione economica si realizza la maggiore differenza di tasso di crescita tra sud e centro-nord. Mi sembra improbabile Il nord dovrebbe crescere 0,7% il sud 1,5%. Me lo auguro, ma è improbabile, così come è molto difficile la crescita dell’occupazione che prevedono. Tutti i dati dicono che la crescita dell’occupazione si sta annullando».
Dunque, questi dati sono ancora ottimisti.
«Un po’ lo sono. Senza contare che è a rischio la riduzione del disavanzo strutturale di mezzo punto, cosa su cui siamo impegnati a Bruxelles. Preoccupa poi il fatto che si conferma che l’avanzo primario (al netto degli interessi) continua a scendere. Si pensi che per avere una riduzione costante (di circa il 3%) del rapporto debito/Pil si deve avere un avanzo primario del 5%. Sostanzialmente quello che si sta cercando di fare è forzare nei fatti il Patto di stabilità».
L’Ue ha chiesto delle indicazioni chiare su cosa si farà dopo le una tantum. Cosa si aspetta?
«Loro stanno cercando di far passare la riforma delle pensioni durante il semestre italiano. Questa sembra l’intenzione».

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