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ONU: approvata all’unanimità la nuova risoluzione per l’Iraq |
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17.10.2003
"Il processo e' stato difficile, ma il risultato e' positivo". Cosi' il segretario generale dell'Onu Kofi Annan ha definito l'esito del voto del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che ha approvato all'unanimita' il testo di risoluzione 1511 sull'Iraq presentato dagli Stati Uniti.
Dopo l'annuncio che Francia, Germania e Russia si sarebbero espresse a favore del documento, anche la Siria ha deciso di rinunciare all'astensione e mantenere questa volta compatto il fronte.
La risoluzione vincola ora il Consiglio di governo iracheno a definire entro il 15 dicembre una tabella di marcia per la redazione della nuova Costituzione e la convocazione di elezioni libere. Nel testo, pero', non c'e' quella scadenza per il passaggio dei poteri dall'amministrazione transitoria a un vero governo autonomo che il fronte dei contrari alla guerra aveva chiesto.
Nonostante le perplessita', alla fine Mosca, Parigi e Berlino hanno dato mostra di apprezzare il piccolo passo avanti e hanno ceduto per il bene superiore che e' l'unita' del Consiglio di sicurezza, hanno spiegato. Allo stesso tempo, pero', hanno chiarito che non metteranno a disposizione truppe e non contribuiranno alla ricostruzione piu' di quanto abbiano gia' promesso.
E' quanto ha dichiarato l'ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Sergei Lavrov, ribadendo quello che è l'atteggiamento comune di Mosca insieme a Germania e Francia, ripetuto in un documento tripartito diffuso prima del voto: ovvero sì al documento per conservare un fronte unito nella comunità internazionale, ma senza impegnare né uomini né risorse in un Iraq dove il ruolo dell'Onu continua ad essere a loro giudizio insufficiente.
Sebbene infatti alcuni dei suggerimenti del 'fronte del no' siano stati accolti dal nuovo documento rimane tuttavia l'incognita del passaggio dei poteri e delle scadenze istituzionali ad esso collegate. "Ovviamente si tratta di un compromesso, un documento imperfetto, nel quale non tutti i problemi sono stati inseriti ed affrontati in modo corretto, ma valutando al situazione attuale la Russia ha deciso di dare il suo benestare", ha concluso Lavrov.
E' importante infatti che al popolo iracheno venga presentata una risoluzione che goda dell'appoggio della totalità del Consiglio, che dia dunque la misura dell'impegno di tutta la comunità internazionale per il ritorno della democrazia in Iraq, come ha sottolineato anche l'ambasciatore tedesco Guenter Pleuger, il quale ha però fatto notare come una maggiore attenzione da parte di Washignton ai suggerimenti alleati avrebbe portato a risultati assai migliori: "Rimaniamo convinti che se gli emendamenti proposti fossero stati pienamente integrati, questa sarebbe stata una risoluzione migliore".
La Francia, ultima del 'fronte del no' a prendere la parola in Consiglio, si è detta soddisfatta perché sono stati presi in considerazione alcuni elementi, quali "l'importanza del ruolo del Segretario Generale e la trasparenza dei meccanismi di finanziamento"; ma a giudizio di Parigi la stabilizzazione dell'Iraq passa per "il controllo del proprio destino da parte degli iracheni", un "passo necessario" del quale la risoluzione 1511 costituisce, è da sperare, "solo una prima tappa", ha ribadito l'ambasciatore francese all'Onu Jean Marc de la Sabliere.
"L'interesse del popolo iracheno ha alla fine prevalso sulle altre considerazioni - ha detto Annan nel suo discorso conclusivo- e l'obiettivo comune e' ora quello di restaurare la pace e la sicurezza in Iraq, di rendere il paese sicuro e stabile per i suoi paesi confinanti e per l'intero assetto del Medio Oriente. Come segretario generale faro' di tutto per onorare il mandato che mi e' stato affidato e per proteggere l'incolumita' del personale Onu".
In fondo al discorso del segretario generale la stoccata piu' importante: "Il nostro desiderio e' quello - ha detto - e' quello di arrivare quanto prima alla creazione di un governo iracheno rappresentivo del popolo che si prenda pieno carico della sovranita' sul paese".
di Federico Mercuri
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