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Libertà di cronaca...di Alessandro Rizzo
19.10.2003

Un premio per il diritto di libertà di cronaca

Sabato 18 ottobre alle ore 10,30 presso l’ottocentesco Palazzo Serbelloni di Milano, dove è situato il Circolo della Stampa, il Gruppo Cronisti Lombardi, con la collaborazione dell’Ordine dei Giornalisti, l’Unione Nazionale Cronisti Italiani, l’Associazione Lombarda dei Giornalisti, il patrocinio delle istituzioni locali, nessun rappresentante di queste ultime presenti in sala, ha organizzato la cerimonia annuale di assegnazione del Premio Regionale Cronista dell’anno 2003.
Alle parole, citate dal Presidente dell’Associazione Lombarda Giornalisti, Maurizio Andriolo, di un Montanelli che considerava la cronaca il sale del giornalismo, la ricerca della verità come la sua essenza e la tensione verso l’obiettività come la base deontologica professionale del cronista, si è aperta la celebrazione. Carenzo, Presidente dell’ Unione Nazionale Cronisti Lombardia, ha parlato di coscienza del giornalista che spesso trova a scontrarsi con il diritto di libertà di cronaca. Diverse sono, secondo Carenzo, le difficoltà che trova il cronista nel percorso di indagine e di raccolta documenti per redarre il proprio articolo: dalla burocrazia inaccessibile alla mancanza di collaborazione da parte di alcune istituzioni, alla segretezza d’ufficio dei documenti delle indagini preliminari nel corso dei processi. Solamente la Pubblica Sicurezza e le forze dell’ordine, ha considerato Carenzo, hanno dato forte volontà di interagire. Il resto, ha chiosato, è stato rilevato grazie ai rapporti che spesso riescono a intercorrere umanamente tra il cronista e l’uomo dell’apparato amministrativo.
Crosti, Vicepresidente del Gruppo dei Cronisti Lombardia, ha parlato di pressioni e di problemi etici e di interpretazione che si frappongono nella normale conduzione del lavoro del cronista. In sala era presente anche Ferruccio De Bortoli che, in nome della sua esperienza di giornalista di cronaca, ha invitato a proseguire nella tensione continua di ricerca della verità, base della professione del vero giornalista.
Per l’associazione Lombarda dei Giornalisti, Maurizio Andriolo, ha continuato a delineare la difficoltà che si trova ad affrontare il mondo del giornalismo oggi: “Certe arroganze – ha considerato – del capo del governo devono essere rispedite al mittente. E ha proseguito – Sono critico verso chi denuncia gli errori fatti dalla sinistra e dalla destra: i nostri veri nemici – ha sottolineato – sono i poteri politico, economico e finanziario che condizionano la stampa. Esempio ne è – ha proseguito – la legge che mette in galera il giornalista per questioni inerenti all’esercizio del diritto di libertà di cronaca. Il giornalista – ha concluso – deve perseguire i valori di verità e di giustizia con onestà”.
Tra i premiati ricordiamo Gianni Barbacetto di Diario e Marco Travaglio di Repubblica per aver dimostrato autonomia e libertà nell’esercizio del diritto di cronaca, guardando all’informazione esclusiva con precisione e professionalità, spesso esponendosi alle pressioni e ai tentativi del Palazzo: due premi, questi, che ci danno forte entusiasmo nel proseguire a sostenere l’azione di coloro che per la verità sono disposti a difendere la propria indipendenza per tutelare l’integrità deontologica del cronista onesto intellettualmente.
Per il Premio cronista 2003 radiotelevisivo ricordiamo l’assegnazione alla redazione di Radio Popolare per aver dimostrato capacità in tempo reale di rilevare le testimonianze e le impressioni delle persone durante l’incidente del grattacelo Pirelli, usando con abilità e duttilità lo strumento radiofonico e riportando la centralità comunicativa del vecchio media.
Ricordiamo ancora Mariangela Mianiti per aver scritto “Diario di una cameriera” storia vissuta di una cameriera in un albergo di superlusso, esempio di cronaca al femminile dall’alto senso civico, Gilberto Batoli de La Provincia di Cremona, per aver redatto articoli sulla parificazione a Conservatorio della Scuola Civica musicale Monteverdi di Cremona, Piero Fachin de Il Giorno, per aver denunciato l’omocido dello scomparso dirigente d’azienda, Gabriele Moroni de Il Giorno, per la presentazione dell’inchiesta del disastro di Linate, Paolo Moretti, Paolo Annoni, Mario Rapisarda e Giorgio Bardaglio per aver fatto l’edizione straordinaria del disastro ferroviario avvenuto alla stazione internazionale di Como il 21 febbraio 2002; Carlo Casoli per aver rilevato una ricca documentazione sulla storia di Mani Pulite, Matteo Berselli per le giovani promesse; Luigi Ferrarella del Corriere della Sera per l’impegno di alta professionalità e Laura Asnaghi di Repubblica per l’impegno di indagine nel settore della sanità e di rilevare le situazioni nascoste, nonché denunciare alcune carenze.

Alessandro Rizzo

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