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L'opposizone è fiacca e demotivata di Giorgio Calò
23.10.2003

L'opposizione è fiacca e demotivata.
Nostra intervista esclusiva a Giorgio Calò -Portavoce nazionale di Italia dei Valori.


D.Come giudica lo stato di salute dell ' opposizione ? E' in grado di mettere in difficoltà il Governo Berlusconi ?
R. Non mi sembra che l'opposizione, in questo momento, goda di buona salute.
E' fiacca, demotivata, poco incisiva, ripiegata su se stessa, vittima di veti tanto più tracotanti quanto meno giustificati sul piano del consenso elettorale. Sto proprio parlando degli attempati ex Craxi-boys dello SDI; stanno tentando una ricucitura con gli omologhi della Casa delle Libertà. Purché ci sia qualcosa da spartirsi, credo che ce la faranno a rimettere in piedi il PSI della non dimenticata Milano da bere. O da mangiare?
Per fortuna, a mettere nei guai il governo Berlusconi ci pensano i suoi alleati: non passa giorno senza che ci sia una querelle anche seria fra Bossi e Fini, o fra Follini e Bondi, con un malanimo evidente e un costante disprezzo che danno l'esatta misura di quanto sia scompaginata politicamente e personalmente l'accozzaglia di individui che ci governa. E' un po' poco, come bilancio politico. Ben altro dovremmo aspettarci da un'opposizione seria e coesa, che non giochi all'inciucio. Non dovrebbe essere difficile tenere sotto scacco un governo che ha portato la nostra economia allo sfascio e la nostra immagine all'estero a livelli da Terzo Mondo. Con tutto il rispetto per i Paesi in via di sviluppo, si intende.

D.Le divisioni tra Fini, Follini e la Lega sono un gioco delle parti o vi è davvero una profonda frattura strategica?
R. Nel quadro precedente, le divisioni mi sembrano ben più di una mera facciata.
La storia (si fa per dire, di Forza Italia), la visione politica (si fa per dire, della Lega), la capacità di gestire il potere (non si fa per dire, per gli ex-democristiani dell'Unione di Centro) non potrebbero essere più diverse. Fino a quando ci sarà ancora qualche goccia di grasso che cola, sarà possibile cercare di non vedere le fratture profonde di mentalità e di filosofia e fare finta di andare d'accordo. Ma le amministrative della primavera scorsa hanno già dimostrato che la resa dei conti richiederà un prezzo che nessuno vuole pagare e che tutti vogliono far pagare agli altri. In difficoltà mi sembra soprattutto Berlusconi, costretto a spendersi per sopire, troncare. Ma fino a quando riuscirà a farlo? Umanamente, lo compiangiamo; davanti all'alternativa fra Santa Margherita Ligure e San Vittore anche la più sprovveduta delle persone è in grado di strutturare percorsi di difesa.

D. In che modo, secondo Lei, le elezioni europee possono contribuire a creare una vera alternativa di Governo ?
R. Difficilmente le elezioni europee potranno avere dirette ripercussioni sulle sorti
del governo. Tutt'al più, e con ben altro impatto rispetto alla domenica nera per l'immagine del Cavaliere, saranno una nuova dimostrazione del fatto che gli italiani ne hanno abbastanza di questo sgoverno e che sono pronti ad accettare una proposta alternativa all'attuale malaffare, a patto che venga da una coalizione seria, preparata, affidabile, anche nei fatti e non solo nelle parole diversa dal berlusconismo imperante. Ma i risultati europei saranno sicuramente anche un'aggiornata misura dell'orientamento politico del Paese, che forse non usa il bilancino del farmacista, ma esprime molto chiaramente ciò che sente, non appena gli viene lasciato lo spazio per farlo.

D.Come pensa che si possa rilanciare L'Ulivo o meglio lo schieramento di centro sinistra ? Quale puoò essere il valore aggiunto di Italia dei Valori? Quale ruolo può avere rifondazione comunista ?
R. Credo che Italia dei Valori non solo possa, ma anche debba darsi da fare per
rilanciare lo schieramento di centro sinistra e portarlo al governo. Certo, esistono due precisi requisiti sui quali per noi gli spazi di trattativa sono assai ristretti. E' necessario innanzitutto elaborare un programma unitario e condiviso: deve essere presentato e vissuto come un accordo e non come un compromesso. Nella differenza di significato fra i due termini si gioca molta della credibilità e del successo di tutti.
Il riconoscimento della pari dignità fra i partecipanti alla coalizione è un altro punto fondamentale per proporre all'opinione pubblica una struttura unitaria vera, e non solo un cartello elettorale dalle prospettive incerte. Dopo che si è vinto, bisogna infatti governare e siamo sicuri che lo faremo con un respiro e un taglio diverso da quello striminzito e pressapochista della Casa delle Libertà.
Rispetto al contributo che possiamo dare, io parlerei di un dato quantitativo e di un dato qualitativo. Per la prima area, il 4% di cui siamo accreditati e che viene continuamente confermato dai sondaggi seri e non manipolati, rappresenta un valore aggiunto non trascurabile. Ma ancora più importante può essere il nostro apporto nel coprire un'area moderata, da sempre attenta ai valori della legalità, del rispetto delle regole e dei nuovi diritti di cittadinanza.

Giorgio Calò
Deputato al Parlamento Europeo
Portavoce Nazionale di IDV
Strasburgo, 21 ottobre 2003

la redazione di welfare italia ringrazia.

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