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Una sfida liberista |
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6.11.2003
Il professor Renato Brunetta è probabilmente l’economista migliore del centrodestra. In una parte politica che a parole si definisce liberista, ma in realtà non perde occasione per difendere ogni piccola rendita, dai notai ai farmacisti, dagli avvocati ai tassisti, Renato Brunetta è rimasto un sincero liberista. Le sue analisi sullo stato dei conti pubblici o sulla scarsa efficacia degli interventi del Governo in materia di pensioni, non fanno mai prevalere lo spirito di parte sulla verità . Sorprende quindi la sua difesa a spada tratta delle libere professioni, le cui rendite sono minacciate dalla scure del commissario europeo alla Concorrenza Mario Monti. (Il Sole 24Ore, 23,29 e 30 ottobre).
Brunetta sulle libere professioni
Sarà perché il cuore del suo collegio elettorale è Venezia, una città dove ormai, oltre ai venditori di mascherine, sono rimasti solo avvocati e commercialisti, ma speravo di meglio.
"Un sistema di tariffe obbligatorie non solo permette di evitare che i membri della professione offrano servizi inadeguati, ma è anche idoneo a tutelare l’indipendenza e l’integrità della professione nell’interesse dei clienti", "i membri delle professioni debbono poter contribuire a stabilire i periodi di tirocinio richiesti, i programmi di studio, e fungere da esaminatori per l’abilitazione all’esercizio della professione", "le norme necessarie nel contesto di ciascuna professione non devono essere considerate come restrizioni della concorrenza.". Con le proposte della Commissione europea "si potrebbe arrivare ad aprire in modo indiscriminato i mercati continentali alla colonizzazione da parte delle potenti strutture di società di servizi britanniche". Se questo è il meglio del liberismo del centrodestra ...
Tre provvedimenti concreti
Si è aperto un dotto dibattito sulla regolamentazione delle professioni. A mio parere il risultato di queste discussioni è che, almeno per molti anni, nessuna rendita verrà eliminata.
Anziché dall’esegesi del ruolo del professionista,partirei da tre provvedimenti concreti (gli esempi sono molti, ma questi tre sono significativi).
1. Eliminazione dell’obbligo della firma da parte di un notaio, con relativa parcella, nella compravendita di auto usate;
2. Eliminazione dell’obbligo di frequenza di una laurea specialistica per esercitare la professione di commercialista: un diploma in ragioneria e tre anni di università sono più che sufficienti per tenere i conti di uno negozio di medie dimensioni;
3. Eliminazione degli albi professionali e, tanto per cominciare, eliminazione dell’albo dei giornalisti.
Sfido il professor Brunetta: se farà depositare in Parlamento un progetto di legge di maggioranza con queste tre semplici norme, sono disposto a seguirlo in qualunque dotta discussione sulla specificità delle libere professioni. Ma dopo, non prima.
da www.lavoce.info
Francesco Giavazzi
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