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Lista unitaria.....Prodi ritorna...
6.11.2003

In vista della lista unitaria Prodi annuncia il suo ritorno
di Ignazio Vacca

Alla vigilia dell’appuntamento del 14 novembre, giorno in cui si riuniranno le Assemblee Congressuali dei DS, quella della Margherita e quella dei Socialisti democratici italiani, per avviare concordemente il percorso di una lista unitaria alle elezioni europee, Romano Prodi, il promotore di quest’iniziativa, prende la parola in modo risoluto.

Dopo aver detto, pochi giorni fa in una intervista a La Stampa, di essere molto soddisfatto della accoglienza che la proposta della lista unitaria aveva avuto in Italia, superiore alle sue stesse aspettative, oggi le agenzie di stampa anticipano le dichiarazioni che Prodi ha rilasciato a Bruno Vespa per un libro di prossima uscita.

“La proposta della lista unica –riconosce Prodi- cerca di forzare la realtà di una politica italiana in cui persistono divisioni tra cattolici e laici e tra famiglie politiche che pure condividono le idee fondamentali sulla società di oggi”.

Ma “gli schieramenti politici si costruiscono per il futuro e non per il passato”, aggiunge Prodi e “sono i bisogni del paese che ci obbligano su questa strada, perché ad essi occorre rispondere con formule capaci di soddisfarli”.
Alle resistenze di quei popolari che temono di veder annullata con la lista unitaria una grande tradizione, Prodi risponde: “la storia non può scomparire né di conseguenza i grandissimi meriti storici della Dc, ma il mondo cambia e così devono cambiare le aggregazioni politiche per rispondere alle nuove domande”.

Riguardo al panorama politico europeo, il Presidente della Commissione aggiunge: “ a Strasburgo i grandi partiti hanno al loro interno posizioni politiche divergenti, anche riguardo i problemi fondamentali della politica europea, non esiste un gruppo completamente filoeuropeo, per questo gli eletti italiani nella lista unitaria potranno svolgere un ruolo importante”.

Da qui discende una considerazione che aiuta a risolvere la questione dell’appartenenza parlamentare degli eletti nella lista dell’Ulivo “si può andare in gruppi diversi e poi fare politica insieme”.

E’ chiaro che per Prodi quest’ipotesi non è la preferita, ma il professore vuol far sapere che ciò che conta è la sostanza: avere una posizione unitaria delle forze principali del centro-sinistra italiano sul futuro dell’Europa.

Quindi Prodi riflette sulla questione di cosa c’è dopo la presentazione di una lista unitaria per le europee: “D’Alema ha correttamente affermato che la lista unitaria è un’iniziativa troppo grande e impegnativa per lasciarla cadere il giorno dopo. Su questo sono perfettamente d’accordo”. “D’Alema ha rilanciato la nostra idea di Casa comune dei riformisti, formulando l’ipotesi di un partito unico riformatore come una prospettiva lontana e comunque non immediata”, “oggi –prosegue Prodi- è un’ipotesi prematura, se non impossibile, ma le discussioni seguite all’intervista di D’Alema successiva al nostro colloquio –dichiarazioni perfettamente in linea con quanto ci eravamo detti- hanno dato luogo a chiarimenti e restituito il problema alla sua giusta dimensione”.

Infine la dichiarazione più attesa: la sua candidatura alle elezioni “non sarebbe uno sgarbo, né dal punto di vista giuridico né da quello formale, i commissari sono liberi di candidarsi alle europee ed esistono molti precedenti, compreso quello di Emma Bonino nel 1999. Il capitolo principale del mio mandato potrebbe considerarsi esaurito addirittura il primo maggio del 2004, con l’ingresso nell’Unione dei dieci nuovi membri”.

Se non è un annuncio ufficiale poco ci manca e comunque, par di capire, la formalizzazione della sua candidatura avverrà solo a quella data.

Se però è lecito cogliere oltre alla lettera di queste dichiarazioni anche altri indizi non secondari, il libro di Vespa da cui sono tratte le frasi riportate –la consueta cronistoria dell’anno politico in corso- esce il 15 novembre (alla fine della due giorni sulla lista unitaria) e il suo titolo non lascia spazio a dubbi: “Il Cavaliere e il Professore – la scommessa di Berlusconi, il ritorno di Prodi”.

*****

La lettera di Romano Prodi a "la Repubblica"

Caro direttore, arrivo da New York, scendo dall' aereo, prendo in mano Repubblica e vi trovo una lettera di Nanni Moretti. Moretti parla dell' Ulivo, della mia proposta di una lista unitaria dei riformisti per le prossime elezioni europee e dice che l'elettorato di centrosinistra «esprime una richiesta semplice e precisa: trovare un modo per stare tutti insieme, intorno a un programma capace di individuare temi forti e condivisibili».

Parla anche, Moretti, dei valori che contraddistinguono il centrosinistra: «legalità internazionale, pace, difesa dello stato sociale, tutela dell' ambiente, difesa del pluralismo dell'informazione». Come non essere d' accordo con lui? Come non vedere in un progetto autenticamente riformista sostenuto dall'impegno unitario di forze politiche, movimenti e cittadini le condizioni migliori, anzi le condizioni necessarie per un governo dell'Europa, e con l' Europa dell' Italia, all'altezza delle sfide alle quali ci chiamano i grandi cambiamenti delle nostre società?

Sono ambizioni alte. Cosi' alte che hanno bisogno di essere coltivate con cura, con attenzione, con pazienza. Quando ho avanzato la proposta della lista unitaria mi sono rivolto a tutti i riformisti, persuaso che la scelta e la passione per l'Europa e i valori della libertà, della giustizia, della solidarietà li unissero già ora, quale che fosse la famiglia o la tradizione politica alle quali essi sentissero di appartenere. Se tutti insieme opereremo per garantire che questa nuova iniziativa, questa nuova avventura della nostra politica e della nostra vita in comune rimanga sempre aperta a tutti coloro, uomini e donne, movimenti e associazioni, forze e raggruppamenti politici, che la vorranno condividere, che male c' è se all'appello avranno risposto per primi solo alcuni dei partiti del centrosinistra? Non tema Moretti. E non temano con lui tutti coloro, come, tra gli altri Ochille Occhetto, che giustamente invitano a non ridurre ad un gioco in difesa quella che deve essere una partita di attacco a tutto campo, di movimento, impeto e fantasia. Credo, sento che siamo sulla buona strada. Percorriamola tutti insieme, partiti politici e società civile. Uniti.


 

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