10.11.2003
L'alleanza dell'utopia...... Prendiamo una coalizione formata da diversi movimenti politici, con un'esperienza di governo che pare oramai appartenere al passato remoto, della quale si parla sempre non per cio' che di buono e' stato fatto, ma per i problemi che non sono stati affrontati e che oggi affliggono questo povero paese. Durante quell'esperienza breve ma intensa di controllo dello Stato, e' stata simbolica l'assenza di un Berlusconi della sinistra, inteso nel senso decisionistico del personaggio, qualcuno che cioe' fosse in grado di controllare le varie correnti di pensiero all'interno della coalizione, dicendo 'si fa cosi' e basta', a prescindere da quelle che potessero essere le opinioni di tutti. Qualcuno che avesse un'idea ben precisa della direzione da prendere, qualcuno capace di esercitare il suo potere per il bene generale. Invece si e' discusso, si e' dibattuto su tutto e su tutti, raccogliendo un decimo di cio' che si sarebbe potuto raccogliere. Quando i contrasti si sono fatti piu' forti, ecco che Bertinotti ha deciso di abbandonare il gioco, dando il via ad una serie di eventi nefasti che hanno portato a governi instabili e destinati al fallimento. Quest'uomo ha dimostrato una grandissima coerenza, preferendo non piegare i suoi interessi a quelli del gruppo, decidendo di lasciar perdere piuttosto che rischiare di essere messo in discussione dalla base del suo partito. Intanto l'Ulivo si e' mosso ancora di piu' verso il centro, tentando di raccogliere preferenze piu' moderate, allontanandosi ancora di piu' dall'idea di fare politica propria di Bertinotti e dei suoi seguaci. Le elezioni straperse di due anni fa hanno dimostrato parecchie cose: che l'Ulivo non poteva competere con la macchina da guerra mediatica della Cdl, che il tentativo di abbracciare un consenso piu' ampio non aveva avuto successo, e che abbandonare una posizione di pura sinistra non aveva pagato. Di chi sono state le colpe, per un insuccesso che ha causato l'avvento di Berlusconi 2, con tutti i disastri e le ridicolaggini che sono seguite e che continuano a deprimerci? Colpa dell'Ulivo che non ha voluto piegarsi di fronte al proprio passato, o di Bertinotti che non ha accettato un compromesso forse troppo costoso dal punto di vista politico? Per le stesse cause che hanno distrutto il primo (e finora unico) periodo di governo della sinistra, si e' perso anche la possibilta' di riprovarci. Ora, due anni dopo, si riparla di liste uniche e coalizioni, dimenticando che gli attori sono gli stessi, il copione e' identico, e che il finale potrebbe benissimo rimanere invariato. E' un rischio da correre? Il fattore piu' triste di tutto questo, visto dall'alto, e' il paragone che si puo' fare tra Rifondazione e la Lega, guastatori che minacciano la rivoluzione e qualche volta la fanno, noncuranti delle conseguenze che tutto questo potrebbe portare agli equilibri prestabiliti per i quali sono state strette alleanze (magari scomode, ma convenienti). Bossi parla a intermittenza di fare cadere il governo per tenere buono il suo seguito piu' rivoluzionario, giustificato e perdonato da un Berlusconi che nove anni fa ha gia' pagato pegno. Il resto della Cdl, scandalizzato, si agita ma inghiotte: c'e' un uomo solo che comanda, le regole sono queste, alla faccia di tutte le domande di rimpasto e di riassestamento. Il futuro e' ancora troppo distante, per loro, per poter fare a meno di un idiota che sbraita. Allo stesso modo un'alleanza con Rc potrebbe portare agli stessi identici problemi, con l'insoddisfatto di turno che minaccia disastri e rotture se non riesce a portare a casa cio' che i suoi elettori chiedono. Nessuno, in questo gioco al suicidio che si consuma puntualmente all'interno della sinistra, riesce a dimostrare di essere in grado di riflettere sulla necessita' di eliminare un'anomalia come il Cav. Banana, costi quel che costi. Se il prezzo fosse quello di camminare in ginocchio sui ceci, sarebbe ancora un affare. Perche' ostinarsi a discutere di interessi personali, di vantaggi da ottenere, di ideali da rispettare, quando bisogna abbattere un regime odioso e soffocante? Che quest'alleanza si formi, dunque, che la gente sia libera di andare al voto, e che finalmente CAPISCA: in un mondo ideale, dove l'elettore e' piu' intelligente dei politici che gli toccano in sorte, lo scenario da sogno sarebbe il seguente. L'Ulivo allargato vince, e bene. L'elettore di Rifondazione (io per primo) si rende conto del bisogno di stabilita', si tura il naso e vota i Ds, o la Margherita. Rifondazione prende il due per cento scarso, finendo per contare poco o nulla negli equilibri di governo. Berlusconi finisce dietro le sbarre a fare compagnia a Previti. Esagero? Forse. Ma abbiamo modo di vedere, al giorno d'oggi, che non c'e' mai limite al peggio: perche' dunque porre dei limiti ai sogni? Andy Petretti
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