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L'alleanza dell'utopia....di Andy Petretti
10.11.2003

L'alleanza dell'utopia......
Prendiamo una coalizione formata da diversi movimenti politici, con
un'esperienza di governo che pare oramai appartenere al passato remoto,
della quale si parla sempre non per cio' che di buono e' stato fatto, ma per
i problemi che non sono stati affrontati e che oggi affliggono questo povero
paese. Durante quell'esperienza breve ma intensa di controllo dello Stato,
e' stata simbolica l'assenza di un Berlusconi della sinistra, inteso nel
senso decisionistico del personaggio, qualcuno che cioe' fosse in grado di
controllare le varie correnti di pensiero all'interno della coalizione,
dicendo 'si fa cosi' e basta', a prescindere da quelle che potessero essere
le opinioni di tutti. Qualcuno che avesse un'idea ben precisa della
direzione da prendere, qualcuno capace di esercitare il suo potere per il
bene generale. Invece si e' discusso, si e' dibattuto su tutto e su tutti,
raccogliendo un decimo di cio' che si sarebbe potuto raccogliere. Quando i
contrasti si sono fatti piu' forti, ecco che Bertinotti ha deciso di
abbandonare il gioco, dando il via ad una serie di eventi nefasti che hanno
portato a governi instabili e destinati al fallimento. Quest'uomo ha
dimostrato una grandissima coerenza, preferendo non piegare i suoi interessi
a quelli del gruppo, decidendo di lasciar perdere piuttosto che rischiare di
essere messo in discussione dalla base del suo partito. Intanto l'Ulivo si
e' mosso ancora di piu' verso il centro, tentando di raccogliere preferenze
piu' moderate, allontanandosi ancora di piu' dall'idea di fare politica
propria di Bertinotti e dei suoi seguaci. Le elezioni straperse di due anni
fa hanno dimostrato parecchie cose: che l'Ulivo non poteva competere con la
macchina da guerra mediatica della Cdl, che il tentativo di abbracciare un
consenso piu' ampio non aveva avuto successo, e che abbandonare una
posizione di pura sinistra non aveva pagato. Di chi sono state le colpe, per
un insuccesso che ha causato l'avvento di Berlusconi 2, con tutti i disastri
e le ridicolaggini che sono seguite e che continuano a deprimerci? Colpa
dell'Ulivo che non ha voluto piegarsi di fronte al proprio passato, o di
Bertinotti che non ha accettato un compromesso forse troppo costoso dal
punto di vista politico? Per le stesse cause che hanno distrutto il primo (e
finora unico) periodo di governo della sinistra, si e' perso anche la
possibilta' di riprovarci. Ora, due anni dopo, si riparla di liste uniche e
coalizioni, dimenticando che gli attori sono gli stessi, il copione e'
identico, e che il finale potrebbe benissimo rimanere invariato. E' un
rischio da correre?
Il fattore piu' triste di tutto questo, visto dall'alto, e' il paragone che
si puo' fare tra Rifondazione e la Lega, guastatori che minacciano la
rivoluzione e qualche volta la fanno, noncuranti delle conseguenze che tutto
questo potrebbe portare agli equilibri prestabiliti per i quali sono state
strette alleanze (magari scomode, ma convenienti). Bossi parla a
intermittenza di fare cadere il governo per tenere buono il suo seguito piu'
rivoluzionario, giustificato e perdonato da un Berlusconi che nove anni fa
ha gia' pagato pegno. Il resto della Cdl, scandalizzato, si agita ma
inghiotte: c'e' un uomo solo che comanda, le regole sono queste, alla faccia
di tutte le domande di rimpasto e di riassestamento. Il futuro e' ancora
troppo distante, per loro, per poter fare a meno di un idiota che sbraita.
Allo stesso modo un'alleanza con Rc potrebbe portare agli stessi identici
problemi, con l'insoddisfatto di turno che minaccia disastri e rotture se
non riesce a portare a casa cio' che i suoi elettori chiedono.
Nessuno, in questo gioco al suicidio che si consuma puntualmente all'interno
della sinistra, riesce a dimostrare di essere in grado di riflettere sulla
necessita' di eliminare un'anomalia come il Cav. Banana, costi quel che
costi. Se il prezzo fosse quello di camminare in ginocchio sui ceci, sarebbe
ancora un affare. Perche' ostinarsi a discutere di interessi personali, di
vantaggi da ottenere, di ideali da rispettare, quando bisogna abbattere un
regime odioso e soffocante?
Che quest'alleanza si formi, dunque, che la gente sia libera di andare al
voto, e che finalmente CAPISCA: in un mondo ideale, dove l'elettore e' piu'
intelligente dei politici che gli toccano in sorte, lo scenario da sogno
sarebbe il seguente. L'Ulivo allargato vince, e bene. L'elettore di
Rifondazione (io per primo) si rende conto del bisogno di stabilita', si
tura il naso e vota i Ds, o la Margherita. Rifondazione prende il due per
cento scarso, finendo per contare poco o nulla negli equilibri di governo.
Berlusconi finisce dietro le sbarre a fare compagnia a Previti. Esagero?
Forse. Ma abbiamo modo di vedere, al giorno d'oggi, che non c'e' mai limite
al peggio: perche' dunque porre dei limiti ai sogni?
Andy Petretti

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