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Tagli sulle pensioni. Scontro sulla fiducia
16.11.2003

Tagli alle pensioni
E' scontro aperto sull'ipotesi fiducia

Se il governo decidesse di porre il voto di fiducia sulla legge delega previdenziale (attualmente all'esame del Senato), l'opposizione dei sindacati alla manovra sulle pensioni diventerebbe ancora più dura di quanto non sia al momento. L'ha ribadito oggi il leader della Cisl, Savino Pezzotta. "Nel giorno in cui chiederanno la fiducia sulle pensioni - ha detto Pezzotta -, noi risponderemo con una mobilitazione 'secca', non abbiamo alternative. Per cui riflettano, la risposta del sindacato sarà chiara e determinata". "Il sindacato ha dimostrato grandi attenzioni - ha spiegato Pezzotta, oggi ad Assisi per un'assemblea degli iscritti alla Cisl -, esercitando fino in fondo la virtù della pazienza. Ci siamo seduti ai tavoli, abbiamo discusso, abbiamo fatto le nostre controproposte, ci siamo sempre dichiarati disponibili al dialogo. Ma il dialogo presuppone che su qualcosa si cambi, perché se qualcuno mi dice dialoghiamo ma poi va avanti a colpi di fiducia, non serve a niente. Il governo decide quello che vuole, però deve darsi una regolata, perché la situazione è abbastanza strana: al suo interno ci sono quelli che invitano al dialogo, quelli che fanno proposte diverse e quelli che invece chiedono la fiducia. Decidano una volta per tutte cosa vogliono fare".

Negli scorsi giorni alcuni rappresentanti del governo hanno ipotizzato il ricorso alla fiducia per ottenere l'approvazione della legge. Esplicite menzioni al riguardo sono state fatte da Rocco Buttiglione e Giulio Tremonti. Ma naturalmente non c'è unanimità, nell'esecutivo e nella maggioranza, su di una strategia che taglierebbe le gambe a qualsiasi eventualità di dialogo con Cgil, Cisl e Uil. Tuttavia non mancano pressioni perché si chiuda il più in fretta possibile la pratica senza perseverare troppo nella ricerca di un confronto coi sindacati. Uno dei più "impazienti" è il ministro del Welfare Roberto Maroni, secondo il quale "i tempi ormai stringono" anche se il governo resta "aperto al dialogo e attende ancora le proposte alternative per la riforma delle pensioni, se queste ci sono". Maroni ha sottolineato che "la prossima settimana l'iter della delega deve cominciare in commissione Lavoro al Senato, altrimenti non ci saranno i tempi per approvarla entro il 31 dicembre, in modo da far partire gli inventivi a gennaio". "Vedo che proposte alternative non ci sono", ha detto il ministro, aggiungendo: "Non si può bloccare una proposta su cui la maggioranza è unanime, anche se mi sono assunto la responsabilità di tenere ferma la delega fino ad adesso in attesa di un segnale del sindacato".

Pieno appoggio alla linea della fiducia viene dal presidente della Confindustria, Antonio D'Amato, secondo il quale questa potrebbe essere alla fine "l'unica soluzione necessaria per accelerare un dibattito che si trascina da troppo tempo''. D'Amato ha riservato anche una replica a Pezzotta: ''fare scioperi non serve - ha detto - serve piuttosto lavorare perche' la riforma sia fatta al piu' presto e nel miglior modo possibile''.

Ma i sindacati insistono: l'eventuale scelta del governo di porre la fiducia sulla delega previdenziale sarebbe ''pessima''. Lo ha spiegato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, secondo il quale se l'esecutivo dovesse prendere una decisione in questa direzione invierebbe un duplice messaggio politico, al sindacato e dentro la stessa maggioranza. ''Uno rivolto al sindacato nel senso che il dialogo non esiste, l'altro sarebbe un modo di chiudere un dibattito dentro la stessa maggioranza: ecco perche' sarebbe una pessima scelta'', ha spiegato Angeletti a margine di un seminario organizzato dalla Uil.

Quanto alle proposte di riforma annunciate dai sindacati, Angeletti ha confermato che si trattera' di una proposta complessiva sullo stato sociale, che comprendera' anche il sistema previdenziale. ''Ci stiamo lavorando, non c'e' l'esigenza di andare di fretta', ha concluso il leader della Uil.

fonte: www.rassegna.it

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