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Italiani brava gente
22.11.2003

Finestra sudamericana: Italiani brava gente
I valori della nostra terra sono quelli che hanno dato vita alla Repubblica.

Lo vedi quell´albero di cachi? É bellissimo e fa invidia a tutto il paese: dovresti vedere quando arrivano i tucani, belli, coloratissimi con il loro becco enorme, é davvero una festa. E tutte le altre mie piantine dell´orto. Viene un ragazzo tutti i giorni a curarle, solo che i miei cani poi fanno una gran confusione e le formiche, sono tantissime e grandi, mi mangiano tutto.
Parlo troppo in fretta? Capisce cosa dico?
Allora il veterinario mi ha dato un veleno da mettere sotto a un sasso, mi sembra che funzioni, adesso l´ho messo in una scatola di alluminio e l´ho interrato. Sará che funziona?
Non sono riuscita a farle il documento per la sua casa perché il mio cane ha mangiato una formica e sono dovuta correre all´ospedale, aveva la bava alla bocca, gli ho dato del carbone, il veterinario dice che sta molto male e sta facendo il possibile.
Piange. Molto.
Sai, mio bene, io non ho figli, per scelta, e i cani sono tutto per me. Ne avevo 22, adesso me ne sono rimasti 12 ma i vicini reclamano perché fanno molto baccano. Sará che me l´hanno avvelenata la mia piccolina?

Edina deve avere circa 50 anni. Un fare deciso, dolce ma risoluta, caviglie grosse come le mani che, quando stringono, sembrano accarezzare. Vive da sempre in un paese a duecento km da São Paulo, con le sue due sorelle ha una aziendina di servizi, fanno progetti per case, terreni. Tutti gli impiegati sono donne. L´aria é frizzante. L´ambiente sereno.

L´amore per la vita, per gli altri, é un elemento fantastico. Quando viene meno iniziano le tragedie.
In Brasile esiste una condizione molto affascinante che determina la maggior parte delle relazioni tra persone: la capacitá di intendere gli altri. É naturale, spontaneo. Tutti soffrono o hanno sofferto o sanno che potrebbero soffrire, per questo la festa meravigliosa del carnevale, le danze, l´allegria contagiante, i mille colori. E per questo, per il semplice fatto di conoscersi personalmente, sanno ció che anche gli altri possono provare, sentire. Per questo, degli altri, esiste un grande rispetto. Per questo, gli altri, si cerca di capirli invece che giudicarli. Per questo, in Brasile, esistono disparate comunitá e religioni (musulmani, ebrei, cristiani, protestanti, buddisti) che convivono pacificamente, confrontandosi prima ancora che scontrandosi.

Il brasiliano ricorda molto l´italiano. È, fondamentalmente, buono, tollerante, amico.

Il Brasile sta cercando di esportare questi valori, le necessitá di un mondo piú unito, piú giusto per chi ha meno. Si sta organizzando, il Presidente Lula, per fare del paese che rappresenta il motore degli esclusi. Viaggia nell´Africa piú lontana, incontra persone, illustra idee e progetti per sottrarsi all´egemonia di pochi.

Gli italiani caduti in Iraq hanno destato una grandissima commozione, in tutte le parti del mondo. Ragazze e ragazzii, bravi, disponibili, amici del popolo, capaci di intendere gli altri, quelle popolazioni senza nulla, del Kosovo, della Somalia, dell´Iraq. Italiani brava gente, dicono in Brasile. È vero, bravissima gente, abituata ad avvicinarsi agli altri, come con gli immigrati di oggi, ricordando che un giorno, ormai passato, eravamo noi a dover chiedere agli altri di aiutarci, come avvenne in Brasile, nelle Americhe.
Italiani diversi. Come chi oggi ci rappresenta.
Capace di stravolgere il nostro ruolo naturale, storico, di amici di tutti e capaci di difendere i nostri valori allo stesso tempo e portarci in un vicolo cieco, quello della guerra prima e della ricostruzione dell´Iraq senza strategia poi, dove l´unica cosa certa, sino ad ora, é quella di tante vittime innocenti, civili, soldati, giovani, donne e bambini e il fatto che, per non aver capito gli altri e il rischio che la prepotenza di credersi migliori (ricordo un post-11 settembre tragico dove da piú parti ci si sentiva superiori alla civiltá mussulmana) ha generato, ci troviamo, oggi, senza politica estera, senza ruolo internazionale, senza prospettive concrete.

L´aver lasciato spazio a chi aveva molti problemi personali da risolvere, sta facendo del nostro paese un misto tra antisemitismo e repulsione per gli arabi, xenofobia e buonismo, filobellicismo e finto pacifismo, protettori della giustizia e denigratori del potere giuridico allo stesso tempo cercando di chiamare tutto ció neoconservativismo.
Un bel salto, tutto sommato, al quale non tutti gli italiani vogliono partecipare.
Soprattutto chi crede che i valori della nostra terra non siano quelli di improvvisazione e opportunismo politico ma quelli che hanno dato vita alla Repubblica e dato inizio all´Europa comunitaria.
Il nostro amore e la nostra amicizia vanno ai tanti innocenti caduti in guerra. Federico Di Franco

fonte www.fondazionedivittorio.it



 

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