Sul sito di www.unimondo.org è pubblicato l'appello dell'Associazione Finanza Etica che propone a tutti i consumatori e risparmiatori consapevoli di far sentire la propria voce di dissenso rispetto all'udienza papale che si terrà mercoledi 26 novembre a Roma in cui le principali banche italiane, con il coordinamento e la regia di Banca d’Italia, presenteranno al grande pubblico ciò che non esitano a definire una delle "prime esperienze di finanza etica".
Un operazione che mette a rischio il percorso fin qui fatto dalla finanza etica italiana.
"Fazio e le grandi banche vogliono conquistare il mercato etico" - ha denunciato con forza Alessandro Messina, Presidente dell'Associazione Finanza Etica al convegno della finanza etica in corso oggi a Bologna.
"Mercoledì 26 novembre a Roma, durante l'udienza papale, le principali banche italiane, con il coordinamento e la regia di Banca d'Italia, presenteranno la 'Fondazione Sorella Natura', vago contenitore di "progetti sociali" e per lo "sviluppo sostenibile". "Alle banche viene chiesto di associarsi alla Fondazione e ottenere così il diritto a vendere prodotti bancari con il marchio "Eticamente' (questo il logo che si vuole imporre) e ad avere un proprio rappresentante nel cosiddetto Comitato etico, che di fatto è un vero e proprio Consiglio d’amministrazione".
Appello dell'Associazione Finanza Etica: Fazio e le grandi banche vogliono conquistare il mercato etico.
Sono molte le ambiguita' che il Presidente dell'Associazione Finanza Etica rileva nel progetto sponsorizzato da Banca d'italia. Innanzitutto "Banca d’Italia e in particolare il Governatore Antonio Fazio hanno un ruolo attivo e cruciale nell'iniziativa: cio' è in aperto contrasto col ruolo di 'arbitro' di Banca d'Italia che diventa cosi soggetto di parte all'interno del mondo bancario".
Ma soprattutto "si configura la possibilità della creazione di un vero e proprio cartello di banche, che si accordano su prezzi e commissioni con violazione delle norme per la concorrenza e con la benedizione dell'organo di vigilanza, la Banca d;Italia appunto".
Dai documenti pervenuti dall'Associazione si rileva che "i prodotti vengono offerti al risparmiatore con un semplice meccanismo di compravendita: i libretti di assegno potranno essere acquistati con il marchio Eticamente dietro semplice pagamento di un costo aggiuntivo di emissione pari ad 1 euro, il tutto a prescindere dal conto corrente su cui sono appoggiati. "In tutta l’operazione le banche non rinunciano ad un centesimo di euro dei propri profitti, è solo al risparmiatore che viene chiesto di contribuire al progetto, o rinunciando ad una quota (circa il 50%) dei propri interessi, o pagando una commissione maggiorata" - sottolinea Messina.
Messina denuncia inoltre che l'apertura del progetto è "per tutte le banche, senza nessuna enunciazione di criteri di comportamento, in positivo o in negativo" e nella lista "compaiono tutte le banche coinvolte nel finanziamento al commercio di armi". Inoltre "l'intera operazione è in controtendenza con Governo e Parlamento che proprio poche settimane fa hanno approvato una mozione che definisce in modo preciso e rigoroso la finanza etica e solidale in Italia" e soprattutto e "trascura completamente l'esperienza degli operatori che, da trent'anni, in Italia fanno finanza etica, dalle Mag a Banca Etica". "Non e' un caso allora - ha concluso - che "l’invito a partecipare all’iniziativa pervenuto a tutti i Presidenti delle banche italiane - non sia mai pervenuto a Banca Popolare Etica, primo e unico soggetto nato proprio per promuovere la finanza etica nel nostro Paese".
Fonte: Unimondo - http://www.unimondo.org