Toscana: "Una legge nazionale per le unioni di fatto"

Approvata, con i voti favorevoli dei Ds, una proposta di legge inviata al Parlamento .
La Toscana chiede al parlamento di fare presto una legge che tuteli le coppie di fatto. Il Consiglio regionale ha infatti approvato una proposta di legge inviata al Parlamento nazionale, su questo tema. La proposta di legge, (preparata dal gruppo Sdi), come ha illustrato in aula il relatore del provvedimento il diessino Varis Rossi, presidente della prima commissione, vuole tutelare la convivenza di fatto tra due persone maggiorenni, non unite in matrimonio tra loro o con altre persone e prevede la stipula di un accordo che ha lo scopo di predeterminare gli aspetti patrimoniali e non patrimoniali e gli eventuali effetti in caso di scioglimento dell'unione stessa. In particolare prevede norme per facilitare il diritto all'abitazione, per il lavoro e previdenza, per l'assistenza e decisioni in caso di morte, per facilitazione di accesso a servizi socio assistenziali. La proposta intende superare gli ostacoli che impediscono alle coppie di fatto alcuni elementari diritti come quello di subentrare nell'affitto della casa comune, in caso di morte del partner, o di lasciare in eredità il proprio patrimonio alla persona con la quale si è condivisa l'esistenza; non si propone di modificare la disciplina giuridica del matrimonio, né intende influire sulla condizione giuridica dei figli o sulla disciplina delle adozioni di minori. "E' importante - sottolinea Rossi - allargare i diritti fondamentali alle coppie di fatto, visto che esistono già leggi regionali che cercano di allargare i nuovi diritti sociali. L'art.29 della Costituzione ha una tutela più intensa della famiglia, ma sono maturi i tempi perché le Unioni di fatto e le formazioni sociali atipiche debbano avere una loro dignità in termini legislativi ed è giusto superare forme di discriminazioni nei confronti di donne ed uomini che scelgono forme di convivenza diverse anche perché la Regione Toscana ha una lunga tradizione di attenzione nei confronti delle novità e delle diversità che provengono dalla società". "Abbiamo votato una buona legge - aggiunge Marisa Nicchi - perché esistono ormai una pluralità di modi di stare insieme e nuove forme di convivenza che vanno tutelati: dobbiamo intervenire su un vuoto legislativo esistente. Il rapporto tra solidarietà sociale e libertà individuale diventa un tema centrale per garantire nuovi diritti ai cittadini toscani, in una dimensione sempre più europea". In Toscana le coppie di fatto hanno raggiunto quota 3,3%, secondo il censimento del 2001, e la percentuale sale di molto se si considerano le coppie ricostruite. Lo ha sottolineato, durante il suo intervento in aula, la consigliera Alessia Petraglia, secondo la quale "si tratta semplicemente di riconoscere l'enorme cambiamento avvenuto nella nostra società, in cui molte donne e uomini cercano liberamente il loro modo di costruire le relazioni. La famiglia va intesa in senso lato, come luogo sociale dove l'individuo realizza se stesso". L'Italia, da questo punto di vista, è in enorme ritardo rispetto a tanti paesi europei, anche cattolici, nel riconoscimento delle unioni di fatto.