30.11.2003
Appello delle Democratiche e Democratici di Sinistra
Procreazione assistita: servono regole non divieti Non impediamo un atto d’amore in più.
La legge in discussione al Senato va modificata perché Pericolosa: mette a rischio la salute delle donne. Limita, infatti, a tre il numero di embrioni da impiantare vietandone la conservazione, contro l'opinione di medici e scienziati. Questo divieto riduce la possibilità di riuscita e costringe le donne a subire pesanti e ripetuti interventi sul loro corpo. Assurda: impedisce diritti elementari come l’eventuale revoca del consenso all’impianto dell’embrione nell’utero anche qualora risultasse affetto e portatore di gravi malattie. Arretrata: isolata rispetto alle leggi degli altri Paesi europei e nella comunità scientifica internazionale. Oscurantista: pone dei limiti ideologici e non scientifici all'utilizzo Ipocrita: vieta la fecondazione eterologa, ovvero la possibilità di ricorrere a donatore o donatrice, con la conseguenza di favorire il "turismo procreativo" in altri Paesi, ma solo per chi può permetterselo. Regressiva: rischia di snaturare la legge 194 sull'interruzione volontaria della gravidanza. Offensiva: dà un colpo alla laicità dello Stato. Non tiene conto del pluralismo etico che è una ricchezza del nostro Paese. Mortifica la responsabilità delle donne e delle coppie sulla maternità e sul desiderio di essere genitori
Costruiamo insieme, donne e uomini lungimiranti, un passaparola in ogni città , un confronto e un dialogo con le diverse associazioni e con la comunità scientifica. Facciamolo nel rispetto di chi ha dubbi e inquietudini su scelte profonde e complesse. Ci rivolgiamo a donne e uomini che, in questi anni, hanno difeso il bene prezioso della laicità dello Stato aldilà delle opinioni politiche, culturali e religiose. Chiediamo un gesto di libertà della propria coscienza e di fiducia nella responsabilità e saggezza delle donne. Ci sono buone ragioni per cambiare questa legge delle opportunità che la ricerca mette a disposizione per malattie oggi incurabili.
Welfare Italia
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