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News dall'Europa di Fiorella Ghilardotti
22.12.2003

NEWS a cura di Fiorella Ghilardotti
dicembre 2003 INFO territorio n° 18

Il 16 dicembre si é tenuto al Parlamento europeo il dibattito sul semestre di attività della Presidenza italiana

Il Presidente del Consiglio in carica Berlusconi ha illustrato il lavoro del Governo italiano. L'obiettivo principale del semestre era la conclusione della Conferenza Intergovernativa con l'accordo su una nuova Costituzione, in tempo utile per le elezioni di giugno - obiettivo che è stato clamorosamente mancato, sia a causa dell'opposizione di paesi come la Spagna e la Polonia, sia a causa dell’incapacità e del poco impegno dispiegato dal governo italiano nei lavori della CIG.
Quanto ai risultati del Consiglio europeo, Berlusconi ha sottolineato l'accordo sull'Iniziativa europea per la crescita destinata a promuovere un programma di investimenti nel settore delle infrastrutture transeuropee, presentata come la "prima grande manovra di tipo economico a livello europeo". In seguito, si é soffermato sul tema dell'occupazione e della competitività, della sicurezza dei cittadini e dell'immigrazione con aspetti legati alla lotta al terrorismo.
Il Presidente della Commissione Prodi ha subito espresso la sua forte delusione per la mancata adozione della Costituzione, sottolineando il valore del lavoro della Convenzione e la necessità, per il futuro immediato, di più coraggio da parte dei Governi membri. Prodi ha anche accennato alla possibilità che un’avanguardia di Stati pionieri apra la strada a una cooperazione più salda, che possa servire come punto di partenza per un’Unione più integrata.
Giorgio Napolitano, europarlamentare dei DS e presidente della commissione sulle riforme costituzionali, ha espresso preoccupazione per l'arresto del processo costituente. Il rischio é una paralisi delle istituzioni europee all'indomani dell'allargamento ed una crisi di sfiducia delle opinioni pubbliche nei confronti del progetto per un'Europa unita. Napolitano ha evidenziato che il processo costituente ha subito la battuta d'arresto quando è tornato nelle mani dei governi e sono prevalsi interessi particolari. Infine, ha ricordato che con la fine del semestre di Presidenza non finiscono le responsabilità dell'Italia che, come paese fondatore, deve assumere un decisivo ruolo di impulso per le future negoziazioni.
Pasqualina Napoletano, presidente della Delegazione DS al PE, ha rilevato che è la seconda volta, in poco tempo, che il metodo intergovernativo fallisce, e questa volta avendo alle spalle una proposta largamente condivisa come quella elaborata dalla Convenzione. Napoletano ha criticato i risultati elencati da Berlusconi. In tema di politica estera, ha rimarcato che non sono stati compiuti sforzi per rilanciare il ruolo politico dell'Unione europea e dell'ONU, ed anzi è stata mostrata freddezza da parte della Presidenza del Consiglio nei confronti dell'iniziativa di Ginevra per la pace in Medio Oriente. Sono stati disattesi impegni assunti, in particolare il recepimento del mandato di arresto e la moratoria sulla pena di morte. Con riguardo all'Iniziativa per la crescita, Napoletano teme non sia sufficiente, in quanto solo un governo economico europeo potrebbe assicurare ripresa e qualità dell'economia del continente. Ha concluso con un appunto sulla libertà d'informazione, ricordando che proprio durante il semestre di Presidenza italiana il Parlamento europeo ha deciso di approfondire lo stato della libertà e del pluralismo dei media in Europa e, in particolare, in Italia. In seguito al dibattito, il Parlamento europeo ha adottato, il 18 dicembre, una risoluzione comune che deplora l'incapacità della CIG di arrivare ad un accordo.

Per approfondire l'argomento www.europarl.eu.int poi (attività) poi (tornate) poi (testi approvati) e per i comunicati stampa DS si veda www.dspe.net

Il 16 dicembre il Parlamento europeo ha approvato una relazione sulle offerte pubbliche d'acquisto (OPA)

L'adozione in prima lettura della relazione Lehne (PPE) avviene con 321 voti favorevoli, 219 contrari e 9 astensioni, ed una forte opposizione della sinistra. Il testo approvato potrebbe già essere accolto dal Consiglio che ha già accettato gli emendamenti. L'accordo in seno al Consiglio (più precisamente al Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati) viene fatto proprio, acriticamente, da una maggioranza di centro-destra che, in questo modo, svilisce il ruolo legislativo e democratico del Parlamento europeo. Il relatore, e la maggioranza che lo ha appoggiato, hanno annullato le prerogative del Parlamento e la funzione di co-legislatore dell'assemblea di Strasburgo.
Purtroppo il testo risultante dal voto sulle OPA non va nel senso di un'armonizzazione del diritto societario e dei mercati finanziari a livello europeo e non favorisce nemmeno una efficace politica industriale. La direttiva non coprirà i casi di golden share, previsti da molti governi per le società piú grandi, poiché sarà l'oggetto di una normativa specifica. Ma, la contrarietà del gruppo socialista al testo approvato riguarda, innanzitutto, l'inadeguatezza delle clausole in merito all'informazione ed alla consultazione dei lavoratori nel caso del lancio di un'OPA.
Il rigetto di emendamenti finalizzati ad una preventiva consultazione e informazione dei lavoratori delle società emittenti ed offerenti in presenza di un'OPA (approvati a larga maggioranza nei pareri delle commissioni Occupazione e Affari Sociali e Industria) costituisce un atto grave e miope allo stesso tempo, frutto di una concezione obsoleta delle relazioni industriali e del ruolo delle imprese, che non tiene conto dell'importanza di tutelare l'occupazione, dei diritti dei lavoratori e dell'apporto dato dal coinvolgimento dei lavoratori alla riuscita economica dell'impresa. La presidenza italiana ha colpevolmente avallato un compromesso davvero al ribasso che porta ad un livello di informazione e consultazione dei lavoratori addirittura inferiore a quello previsto dalla precedente direttiva sulle OPA bocciata dal PE dopo la conciliazione.
Inoltre, il compromesso sostenuto dalla presidenza italiana (il cosiddetto "opting in" e "opting out") svuota la portata della direttiva rendendo facoltativa la consultazione e l'approvazione da parte dell'assemblea degli azionisti delle misure messe in atto dal consiglio di amministrazione della società emittente di fronte ad un'OPA, si lascia infatti agli Stati membri e alle singole società la facoltà di applicare o meno questa procedura. Questo significa mortificare i diritti degli azionisti ed impedire la realizzazione di un mercato finanziario a livello europeo.
La proposta di direttiva, così come uscita dal voto dell'aula, va contro una maggiore integrazione del mercato interno e finisce con il non assecondare nemmeno gli interessi nazionali e delle società quotate con sede in Italia, dove già esiste una normativa più avanzata in termini di OPA. Il risultato è pessimo sia per i lavoratori che per gli azionisti.

Per approfondire l'argomento www.europarl.eu.int poi (attività) poi (tornate) poi (testi approvati) e per i comunicati stampa DS si veda www.dspe.net

Il 17 dicembre il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sullo Statuto per i deputati europei

L'Aula ha approvato, con 345 voti favorevoli, 94 contrari e 88 astensioni, la relazione dell'on. Rothley (PSE) sul progetto di statuto dei deputati europei che propone una soluzione di compromesso, accogliendo le ultime tre modifiche richieste dal Consiglio. Venticinque anni dopo la prima elezione a suffragio universale, i deputati europei potrebbero finalmente dotarsi di uno statuto. I tre elementi in questione erano il regime d'imposizione fiscale, l'età pensionabile ed il capitolo riguardante i privilegi e le immunità. Il progetto di statuto prevede la remunerazione uniforme degli eurodeputati, fissata a circa 8500 euro mensili lordi e, altra novità, i salari saranno pagati col bilancio comunitario. Gli eurodeputati continueranno a percepire l'indennità giornaliera, che comprende anche le spese per la segretaria e per gli assistenti, e il rimborso dei viaggi, sulla base delle spese effettive. L'età pensionabile, che in un primo momento era stata stabilita a 65 anni, é ora fissata a 36 al fine di ottenere l'accordo del Consiglio. La questione che resta ancora aperta é quella relativa ai privilegi e alle immunità. Il Consiglio si era opposto all'inclusione, nel progetto di statuto, della normativa sulle immunità, sostenendo che tale materia dipende dal diritto primario, nella fattispecie del Protocollo sui Privilegi e le Immunità del 1965. Il Parlamento accoglie anche quest'ultima richiesta di modifica, lasciando agli Stati membri il compito di rivedere la normativa durante la prossima Conferenza Intergovernativa. Purtroppo, rispetto alla risoluzione già approvata dal Parlamento europeo il giungo scorso, si fa un passo indietro poiché il PE non definisce i criteri con cui riformare la questione dell’immunità, nel senso che la questione è lasciata nelle mani degli Stati membri. E’ proprio su questo aspetto che i DS, scontenti dell’esito del voto, sono piuttosto preoccupati. Ora si aspetta l'avallo del Consiglio, che dovrà approvare il progetto all'unanimità entro il 15 di gennaio.

Per approfondire l'argomento www.europarl.eu.int poi (attività) poi (tornate) poi (testi approvati) e per i comunicati stampa DS si veda www.dspe.net


Il 17 dicembre il Parlamento europeo ha approvato una relazione sulla responsabilità ambientale

L'Aula ha approvato, in seconda lettura, la relazione Manders (liberali) relativa alla direttiva sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno. La finalità del progetto legislativo consiste nel creare un regime omogeneo di responsabilità ambientale in tutta l'UE, basato sul principio "chi inquina, paga", in modo da evitare il 'dumping" ambientale da parte di imprese alla ricerca della normativa nazionale meno severa. Il testo approvato in prima lettura e migliorato in senso ambientalista dagli emendamenti presentati da socialisti, verdi e Sinistra unita, rispondeva con efficacia alla necessita di armonizzazione, raggiungendo una posizione di equilibrio fra lievi possibilità di deroghe nazionali e bisogno di garantire un'applicazione uniforme della direttiva. In seconda lettura, invece, l'Aula ha preferito allinearsi alla posizione comune proposta dal Consiglio, che elimina alcune modifiche essenziali apportate precedentemente. La soluzione di compromesso adottata, infatti, non introduce l'obbligatorietà della copertura assicurativa per danni ambientali, ma lascia alla Commissione il compito di presentare, dopo cinque anni dall'entrata in vigore, proposte tese ad incoraggiare lo sviluppo di strumenti di copertura finanziaria negli Stati membri. Inoltre, agli Stati membri sarà consentito di non applicare tale normativa alle attività ritenute, sempre dalla legislazione nazionale, a basso rischio, introducendo di fatto la possibilità di stabilire eccezioni alla normativa comunitaria a seconda delle preferenze nazionali. È stato di nuovo escluso l'inquinamento nucleare e marittimo dalla direttiva. Per ciò che riguarda la responsabilità sussidiaria dello Stato per i costi di prevenzione e riparazione, in caso cioè che non sia individuabile l'operatore responsabile del danno, il testo approvato lascia ai governi nazionali la possibilità di scegliere se adottare o meno le misure necessarie. Un altro aspetto importante, presente nel testo del relatore, riguarda la possibilità che persone fisiche o giuridiche richiedano l'intervento dell'autorità in caso di danno o di minaccia di danno ambientale, disposizione innovativa perché coinvolgeva le associazioni ambientaliste e i cittadini nell'applicazione della direttiva. La posizione comune, invece, offre l'opportunità agli Stati membri di disapplicare tale norma nel caso di minaccia ambientale imminente, in contraddizione con lo spirito dell'articolo. La normativa si presenta dunque innovativa nel suo principio di base, un regime di responsabilità per i danni ambientali comune in tutta l'Unione europea, ma un po' svuotata nella sostanza dalle esenzioni previste e con mediocre efficacia dal punto di vista della protezione dell'ambiente.

Per approfondire l'argomento www.europarl.eu.int poi (attività) poi (tornate) poi (testi approvati)

Il 17 dicembre si é tenuta al Parlamento europeo un'iniziativa in sostegno di Ingrid Betancourt

Fiorella Ghilardotti ha organizzato una manifestazione di sostegno dell'esponente colombiana Ingrid Betancourt, ex candidata alle presidenziali ed ora ostaggio dei guerriglieri delle FARC da quasi due anni. Con lo slogan: "Una sciarpa arancione per non dimenticare Ingrid Betancourt e tutti gli altri sequestrati in Colombia", l'evento, sollecitato da Chicca Conti Olivetti, ha visto l'adesione fra gli altri dell'on. Lalumiere, vice presidente del PE, on. Karamanou (PSE), presidente della commissione parlamentare sui diritti della donna, on. Linkhor presidente della Delegazione interparlamentare con l'America del sud, e Monica Frassoni, presidente dei Verdi. Fiorella Ghilardotti ha ricordato che: "Ingrid Betancourt é prigioniera dei narcotrafficanti come altre migliaia di persone in Colombia" e che "il nostro é un appello a non dimenticare", anticipando che proporrà al Parlamento europeo di votare una risoluzione sul caso, dopo quella dello scorso marzo sulla Colombia. L'on. Linkohr e l'on. Sauquillo hanno annunciato che avanzeranno la proposta di inviare nei prossimi mesi una missione del Parlamento europeo in Colombia. L'on. Frassoni ha ricordato che i familiari della Betancourt hanno occupato per protesta nei giorni scorsi la cattedrale di Bogotà. L'on. Ghilardotti ha sottolineato che si tratta di un appello per non dimenticare, per esprimere solidarietà e sostegno a Ingrid Betancour e alla sua famiglia e per sensibilizzare le istituzioni europee enazionali su questa vicenda. Ha inoltre annunciato che lunedì 22 dicembre il sindaco di Roma, l'on. Walter Veltroni, consegnerà al marito della Betancourt il premio della pace.

Per i comunicati stampa DS si veda www.dspe.net

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