Attentato a Prodi, al governo non interessa: dibattito al Senato rinviato a gennaio.
No, alla maggioranza dell’attentato contro Prodi proprio non importa niente. Contrariamente a quanto si era appreso domenica sera il ministro Pisanu riferirà sul pacco bomba solo alla ripresa dei lavori di Palazzo Madama. Ovvero, stando al calendario che si può leggere sul sito del Senato, il 12 gennaio. Addirittura più tardi che alla Camera, dove la discussione si svolgerà l’8 del prossimo mese.
Ieri sera il presidente dei senatori diessini Gavino Angius aveva annunciato di aver raccolto, attraverso il ministro per i rapporti col Parlamento Giovanardi, la disponibilità di Pisanu ad intervenire alle 18 di lunedì. E invece si è verificata un’imbarazzante marcia indietro. Di chi la responsabilità della scelta? Del governo o del presidente del Senato Pera?
La nota diffusa da Palazzo Madama si limita a smentire quanto pubblicato dai giornali: «In relazione a notizie di stampa diffuse in merito alla disponibilità del governo a riferire a Palazzo Madama sul plico bomba a Prodi, la presidenza del Senato fa sapere che, nel pomeriggio di ieri, dopo aver ricevuto la richiesta formulata nelle vie brevi dal presidente di un gruppo parlamentare, ne ha subito informato telefonicamente il governo». Dunque spettava al governo la decisione? Palazzo Madama non chiarisce: «Acquisita la disponibilità del governo le comunicazioni del governo stesso potranno aver luogo alla ripresa dei lavori parlamentari».
In precedenza Giovanardi aveva scaricato la responsabilità della scelta su Pera: «È compito della presidenza del Senato fare richiesta di intervento su questioni specifiche non all'ordine del giorno, come quella relativa all'attentato subito da Romano Prodi, richiesta che al governo non è ancora pervenuta». Insomma: uno sconcertante scaricabarile che trasforma l’esigenza di fare chiarezza su un grave episodio in una semplice faccenda burocratica. Al che viene quasi naturalmente da chiedersi: ma cosa sarebbe successo se un libro fosse esploso fra le mani di Berlusconi? A quale drammatizzazione, a quale profluvio di dibattiti e dichiarazioni allarmistiche avremmo assistito?
Per Prodi, invece, niente. Il governo evidentemente non giudica la vicenda preoccupante. Una grave mancanza di attenzione, denuncia al contrario il capogruppo Ds Angius, che ricostruisce così le vicende di queste ore: «La richiesta che il Governo, nella seduta odierna, venisse a riferire sugli attentati a Romano Prodi in Aula al Senato, già peraltro convocata per altri adempimenti, è stata avanzata da me personalmente nel pomeriggio di ieri al Presidente del Senato Pera e al ministro dei Rapporti con il Parlamento Giovanardi». A quel punto «il Presidente del Senato, come consuetudine, ha risposto che avrebbe investito della richiesta del Governo. Il Ministro Giovanardi, sempre nella giornata di ieri, mi ha successivamente risposto che oggi alle 18 in Senato il ministro dell'Interno Pisanu avrebbe riferito sugli attentati a Prodi. Se ora il Governo ha cambiato idea lo dica. Noi riteniamo, oltremodo disdicevole - conclude Angius - questa vicenda e consideriamo grave che il governo non riferisca subito al Parlamento e invece lo faccia alla stampa».
da www.unita.it
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Solidarietà a Prodi dai Cittadini per 'Ulivo
Caro Professore,
la pacatezza e la tranquillità con le quali Lei stesso ha dato notizia di quanto accaduto recano ulteriore conferma delle Sue importanti doti di carisma e di capacità di leadership.
I Cittadini per l'Ulivo, in questa preoccupante occasione, Le inviano sentimenti di solidarietà uniti ad un forte impegno di vigilanza democratica.
Non verremo meno al nostro compito.
Un abbraccio ulivista
Deo Fogliazza - a nome della Rete dei Cittadini per l'Ulivo