All’operazione mancava solo l’ufficializzazione della Consob. Ieri è arrivata anche quella. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha aumentato la sua quota di controllo indiretto in Mediaset dal 48,639%, dichiarato nel settembre 2001, al 51,023%. Lo scopo? Cogliere i benefici fiscali contenuti nella riforma Tremonti, in vigore dal primo gennaio 2004, relativamente al metodo del consolidato fiscale.
Il presidente del Consiglio, che controlla la società televisiva tramite il 50,048 in capo a Fininvest, lo 0,677 di Isim spa e lo 0,298 di Mediaset senza diritti di voto, non ha perso tempo e ha colto l’occasione che la nuova legge gli ha concesso. L’operazione, in realtà , è avvenuta lo scorso 19 dicembre, due giorni dopo la bocciatura della Gasparri da parte del presidente della Repubblica. Quel venerdì Finivest aveva portato, con un acquisto effettuato al mercato dei blocchi di 19 milioni di azioni ordinarie Mediaset, la propria quota diretta e indiretta nel capitale di Mediaset spa al 50,7%.
La possibilità di incrementare la quota oltre un punto percentuale era stata decisa, comunque, ben prima del 19 dicembre. Già nella convention aziendale Mediaset, tenutasi a Montecarlo il 2 dicembre scorso, il vice presidente, Pier Silvio Berlusconi, non aveva fatto mistero di essere interessato all’argomento. A una domanda specifica, durante la conferenza stampa, sulla possibilità che Fininvest salisse sopra il 50% della controllata Mediaset, Pier Silvio aveva risposto con un serafico «perché no, se ci sono dei vantaggi fiscali». Quindici giorni dopo quella che era sembrata un’opzione si è trasformata invece in una scelta.
Quanto valgono i benefici fiscali? Per ora stime non è possibile farne. Da Mediaset non si sono sbilanciati ritenendo troppo presto fare delle valutazioni che saranno visibili solo nel bilancio del 2004 e, quindi, resi pubblici solo nella primavera del 2005. Ma allora chi se ne ricorderà più?
Resta il fatto che, anche grazie alla legge Tremonti, l’anno che va per chiudersi può essere archiviato come un anno d’oro per le tasche di Silvio Berlusconi. Se non fosse per il fatto che, oltre i benefici fiscali previsti, sotto l’albero di Natale il presidente del Consiglio si è trovato 1,7 miliardi di euro in più rispetto al 2002. Tra azioni Mediaset, Mediolanum e Mondadori la famiglia del premier ha totalizzato 7,71 miliardi di euro, il 28% in più del valore che le stesse azioni avevano alla fine del 2002.
Per non essere da meno del proprietario, anche i vertici di Mediaset hanno pensato bene di farsi un bel regalo a Natale. Giocando sugli stessi titoli della società che amministrano. Per la precisione giocando al ribasso sui titoli della società che amministrano. In particolare, sempre da comunicazioni Consob del 15 dicembre, Fedele Confalonieri, il presidente del gruppo, ha acquistato 900mila opzioni put con scadenza 12 dicembre 2004 a 8 euro ciascuna, per un totale di 7,2 milioni. Lo stesso giorno, sempre, Confalonieri ha ceduto 900mila opzioni call con scadenza 12 dicembre 2006 a 13 euro ciascuna, per un totale di 11,7 milioni.
Che significa tutto questo? L’operazione fatta da Confalonieri (ma analoghe sono state fatte dall’amministratore delegato Giuliano Adreani e dalla consigliera Gina Nieri) di solito la si fa quando si ritiene che il titolo abbia un futuro di ribassi. Per spiegarci meglio, il presidente Confalonieri ha scommesso sulla caduta, si spera temporanea, delle azioni Mediaset. Legittimo e legale, per carità . Tutto alla luce del sole. Solo un po’ strano visto che proprio nella convention a Montecarlo si erano annunciati risultati strabilianti per la raccolta pubblicitaria del gruppo (+ 6,5% nel 2003), oltre le previsioni, anche quelle più rosee, fatte dagli analisti.
E allora, a pensar male, si potrebbe ipotizzare che le operazioni di trading abbiano avuto a che fare con la firma, mancata, della legge Gasparri da parte del presidente della Repubblica (il 17 la decisione). Una scelta che non solo ha bloccato la promulgazione di una norma che avrebbe rimodellato il sistema radio-televisivo, ma che ha fatto anche arretrare i titoli di Mediaset. Quando si dice il caso.
di Roberto Rossi
da www.unita.it