31.12.2003
Berlusconismo? Che il 2004 se lo porti via! Con l'Italia in ginocchio per l'uso spregiudicato delle Istituzioni da parte di avventurieri della politica, il nostro primo ministro, anziché dimettersi, ha tenuto la conferenza stampa di fine anno dando la stura ad una serie di menzogne e stravolgimenti della triste realtà . 1) Ha sostenuto che la Presidenza del Consiglio Europeo è stata un trionfo, quando ha collezionato una serie di insuccessi e gaffe, tanto che l'autorevole Le Monde considera tale presidenza un'onta per l'Europa. 2) Della vergognosa Legge Gasparri ha avuto l'impudenza di esprimere comprensione per Ciampi che non avrebbe firmato in quanto pressato dalle lobbies editoriali. 3) Sulla questione gravissima ed irrisolta del conflitto di interessi, ha detto che è una "invenzione" e che è tutta colpa della sinistra se la legge non è stata approvata... Ci fermiamo qui perché il disgusto ci impedisce di andare avanti. Disgusto per le contorsioni di un imbonitore da fiera di infimo ordine che, senza ritegno, abusa degli strumenti che la democrazia gli offre pur di piegare gli italiani agli stretti interessi personali suoi e della sua setta, avendo requisito per più di due ore RAI 1 per esibirsi nella sua vergognosa sceneggiata, invadendo anche la fascia oraria destinata al telegiornale delle 13.30. Mai aveva osato tanto. E' evidente che ha voluto sfidare il Capo dello Stato, che "si è permesso" di contrastarlo. A noi, in questa triste occasione, non resta che persistere nella resistenza, consapevoli che l'antiberlusconismo è un sacrosanto dovere degli uomini liberi e forti. Occorre non cadere nella trappola di coloro che, pur disapprovando Berlusconi, invitano a non combatterlo. "Fate delle proposte..." ci viene spesso ripetuto, anche da esponenti politici a noi vicini. Noi obiettiamo che il berlusconismo è una grave malattia, un tumore del corpo sociale, che il 2004 deve portarsi via. Occorre guarirne, al più presto, prima che permei la società , prima che degeneri in una metastasi irreversibile e fatale e, soprattutto, senza preoccuparci del dopo, non avendo alcun motivo di temere per un'Italia deberlusconizzata, come un malato non si preoccupa di come vivrà una volta guarito. Alessandro Morelli, Giorgio Diliberto Genova, 28 dicembre 2003 ----------------------------------- Qualcuno lo aveva previsto...! I Proff. Luigi Bodria e Augusto Camera hanno segnalato un'analisi straordinariamente interessante e premonitrice, :
"Se un potere dispotico s’insediasse nei paesi democratici, esso avrebbe certo caratteristiche diverse che nel passato: sarebbe più esteso ma più sopportabile, e degraderebbe gli uomini senza tormentarli. Un sistema che potrebbe sembrare paterno, ma che al contrario cercherebbe di fissare gli uomini alla loro infanzia, preferendo che si divertano piuttosto che pensare. Quando provo ad immaginare in quale sembiante il dispotismo apparirà nel mondo, vedo una folla immensa di uomini tutti simili, che girano senza posa su se stessi per procurarsi i piaceri minuti e volgari di cui nutrono la propria anima. Ognuno di loro considerato in sé è come estraneo al destino di tutti gli altri, i figli e gli amici più vicini esauriscono per lui l’intera specie umana, e quanto al resto dei concittadini, non li vede: li tocca ma non li sente. E se ancora la famiglia ha qualche significato per lui, è la società a non averne più alcuno." Alexis de Tocqueville, « De la démocratie en Amérique » - 1840
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