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Tempo pieno: adesioni alla manifestazione del 17 gennaio 2004
11.01.2004

TEMPO PIENO: I Democratici di sinistra per la difesa e lo sviluppo del tempo pieno nella scuola.
Adesione alla manifestazione promossa dai comitati dei genitori a Roma per il 17 gennaio 2004.

I Democratici di sinistra, dopo lo svolgimento, insieme alla Sinistra giovanile, delle due giornate di mobilitazione nazionale del 19-20 dicembre 2003 con la parola d’ordine “Per il bene della scuola pubblica e dell’Italia”, aderiscono alla manifestazione nazionale del 17 gennaio 2004 a Roma, indetta dai Comitati e dai coordinamenti dei genitori, degli insegnanti e del personale Ata delle scuole a tempo pieno, che vuole porre al centro della mobilitazione la difesa e lo sviluppo del Tempo pieno e del tempo prolungato, nel quadro di una valutazione negativa dell’intero Decreto Legislativo concernente la definizione di norme generali relative alla scuola dell’infanzia e all primo ciclo dell’istruzione, ai sensi della legge Moratti n. 53/2003.

Gli sforzi compiuti, in sede di confronto Stato-Regioni e Comuni, dai rappresentanti DS e delle forze del centro-sinistra di rappresentare le richieste delle famiglie, sostenute da grandi manifestazioni, per la salvaguardia del tempo pieno, che hanno portato ad ottenere sulla materia alcune positive modifiche del Decreto Legislativo, non rimuovono il giudizio negativo di fondo su questo primo decreto attuativo, che ribadisce il carattere della legge Moratti come un intervento che rende più povera e più rigida culturalmente e materialmente la scuola pubblica italiana, più limitata nella sua autonomia e più distante dai livelli europei.

Si vuole attuare, anche attraverso la mancanza di adeguate risorse finanziarie e professionali, la riduzione del diritto alla educazione e alla formazione alla sua radice. A partire, cioè, dalla prima infanzia e dagli strati più deboli e indifesi della popolazione, negando concretamente la possibilità di realizzare:
- la generalizzazione della scuola dell’infanzia, con l'innalzamento della sua valenza educativa, e in continuità con la scuola elementare;
- il mantenimento e lo sviluppo del tempo pieno, come modello pedagogico, didattico e organizzativo di vitale importanza per la crescita della persona nella comunità;
- l’impoverimento dell’offerta educativa di tutta la scuola di base.

In sede parlamentare, i deputati e i senatori DS denunceranno i caratteri di illegittimità del Decreto Legislativo in riferimento:
- al mancato scorporo degli allegati A,B,C e D relativi alla definizione del piano di offerta formativa, che ledono l’autonomia delle scuole;
- ai gravi limiti del provvedimento nell’organizzazione didattica e del tempo scuola, anche dopo l’accoglimento degli emendamenti;
- all’assenza della copertura finanziaria e del Piano finanziario che compromette il diritto alla fruizione gratuita sulla base della scelte delle famiglie del tempo pieno e del tempo prolungato;
- all’eccesso di delega per l’introduzione della figura dell’insegnante unico, del tutor «tuttor», a cui è affidata pressoché l’intera attività educativa, cancella l’integrazione tra scuola della socializzazione e cultura disciplinare, a cui mirava la scuola elementare del team educativo.

Questi caratteri di illegittimità fonderanno la nostra richiesta preliminare di ritiro del decreto, a cui accompagneremo le presentazione di tutte le puntuali richieste di modifica presentate nella Conferenza Stato-Regioni, e la riproposizione degli stessi emendamenti dichiarati accolti dal Governo e che non sono presenti nel testo presentato ai gruppi parlamentari.

Ci attiveremo, oltre che nelle sedi parlamentari assieme ai gruppi dell’Ulivo e dell’opposizione, anche in tutte le altre sedi istituzionali, dalle Regioni alle Province e ai Comuni, per impedire il degrado della scuola pubblica italiana..

Unire tutte le forze per il bene della scuola pubblica e dell’Italia
Insieme agli insegnanti, agli studenti, alle famiglie

La scuola è un bene pubblico centrale per assicurare a tutti il diritto di cittadinanza, le condizioni di promozione sociale e di sviluppo qualitativo di cui il nostro Paese ha tanto bisogno.

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