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Consulta, illegittimo Lodo Schifani
13.01.2004
 La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimita' dell'art. 1 della legge n. 140 del 20 giugno 2003 che sospende i processi penali nei confronti delle cinque piu' alte cariche dello Stato, perche' viola gli articoli 3 (principio di uguaglianza) e 24 (diritto di difesa) della Costituzione. La decisione della Consulta e' arrivata stamane, al termine di una camera di consiglio durata circa due ore e dopo una serie di riunioni, nei giorni scorsi, che si erano concluse con un nulla di fatto. Il testo della sentenza che ha bocciato il lodo Schifani (relatore Francesco Amirante) verra' reso noto nei prossimi giorni.

L'effetto della sentenza sara' quello di annullare il cosiddetto Lodo Schifani per quanto riguarda la sospensione dei processi penali nei confronti delle cinque piu' alte cariche dello Stato.

E, di conseguenza, potrebbe riprendere il processo stralcio Sme a carico del presidente del Consiglio Berlusconi, anche se di fronte a un altro collegio del Tribunale di Milano rispetto a quello che ha giudicato Cesare Previti.

Sempre oggi, la Consulta, con una separata decisione (relatore Annibale Marini), ha dichiarato inammissibile l'altra questione di legittimita' sollevata dal Tribunale di Milano, quella relativa all'eventuale proroga del giudice Brambilla nel collegio giudicante (costituzionalita' dell'articolo 110 della legge sull'ordinamento giudiziario, n.12 del 1941).

Anche in questo caso devono essere rese note le motivazioni, ma la questione sembrava da tempo superata dai fatti, dopo l'astensione dell'intero collegio nel processo stralcio a carico del premier Berlusconi.

Di seguito le prime reazioni politiche:

Di Pietro - Italia dei Valori

''Evviva, e' davvero una bella notizia, anche perche' noi abbiamo sempre sostenuto che il lodo Schifani e' una legge incostituzionale ed immorale''. E' questo il primo commento a caldo del leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che sottolinea come a questo punto ''l'obiettivo dell'iniziativa referendaria e' stato raggiunto'.'Avevamo ragione noi ad aver voluto raccogliere le firme contro questa legge immorale e incostituzionale. Non abbiamo influito - rileva l'ex pm - sulla decisione della Consulta cosi' come temeva il centrosinistra, ma saremo stati pronti a rispondere in caso di esito negativo''. ''Ora - conclude Di Pietro - ci auguriamo che il processo contro Berlusconi riprenda al piu' presto perche' vogliamo sapere una volta per tutte se al governo abbiamo un innocente o un colpevole. La nostra scelta di raccogliere le firme per il referendum era quindi la scelta giusta''.

Vannino Chiti - Democratici di Sinistra

I Ds hanno appreso della sentenza della Corte costituzionale nel corso della segreteria ed e' stato affidato a Vannino Chiti l'incarico di esprimere la soddisfazione del partito. ''Noi - ha detto il coordinatore della segreteria ai giornalisti - avevamo avuto ragione in Parlamento nel ritenere non costituzionale il Lodo Schifani ed anche ragione, come Ds e come Ulivo, nell'avere fiducia nella valutazione autonoma della Corte costituzionale''. ''Ora - osserva Chiti - si tratta per ogni forza politica ed anche per il Governo di prendere atto, con correttezza e senso di responsabilita' delle decisioni assunte dalla Corte costituzionale''. ''Noi ci attendiamo da parte del Governo - sottolinea Chiti - non solo sobrieta' e rigore nei comportamenti ma anche che si cessi dall'inventare soluzioni legislative a problemi che riguardano singoli esponenti del Governo''. ''Il Governo invece - conclude Chiti - si occupi di piu' dei problemi del Paese che meritano attenzione ed interventi''.

PierLuigi Castagnetti - Margherita

''Non e' sorprendente questa decisione della Corte per chi aveva votato contro la costituzionalita' in aula". E' il commento del capogruppo alla Camera della Margherita, Pierluigi Castagnetti, al parere espresso dalla Consulta sul Lodo Schifani. ''Noi - ricorda Castagnetti - avevamo presentato una pregiudiziale di costituzionalita' perche' sapevano che c'era una violazione forte di alcuni principi fondamentali della nostra Costituzione. In se' il provvedimento si poteva anche discutere nel merito, ma lo strumento della legge ordinaria era evidentemente incostituzionale: non si modifica la Costituzione con una legge ordinaria''. E a Di Pietro che dice ''avevamo ragione noi'', Castagnetti replica: ''Avevamo ragione noi che non abbiamo raccolto le firme per il referendum puntando sulla serieta' della Corte Costituzionale''.

Fabio Mussi - Correntone DS

''Il centrosinistra ha denunciato l'incostituzionalita' del Lodo Schifani durante tutta la battaglia parlamentare, in sintonia con l'opinione pubblica italiana: non e' un caso che il referendum abrogativo riusci' a raccogliere in poche settimane e in piena estate un milione di firme''. E' il commento di Fabio Mussi, coordinatore del 'correntone' Ds al parere della Consulta sul Lodo Schifani. ''Mi pare importantissimo - aggiunge Mussi - che la Consulta abbia fatto riferimento ad entrambi gli articoli della Costituzione. Non posso non notare che il 2003 si e' chiuso con il rinvio alle Camere della legge Gasparri da parte del presidente Ciampi. Il 2004 si apre con la bocciatura della Schifani. Berlusconi sta facendo strike''. Quali saranno gli effetti sul centrosinistra legati al nodo Di Pietro? ''Per il centrosinistra e' importante che salti questa legge aberrante. Mi pare poi che la sentenza dimostri che i promotori del referendum non siano andati a caccia di farfalle''.

Carlo Taormina - Forza Italia

La sentenza della Corte costituzionale sul Lodo Schifani e' un ''prodotto politico'' e anche dal punto di vista tecnico la Consulta ''ha preso un grosso granchio''. Lo ha detto il deputato di Forza Italia Carlo Taormina. ''La sentenza dimostra - ha detto Taormina - che il sistema della giustizia politica e' tuttora operante, e noi non abbiamo fatto nulla per fermare questo modo barbaro di amministrare la giustizia. La Corte costituzionale e' stata costruita in modo sapiente in modo che in essa fosse prevalente la sinistra, e questo da sempre. Ora la Corte ha dato il suo prodotto, che e' un prodotto politico. Dobbiamo prendere atto - ha aggiunto - di questa sentenza, abbandonando il progetto di estendere la non procedibilita'  anche per i parlamentari, e dobbiamo invece mettere mano a una legge costituzionale che ripristini l'immunita' parlamentare''. Taormina contesta la pronuncia della Corte anche da un punto di vista tecnico: ''e' un grosso granchio. Avevamo tenuto presenti tutti i problemi costituzionali. Avevamo previsto che l'accertamento penale proseguisse nonostante la sospensione del processo. L'unico dubbio riguardava il fatto che l'interessato potesse volere che il processo andasse avanti: noi avevamo fatto prevalere l'interesse generale della difesa del ruolo istituzionale, rispetto all'interesse del singolo della difesa personale. Ma la Consulta - ha concluso Taormina - poteva emettere una sentenza additiva, come ha fatto altre volte, che prevedesse la rinunciabilita'''.

Renato Schifani - Forza Italia

''Non condividiamo questo verdetto ma lo rispettiamo''. Il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani, commenta la decisione della Consulta sul lodo che reca il suo nome. ''Oggi - dice - e' stata negata al nostro paese una norma di civilta' giuridica ed istituzionale che assicurava  la stabilita' e lo svelenamento dello scontro, ormai sotto gli occhi di tutti, tra potere giudiziario e politico. Velenosita' accentuata da quando, con l'abolizione dell'immunita' parlamentare, si e' creato un gravissimo squilibrio tra due poteri dello Stato: quello giudiziario e quello politico. Il primo, autonomo, indipendente  ed irresponsabile ma capace di interferire pesantemente sul secondo, quello politico, espressione della volonta' popolare che, al contrario, oggi non ha nessuno strumento per tutelare la propria funzione. Qui non si chiedeva l'impunita' ma soltanto la possibilta' di svolgere un ruolo istituzionale, alla scadenza del mandato, sottoporsi al vaglio della giustizia. All'europarlamento e' gia' cosi'. Il problema - spiega ancora Schifani - e' delicato. Credo che sara' necessaria una attenta riflessione nell'interesse delle istituzioni, della democrazia e del nostro paese''.

Sandro Bondi - Forza Italia

''Ora si trattera' di riflettere sulle ragioni politiche e istituzionali che hanno condotto a questo risultato'': lo ha affermato Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia commentando a caldo la decisione della Corte costituzionale che ha bocciato il Lodo Schifani. ''Si trattava - ha sottolineato Bondi - di una legge che si prefiggeva di tutelare le istituzioni e le piu' alte cariche dello Stato, ispirata a norme gia' esistenti in quasi tutti i paesi europei. Da oggi - ha concluso - siamo un po' meno europei

Armando Spataro - Segretario Movimento per la Giustizia

E' stata ''cancellata una delle leggi - vergogna '' e ora bisogna battersi perche' abbiano la stessa sorte ''le altre leggi che hanno fatto dell'Italia un paese da Terzo mondo''. Il segretario del Movimento per la Giustizia, Armando Spataro, procuratore aggiunto a Milano, accoglie con entusiasmo la sentenza della Consulta che ha bocciato il Lodo Schifani. ''Chi ha a cuore il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge oggi deve esultare - sostiene Spataro- E deve essere piu' forte, da oggi, l'impegno di chi e' sensibile al tema della legalita' ad adoperarsi per la cancellazione delle altre leggi che hanno fatto dell'Italia un paese da terzo mondo''. Ma bisogna fare anche altro: ''va difesa con forza la Corte Costituzionale che, si puo' scommettere, sara' immediatamente oggetto dei progetti di controriforma gia' sul tappeto''.

Francesco Rutelli - Leader della Margherita

"È un giorno molto positivo, la Corte costituzionale ha dimostrato libertà e indipendenza in un momento molto critico per la vita delle nostre istituzioni": è il commento di Francesco Rutelli al parere espresso dalla Consulta sul Lodo Schifani. "In Italia gli organismi costituzionali - aggiunge - sono e restano una garanzia di libertà".
Alla domanda su cosa cambia nei rapporti tra Di Pietro e il centrosinistra sul tema della lista unitaria ora che è il referendum è stato svuotato, Rutelli replica: "Tutto il centrosinistra si è battuto in Parlamento contro questa legge e proprio perché volevamo che la Corte si pronunciasse nella massima serenità non abbiamo firmato per il referendum. Ciò detto, nessuna polemica verso chi lo ha indetto, ma il referendum si è rivelato superfluo. In ogni caso gli sviluppi politici sono un’altra cosa".
"Mi auguro che questa decisione - precisa il presidente DL - metta la parola fine alle leggi che si sono fatte solo nell’interesse di pochi. L’Italia ha problemi grandi dal punto di vista dell’economia, della sicurezza sociale, è tempo che chi governa prenda in mano il futuro dell’Italia e abbandoni definitivamente il proposito di piegare le istituzioni al proprio comodo ed ai propri interessi".
A chi gli chiede cosa possa succedere ora al processo Sme, Rutelli risponde: "Penso che tutto si debba fare meno che dare giudizi su processi e vicende giudiziarie. Se dobbiamo garantire che in Italia funziona la separazione tra i poteri mi contraddirei se mi pronunciassi sull’andamento di un processo. Non posso che rispettarne lo sviluppo, le decisioni dei magistrati e l’iniziativa delle parti in base alla libertà ed ai principi del nostro ordinamento".
Ora il referendum di Di Pietro ha perso significato. "Mettiamo le cose nella loro giusta dimensione: noi abbiamo votato in Parlamento la incostituzionalità di questa legge e proprio perché volevamo che la Consulta potesse decidere nella massima serenità, non abbiamo sottoscritto un referendum abrogativo. Quindi questo è il processo politico e istituzionale di questa vicenda, non un altro. Rispetto pienamente l’iniziativa di chi ha voluto indire il referendum, ma è un argomento che per quanto ci riguarda oggi non è più sul tavolo. Credo che chi ha avuto la coerenza di difendere questi argomenti in Parlamento e anche nei mesi scorsi ha forse fatto bene. Ma gli sviluppi politici sono un’altra cosa: seguiranno e si svolgeranno in maniera del tutto autonoma. Non mischiamo questa decisione cristallina con questioni politiche".
Rutelli infine avverte: "Chi voglia mettere mano all’immunità per deputati e senatori può farlo solo mettendo mano alla Costituzione e per quanto ci riguarda sappia che si troverebbe di fronte ad un referendum per confermare o modificare quella avventurosa iniziativa".

 

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