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Fai, Flai e Uila varano un documento unitario su Parmalat
16.01.2004

Crack Parmalat / Fai, Flai e Uila varano un documento unitario
Prima di tutto la tutela dei lavoratori
Il crack Parmalat mette in luce la drammatica esigenza di regole condivise per i processi di internazionalizzazione delle imprese e la trasparenza dei mercati finanziari e per le relazioni che in essi o attraverso essi si sviluppano. Nel contesto europeo esso pone in primo piano i temi della tutela dell’occupazione e della necessità di una revisione delle politiche di sviluppo nonché di un aggiornamento delle norme relative alle politiche industriali comunitarie e nazionali.

E’ quanto espresso dai Segretari generali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil riuniti in queste ore a Roma per una valutazione comune sulla vicenda Parmalat.

Gorini, Chiriaco e Mantegazza hanno sottolineato come il primo elemento su cui intervenire sia la correzione dell’informazione sulle reali priorità che la vicenda pone in agenda per il Governo, le forze politiche e la magistratura.

Fai, Flai e Uila non apprezzano lo scontro politico-istituzionale che la vicenda Parmalat sembra acuire, auspicano al contrario convergenti e chiare volontà tese a tutelare l’immagine del sistema Italia e gli interessi dell’economia e dell’occupazione.

Analoghe esperienze indicano l’urgenza di varare anche in Italia una legge che preveda pene severe per reati connessi a comportamenti finanziari ed economici fraudolenti; analogamente è indifferibile proporre un iter privilegiato per adeguati provvedimenti a livello europeo.

L’approvazione del decreto Marzano, che garantisce a grandi aziende in difficoltà protezione temporanea dai creditori, relega nello sfondo la crisi industriale – affermano i tre Segretari generali - e pone d’altra parte problemi non secondari in merito all’iter di concertazione indispensabile sul piano della democrazia industriale e dei diritti sanciti dalla Carta europea di Nizza e recepiti nella parte seconda della bozza di Carta costituzionale europea (Diritto dei lavoratori alla informazione e alla consultazione “in tempo utile” nell’ambito dell’impresa).

Mentre ancora non è stato convocato il Tavolo di crisi richiesto dalle organizzazioni dei lavoratori, Fai, Flai e Uila rilevano che il decreto Marzano lascia in una condizione di indeterminatezza gli obiettivi di ristrutturazione del Gruppo che il Commissario straordinario, in accordo con il Ministro competente, dovrà perseguire.

Né appare imminente la chiarezza necessaria del quadro finanziario e dei suoi più temibili contraccolpi sulle prospettive di risanamento e, quindi, di difesa dell’occupazione e di esigibilità dei crediti dei lavoratori.
Prima di ogni altro soggetto i lavoratori hanno diritto ad essere tutelati su ogni piano e ad intervenire su scelte determinanti per il loro futuro e per contrastare l’impoverimento del patrimonio industriale nazionale testimoniato dallo spezzettamento e dalla svendita cui sono state sottoposte decine di imprese che hanno utilizzato la Prodi bis.

I Segretari generali di Fai, Flai e Uila – mentre concorderanno con i sindacati europeo e mondiale di categoria le iniziative orientate a tutelare i diritti dei lavoratori della Parmalat in Europa e nel resto del mondo – per quel che riguarda la Parmalat Italia decidono:

· di dare mandato ai loro legali di “costituire” il sindacato di categoria e i lavoratori come parte civile nel processo avviato con le indagini preliminari anche per evitare che sia proprio il sistema bancario – per il quale deve essere chiarito il livello di corresponsabilità nella vicenda – l’unico creditore privilegiato del risanamento;

· in secondo luogo fanno richiesta formale di essere rappresentati nel comitato di sorveglianza previsto dalla Prodi bis;

· infine, ma non per ultimo, invieranno una lettera ai Commissari europei Monti, Diamantopoulou e Fischler, nonché ai Presidenti italiani di Senato e Camera e al Presidente del Consiglio dei Ministri, per esprimere – anche in vista del dibattito parlamentare - proprie considerazioni di merito e per rivendicare il rispetto di quanto previsto nella Carta europea di Nizza in merito al diritto dei lavoratori di essere informati preventivamente sulle scelte d’impresa.

Infine, insieme alle strutture sindacali territoriali di categoria e ai lavoratori dei siti Parmalat in Italia, i Segretari generali impegnano tutto il sindacato a sostenere le iniziative già intraprese a livello locale e a condividere quelle necessarie nei confronti dei soggetti istituzionali e sociali coinvolti.

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