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Le controcritiche cinematografiche di Danilo Ramirez
18.01.2004

SE FOSSI IN TE
( 2001 ) di Giulio Manfredonia

Leggi la programmazione televisiva e rimani attratto da una storia originale.
Vedi che è un film italiano e pensi: sì, la storia è originale ma chissà quanto ne sarà lontano il film.
E poi la sorpresa.
Il film è bello.
L’intreccio è vivace, la narrazione procede spedita tra continui colpi di scena e cambi di fronte in un crescendo che tiene attento lo spettatore fino alla sorpresa finale.
Le situazioni sono vere, appartengono alla vita reale, finalmente un film italiano nel quale possiamo davvero riconoscere la nostra vita di tutti i giorni, come auspicava Zavattini quando scriveva il suo cinema.
Una bella regia, attenta, che denota la mano di chi conosce il cinema che è poi questo Giulio Manfredonia del quale scopriamo che è nipote di Luigi Comencini, nome sacro nella storia del cinema italiano.
A questo punto viene la domanda: perché non l’abbiamo visto al cinema?
Se esiste una produzione italiana più che dignitosa spiace che sia soffocata dai cento film americani tutti uguali ma forti di pubblicità e distribuzione.
Magari i Giulio Manfredonia riusciranno a far risalire il nostro cinema dal baratro in cui è precipitato negli ultimi anni. Ma la battaglia è durissima.
Danilo Ramirez
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TOTO’ SAPORE (2003) Lanterna Magica lungometraggio di animazione

“Quant’è brutto, quant’è brutto, quant’è brutto lu babà”.
Dove si dimostra come si può fare un brutto film utilizzando i migliori elementi, proprio come si può cucinare un cattivo piatto pur mettendo i migliori ingredienti.
E qui gli ingredienti ci sono tutti: le scenografie di Lele Luzzati, le musiche dei fratelli Bennato, le voci di Lello Arena e altri grandi attori napoletani, le garanzie della Lanterna Magica…
Purtroppo non basta.
Ci vuole anche la storia e qui non c’è nulla. Il primo tempo scorre lento e faticoso nello stupore crescente: non succede nulla, gli episodi sono incollati l’uno all’altro, senza pathos, senza nesso logico.
Tutti si urlano addosso sconcertando lo spettatore tantopiù se bambino.
Una schifezza inaccettabile, il film di Natale non è un compito obbligatorio, se non lo sai fare, non farlo!
Gli autori, poveri di fantasia ( e questo in un film di animazione è una grave colpa) non sono neppure capaci di copiare da Walt Disney.
Il pentolame parlante l’avevamo già visto, la strega cattiva c’è perché deve esserci, per fare il dispetto, per fare andare avanti la storia ma in realtà non si sa perché è lì e cosa vuole.
Pulcinella è quello? Me lo spieghino i napoletani, non credo che Eduardo sarebbe d’accordo.
Tutti sprecati, questo film è da buttare, centomila volte meglio un corto di Bruno Bozzetto o di Guido Manuli (per restare nell’animazione italiana): alla base di tutto restano sempre, per fortuna, l’idea e la creatività.
Comunque ci possono riprovare, io un’idea ce l’ho e gliela regalo volentieri visto che loro ne sono a corto: magari con il pesto a Genova gli va meglio.
Danilo Ramirez

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